Cultura

Scuola: domani manifestazione nazionale

SI chiederà l'abrogazione della riforma Moratti

di Gabriella Meroni

Sarà una manifestazione trasversale quella che domani a Roma alle 14 partirà da piazza della Repubblica per chiedere “l’abrogazione della riforma Moratti”: accanto ai movimenti dei genitori e degli insegnanti elementari faranno parte del corteo almeno venti coordinamenti facenti capo a ben 40 sigle sindacali, tra cui la Federazione Lavoratori della Conoscenza della Cgil, la Cisl e i Cobas, ma anche molte associazioni e sigle del mondo della scuola senza alcun riferimento politico. Il principale obiettivo della protesta sarà il blocco del decreto attuativo della scuola primaria (il numero 59 del 2004 che si applicherà a partire da settembre sulla materna, elementare e media), già oggetto nelle scorse settimane di ricorsi al Tar, presentati da alcune Regioni, ma il cui verdetto arriverà però non prima del mese di luglio. La manifestazione sarà inoltre l’ennesima occasione per protestare contro le politiche del Governo di tagli dei fondi e di ricorso alla precarizzazione del personale che, secondo i manifestanti, stanno per essere attuati in tutti i settori dell’istruzione, dalle materne fino a quello universitario e della ricerca. Nel lungo elenco di adesioni alla protesta di domani spiccano molti movimenti che non hanno diretti collegamenti con il mondo politico e sindacale, ad iniziare da quelli dei genitori che hanno spontaneamente dato vita all’iniziativa. “Vogliamo un’istruzione e ricerca pubblica di qualità – si legge nel cominicato-invito alla manifestazione redatto dal Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato e dai Coordinamenti e comitati cittadini di genitori e lavoratori della scuola e dell’università – fondata sulla libertà di insegnamento e di ricerca. Per questo occorre una battaglia forte e decisa contro i tagli disposti dalle finanziarie, che aprono le porte alla competizione privatistica; è poi indispensabile ottenere l’immissione in ruolo dei precari su tutti i posti disponibili; per dare continuità e stabilità al lavoro delle scuole e dell’università, dove bisogna ottenere lo sblocco del turn-over e l’assunzione di almeno 20.000 nuovi ricercatori”. Secondo i comitati promotori della manifestazione di domani, vanno “infine respinti i processi di regionalizzazione, anche per la difesa dell’istruzione tecnica e professionale. Vogliamo che sia riconosciuto il diritto dei bambini, dei ragazzi e dei giovani ad un’istruzione di qualità per tutti, con un innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, anche per evitare scelte precoci, che possono solo rinforzare le differenze sociali esistenti”. Tra i motivi della protesta spicca l’avversione generale per la figura del tutor, una sorta di “super-maestro” con compiti di guida per studenti e famiglie, e la conseguente difesa estrema dell’attuale collegialità e della paritarietà dei docenti.


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