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Scuola bocciata: meno alunni, aule colme, classi insicure

Cittadinanzattiva ha presentato il 21° Rapporto sulla sicurezza scolastica. Tra crepe e infiltrazioni, emergono gravi carenze nei 40.133 edifici italiani. Mai così tanti crolli (61) in sei anni. Il calo demografico pesa su elementari e medie, ma alle superiori c'è un 5% di sovraffollamento. I fondi del Pnrr non basteranno

di Nicola Varcasia

Presentazione del Rapporto Sicurezza Scuola di Cittadinanzattiva

Il calo demografico si fa sentire soprattutto nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado, con una riduzione di oltre 105 mila studenti, ma restano ancora aule sovraffollate in cinque classi su cento delle superiori. Sulle certificazioni nessun passo in avanti, ne resta priva circa la metà delle scuole; nell’ultimo anno scolastico ci sono stati ben 61 episodi di crolli, un boom rispetto all’ultimo quinquennio. E docenti e dirigenti segnalano infiltrazioni di acqua e distacchi in un terzo delle scuole e addirittura crepe in un quarto dei casi. Sono alcuni dei dati contenuti nel XXI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato da Cittadinanzattiva a Bologna nell’ambito del Festival della Partecipazione.

Il Pnrr porterà benefici, a patto che ci sia un reale coinvolgimento dei cittadini e delle comunità nel percorso di attuazione, anche per la sicurezza delle scuole

Anna Lisa Mandorino

«Il Pnrr porterà benefici, a patto che ci sia un reale coinvolgimento dei cittadini e delle comunità nel percorso di attuazione, anche per la sicurezza delle scuole. Ma benefici ancora esigui rispetto a quelli auspicabili: alcuni progetti previsti per la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole rischiano di saltare dopo la rimodulazione del Piano annunciata a luglio. E sulle mense e palestre gli interventi finanziati sono davvero pochi rispetto al reale fabbisogno delle scuole e soprattutto in considerazione del ruolo importante che tali servizi svolgono rispetto al benessere psicofisico dei ragazzi. Vorremmo dunque chiarezza su quali e quanti progetti rischiano di non vedere la luce e chiediamo una programmazione almeno triennale degli investimenti anche dopo il Piano», dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.

Edifici, classi e studenti in numeri

Gli edifici scolastici italiani attivi sono 40.133 e, nell’anno scolastico 2022/23, hanno accolto 7.286.151 studenti, dei quali più di 795 mila (11%) non hanno la cittadinanza italiana sebbene due su tre siano nati in Italia. Circa 290 mila gli alunni con disabilità (4%), in aumento rispetto all’anno precedente. Eppure due scuole su tre hanno ancora barriere architettoniche; soltanto il 17% ha segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia e l’1,5% ha mappe a rilievo e percorsi tattili.

Nonostante la denatalità abbia avuto un grosso impatto già nel 2022-2023 facendo registrare complessivamente 121 mila studenti in meno rispetto all’anno precedente, soprattutto tra i 3 e i 14 anni (-105.154) permane il fenomeno delle classi sovraffollate: in media più di una su cento, ma fino a cinque classi su cento nelle scuole superiori accolgono un numero di studenti superiore a 27. Sono state chiuse 115 scuole o, meglio, punti di erogazione del servizio, nell’anno scolastico appena trascorso a seguito dell’accorpamento degli istituti.

Assenza di manutenzione 

Gli edifici costruiti prima del 1976 sono il 47% e l’11% circa è progettato secondo la normativa antisismica e su appena il 3% sono stati effettuati interventi di adeguamento e miglioramento sismici. In netto aumento il numero di edifici progettati secondo la normativa antisismica: 11%. Circa il 58% è privo del certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi, il 41% del collaudo statico. Un terzo dei 588 docenti e dirigenti intervistati da Cittadinanzattiva ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza della propria scuola, uno su cinque dichiara di non averlo fatto (21%) oppure che alla segnalazione non è seguito un intervento di sistemazione (12%). Gran parte degli edifici presenta a loro dire tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) e addirittura crepe (23%). 

Rischio alluvione trascurato

A causa del Covid numerosi spazi sono stati sacrificati, per aumentare il numero di aule, e ancora oggi non tutti sono stati ripristinati: in particolare, non risultano ancora riutilizzabili laboratori (57%), aule multiuso (46%), biblioteche (36%), refettori (19%). Riguardo alle attività di prevenzione, ben l’85% dichiara di aver partecipato a prove di emergenza nella propria scuola, che hanno riguardato in prevalenza il rischio sismico e l’incendio (70%), poche quelli effettuate sul rischio alluvione e vulcanico (rispettivamente 2,6% e 1,4%). 

