Scuola

Alunni con Bes e Dsa: l’intelligenza artificiale come tutor

Pathway companion è un progetto dedicato ai bambini con Dsa e Bes. Ne parliamo con Furio Gramatica, direttore sviluppo innovazione di Fondazione don Gnocchi, e Mirta Michilli direttrice generale di Fondazione mondo digitale, che lo stanno sviluppando con aziende e università

di Alessio Nisi

pathway

Può l’intelligenza artificiale generativa essere di supporto alla fragilità delle persone, in particolare degli studenti di primaria e secondaria di primo grado con bisogni educativi speciali, e di chi è chiamato a prendersene cura? Può uno strumento avanzato di tecnologia evolvere, seguire e adattarsi ai cambiamenti di un bambino? E come può una macchina avere un qualche ruolo nei processi di inclusione?

Sono alcune dei temi su cui è nata ed è stata sviluppato il progetto Pathway companion, piattaforma di intelligenza artificiale per scuole primarie e secondarie di primo grado che si propone come «uno smart tutor che dovrà fornire un supporto per bambini con bisogni educativi speciali, convertendo contenuti didattici standard in formati più fruibili e che siano anche coinvolgenti per loro, sotto la supervisione dell’insegnante o dei genitori», spiega Furio Gramatica, direttore sviluppo innovazione di Fondazione don Gnocchi, che insieme a Fondazione mondo digitale, Google.org, Itlogix e Università Roma Tre, è al lavoro sul progetto.

Sistema aperto, patrimonio della collettività

«Vogliamo», spiega Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione mondo digitale, «che lo sforzo progettuale produca un sistema aperto e rimanga un patrimonio della collettività, in modo che si possa sviluppare in nuove direzioni. In particolare, la Fondazione don Gnocchi è il partner clinico che definisce le popolazioni target nell’ambito dei Dsa ai quali la piattaforma si rivolge. Individua inoltre le strategie di apprendimento relative ai bisogni dei gruppi target da implementare per renderla uno strumento di supporto nel percorso di apprendimento per i bambini e giovani con Bes».

Pathway companion è un nome che richiama un processo educativo accessibile e coinvolgente grazie a un sistema di intelligenza artificiale che sia compagno e guida costante

Mirta Michilli – direttrice generale della Fondazione mondo digitale

Lo sviluppo del progetto

Secondo gli obiettivi, «nel giro di un anno e mezzo, massimo due, compresa l’estensione all’estero (in Spagna e Portogallo)», chiarisce Gramatica, «vogliamo arrivare al termine del progetto e rilasciare una prima piattaforma completamente funzionante».

A quel punto, aggiunge Michilli, la piattaforma «verrà condivisa in Italia e in Europa con gli studenti e i caregiver. In 36 mesi intendiamo coinvolgere: 570 tra scuole, Unità Operativa Neuropsichiatria Psicologia Infanzia Adolescenza (Uonpia) e genitori per l’azione pilota della piattaforma. Avremo 5mila docenti formati, 5mila genitori e caregiver formati, 2.500 bambini e ragazzi Dsa formati, 10mila bambini e ragazzi normodotati formati. Questo in tutta Europa».

Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione mondo digitale

I numeri


Secondo i dati Istat di febbraio 2024, precisa Michilli, «gli alunni con disabilità tra i banchi sono in continuo aumento, quasi 338mila, il 4,1% del totale degli iscritti». Mentre cresce il numero di insegnanti per il sostegno (+10%), con buon rapporto alunno-insegnante, non progredisce l’efficacia dell’apprendimento perché un docente su tre non ha una formazione specifica e il 12% viene assegnato in ritardo. Un altro problema è la scarsa formazione in tecnologie educative: solo in una scuola su quattro (24%) tutti gli insegnanti di sostegno hanno frequentato almeno un corso specifico di aggiornamento». È chiaro, sostiene Gramatica, «che c’è un sistema da potenziare».

Il piano didattico personalizzato

I bambini con bisogni educativi speciali non necessitano di una diagnosi medica ufficiale per essere riconosciuti come tali. I Bes rispondono alla necessità di andare incontro alle particolari esigenze che un alunno può manifestare, anche solamente per un periodo circoscritto e in assenza di una diagnosi clinica. Tutti i bambini con Bes hanno diritto alla definizione di un piano didattico personalizzato che può essere aperto in autonomia dai docenti e che deve essere poi approvato dal genitore del bambino per cui è stato definito. Il piano didattico personalizzato ha come obiettivo quello di definire le difficoltà dello studente e quali siano gli strumenti compensativi più adatti per superare queste difficoltà.

Gli strumenti compensativi possono essere di diversa natura e devono poter rispondere alle diverse esigenze dei bambini. Possono essere un semplice cambio di modalità di fruizione del testo, come ascoltare un brano anziché leggerlo, ma anche una più complessa rielaborazione del testo, come le mappe concettuali. 

Come funziona Pathway

L’insegnante carica l’unità didattica su Pathway companion. A quel punto si attivano i tre motori dell’intelligenza artificiale. «Il primo è il motore degli strumenti compensativi, che prende in carico l’unità didattica in base alle difficoltà del bambino».

Il secondo «è il motore di adattamento dei contenuti», che converte il testo, rilasciando, ad esempio, simboli al posto di numeri, immagini al posto di parole, nel caso in cui ci siano dei deficit di lettura, oppure semplificando il linguaggio.

Il testo, così adattato, «viene sottoposto al tutor, perché lo approvi». I feedback rilasciati dai tutor e dallo studente, in seguito all’utilizzo del testo, permetteranno poi al terzo motore, l’intelligent tutor system, «di personalizzare» questi strumenti sulle reali esigenze dell’utente.

Continuità e adattamento 

La piattaforma, aggiunge Gramatica, interviene su due criticità. «La prima è la continuità del servizio. Non sempre una famiglia può pagare un tutor, oltre a quelli che già vengono offerti dal sistema scolastico. La seconda si riferisce al fatto che spesso ci vogliono anni perché si riescano a superare, se si superano, questi disturbi. Negli anni, poi, il bambino cresce»: ecco, la piattaforma è in grado di adattarsi alle diverse esigenze che via via maturano e cambiano nel tempo.

Non solo problemi cognitivi. Pathway, secondo Gramatica, nasce come piattaforma multimediale e multiculturale. «In Italia tanti bambini nelle scuole hanno difficoltà di apprendimento non perché siano presenti problemi cognitivi, ma perché sono figli di immigrati e hanno problemi di lingua». Una piattaforma di questo tipo «potrà risultare utile anche in questi casi».

In apertura foto di Pixabay. Nel testo la foto di Mirta Michilli è di Francesco Vignali Photography

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