«Chiediamo che si provveda con urgenza ad effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte degli enti locali per prevenire il ripetersi incontrollato degli episodi di crolli strutturali. Indispensabile l’aggiornamento frequente della Anagrafe dell’edilizia scolastica e l’integrazione nella stessa delle informazioni sugli asili nido. Torniamo a chiedere la ripresa degli incontri periodici dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica perché eserciti il suo ruolo di indirizzo e coordinamento sia in relazione al PNRR che alla programmazione triennale ordinaria, che nella diffusione della cultura della sicurezza», aggiunge Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva.

61 crolli nelle scuole

Tra settembre 2022 e agosto 2023 Cittadinanzattiva ha registrato 61 episodi di crollo, numero mai raggiunto in questi ultimi sei anni,di cui 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (39%), 23 nel Nord (38%), 14 nelle regioni del Centro (23%): nove in Lombardia, cinque in Piemonte, tre in Liguria e in Emilia Romagna, due in Veneto, uno in Friuli Venezia Giulia; otto in Campania, sette in Sicilia, cinque in Sardegna, uno in Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata, Umbria; otto nel Lazio, cinque in Toscana. L’ultimo episodio, che ha tristemente inaugurato il nuovo anno, è quello avvenuto all’Istituto professionale Marconi di San Giovanni Valdarno (Ar), dove lo scorso 14 settembre è crollato il solaio e controsoffitto da un’aula.

Tali episodi hanno provocato il ferimento di sei studenti, un’insegnante, una collaboratrice scolastica, oltre che danni agli ambienti e agli arredi, interruzione della didattica, provocando ingenti disagi e paura agli studenti e alle loro famiglie. Si è trattato fortunatamente di crolli avvenuti di notte, nel week end o in periodi di chiusura delle scuole per le festività. Le cause sono in gran parte da ravvisare nella vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, nell’assenza o carenza di manutenzione, nella riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti, nella mancanza di tempestività nell’intervenire.

I fondi del Pnrr non sufficienti  

Le risorse destinate dal Pnrr all’edilizia scolastica e alle aule 4.0 ammontano complessivamente a 12,66 miliardi di euro. Ma scendendo nel dettaglio delle singole missioni si scopre che questi fondi non basteranno e che sarà necessario prolungare gli investimenti negli anni a venire. 

Per quanto riguarda la messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, nella programmazione iniziale erano previsti 3.400 progetti già in essere e 500 nuovi, per un impegno di spesa complessivo di 3,9 miliardi di euro. Ma per questo intervento il documento del Governo dello scorso 27 luglio segnala che a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime verrà diminuito il numero previsto di edifici. Purtroppo, al momento, non si dispone di informazioni più precise al riguardo.

Anche rispetto al numero di 212 nuove scuole approvate le domande pervenute erano state più del doppio ossia 543 e ad oggi il rischio, come sottolineato da diverse autorevoli voci, è che la reintroduzione dell’appalto integrato rischi di snaturare parte dei progetti innovativi inizialmente presentati.

Asili nido

Ai 2,4 miliardi di euro per asili nido e ai 600 milioni per scuole dell’infanzia, previsti dal Pnrr, si aggiungono ulteriori 108 milioni dal Ministero dell’Istruzione e 900 milioni per la loro gestione.Si dovrebbe così arrivare ad un totale di2.230 strutture e 264.480 posti e raggiungere dunque l’obiettivo del 33% di bambini inseriti al nido, ma nel frattempo il Consiglio d’Europa ha già spostato l’asticella al 45% da raggiungere entro il 2030.

Le nuove mense

Il Pnrr ha stanziato complessivamente 600 milioni di euro per 1.000 nuove mense che in realtà saranno 908. Poco più della metà, 526 pari al 58%, saranno proprio nuovi locali, di cui 230 al Sud. Per il resto si tratta di interventi di demolizioni, ricostruzioni e ampliamento (23%) e di riqualificazione o riconversione di spazi e mense preesistenti e messa in sicurezza (19%).  Ad oggi le scuole dotate di “ambito funzionale dedicato alla mensa”, intendendo con questa espressione un edificio dotato solo di refettorio o anche di cucina, sono 13.533, un numero dunque ben lontano dalla necessità di garantire la mensa e, parallelamente, il tempo pieno, a tutti i bambini dell’infanzia e della primaria.

Le palestre

Con i 300 milioni di euro inizialmente previsti e con ulteriori 31 milioni stanziati con decreto del Ministro dell’Istruzione, saranno finanziati a livello nazionale 495 interventi, di cui soltanto 148 per nuove palestre. Le quattro Regioni con il numero più alto di interventi sono nel Mezzogiorno: Campania (70), Sicilia (62), Basilicata (49), Calabria (42). Tuttavia erano ben 2555 le domande pervenute, dati che sottolineano l’urgenza di colmare un gap relativo alla mancanza o inadeguatezza di strutture per lo sport e le attività motorie di cui tutti i tipi di scuola necessitano ben oltre di quanto previsto dal Pnrr.

Il Rapporto sulla sicurezza nelle scuole di Cittadinanzattiva ha incluso per la prima volta un’analisi relativa alle strutture universitarie, di cui VITA si occuperà in un prossimo articolo.


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