Politica

Scuola, Berlusconi mette Bossi dietro la lavagna

Primo giorno di lezioni caldissimo, fra Lega e Forza Italia è scontro aperto

di Franco Bomprezzi

Primo giorno di scuola con visita per il ministro dell’Istruzione Gelmini e i giornali tornano a occuparsi vivacemente delle novità introdotte dal Governo, e in particolare del maestro unico, che scatterà dal prossimo anno. Il tutto sulla scia della polemica interna alla maggioranza fra Bossi e la Gelmini, con Berlusconi che in questo caso non dà retta al senatùr e si schiera apertamente con la sua “scoperta”.



Il Corriere della Sera  dedica al tema della scuola la pagina 2. “Accuse di Bossi alla Gelmini, Berlusconi si schiera con lei” è il titolo scelto dal Corriere. Il quotidiano in un’infografica riassume efficacemente l’escalation di Bossi. 4 luglio: «la Gelmini non ha mai fatto l’insegnante», 14 agosto: «Decidiamo se la scuola è una fabbrica di stipendi o è al servizio delle famiglie», dulcis in fundo il 6agosto il leader lumbard tuonava: «Si deve risparmiare, ma un solo insegnante rovina i bambini». Replica della Gelmini: «Confusione mentale». Nel duello oggi scende in campo Berlusconi, che difende a spada tratta la sua ministra, blindando tutte le scelte della Gelmini: «L’educazione civica, il voto in condotta, il ritorno del voto al posto del giudizio, oltre al principio del maestro unico, che non farà certo venir meno il tempo pieno e che verrà affiancato dagli insegnanti per lo studio delle lingue straniere».
Intanto il ministro viene accolta dagli alunni di prima elementare in divisa di una scuola di Segrate dove inaugurava l’anno scolastico con «In fila per tre» di Edoardo Bennato, l’inno generazionale contro la scuola autoritaria degli anni 70.

Più che di maestro, Repubblica si occupa di cattedre… Ovvero di questioni di potere, all’origine – almeno secondo Marco Favale – dello scontro Gelmini – Bossi: “Berlusconi si schiera con la Gelmini e frena Bossi sul testo del federalismo”: una tesi non peregrina, a giudicare da numero di attacchi che il senatur ha fatto alla ministra. L’obiettivo vero della Lega sarebbe impedire che la Gelmini si presenti alle prossime elezioni regionali e ottenere al più presto il federalismo (l’ideale prima del 14, giorno della recita – per rimanere in ambito scolastico – con l’ampolla e il Po a fare da comprimari…).
Il titanico duello è raccontato dopo l’acquarello di Franco Vanni, che fa il ritratto di un ministro in un interno (scolastico), in occasione del primo giorno di scuola. Siamo a Segrate, dove Mariastella sorride agli alunni, parla con maestri e giornalisti. Cui fa l’annuncio  del titolo: “Per i precari un posto nel turismo”. Il pezzo poi spiega che sarebbero in corso contatti con Brunetta e Sacconi ma soprattutto con Michela V. Brambilla, sottosegretario al turismo. L’idea è che i prof in esubero potrebbero fare corsi di formazione per guide turistiche…. La Gelmini spiega anche che una commissione sta studiando come introdurre il praticantato per i professori. Il pezzo chiude con il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi: «Le riforme sono pane quotidiano in settori cruciali come questo, ma dopo la riforma ci deve essere una verifica… La riforma non può essere permanente». Nella stessa pagina, un breve dossier – in pratica un breviario – sulle novità. “Grembiuli, 5 in condotta e carte sconto mini rivoluzione al ritorno in classe”. Salvo Intravaia fa il punto su ciò che aspetta gli studenti.

La Stampa dedica un primo piano ai precari in esubero dopo i cambiamenti annunciati dal governo. “Per i precari un futuro nel turismo”: il servizio approfondisce l’ipotesi lanciata dal governo di utilizzare gli insegnanti in esubero nel settore turistico. Al pezzo di apertura, che racconta la visita a Segrate della ministra, è affiancata un’intervista al sottosegretario per il turismo Michela Brambilla dal titolo: “Insegneranno alle guide”. La Brambilla spiega: «non ci sarà un travaso automatico» dei precari dalla scuola al settore del turismo. Il ragionamento del sottosegretario: il turismo in Italia genera l’11,4% del Pil, ma soffre di gravi carenze, fra cui una è quella formativa. «Manca una formazione adeguata e omogenea dal punto di vista tecnico» e «una diffusa cultura dell’ospitalità», quindi «alcuni insegnanti in esubero potrebbero sopperire a questa esigenza» di formazione. «Anche il settore dei beni culturali» aggiunge la Brambilla «potrebbe aver bisogno di personale qualificato».

Ricollocamento: è la parola chiave del discorso della Gelmini secondo L’Avvenire. Per il ministro l’importante è trovare una soluzione alternativa per i precari che non potranno entrare di ruolo nei prossimi anni, perché non ci sono più posti. Ma ci sono già le reazioni stizzite dell’opposizione, tra cui Cesa (Udc), il quale accusa che tra tagli, maestro unico e altro «significherà mandare a casa ben 97mila docenti». E Casini critica: «Una pericolosa tendenza per cui il risparmio deve sempre partire dalla scuole».

Sulla scuola il Sole 24 Ore ospita un editoriale dal titolo «La promessa del ministro: meno insegnanti pagati meglio». L’idea della Gelmini, – nota il Sole – ricalca gli appunti mossi all’Italia dall’Ocse: molti fondi per la scuola, moltissimi professori, stipendi bassi. Quindi i soldi ci sono, il problema è come si spendono. I precari sono 200mila e «difficilmente approderanno al posto fisso», quindi occorre pensare che fare. Da parte sua, la Gelmini ha annunciato anche che il 30% degli oltre 7 miliardi risparmiati con la Finanziaria saranno investiti proprio in razionalizzazione e miglioramento della scuola, con misure quali premi ai docenti, accorpamento delle classi, migliorie nelle strutture. Si vedrà. Opposta la visione dei sindacati, secondo cui i docenti diminuiscono mentre gli alunni aumentano (grazie agli stranieri).

Il Giornale dedica la copertina e la pagina 9: “il maestro unico promosso dal premier” è il titolo con tanto di foto del ministro Gelmini e una scolaresca. Perchè la Gelmini ha seguito le parole del Bossi e ieri alla scuola elementare di Segrate ha fatto  il classico appello degli alunni al primo giorno di scuola, come fa un insegnante.  Sentito Bossi? «Niente polemiche, per me parla il lavoro», dice il ministro che  va sul concreto: «per i precari che non hanno un ruolo si potrebbe prefigurare una loro ricollocazione ». Nota politica o fantapolitica di Borghezio secondo cui Bossi sta cercando di ri-assegnare alla Lega il ministero dell’istruzione.
Numeri in un box: 7 miliardi di euro i risparmi previsti nella finanziaria per la scuola attraverso accorpamenti di alcune classi.  Di questi il 30%  verrà reinvestito nella scuola. 87 sono i maestri che potrebbero essere impiegati nel tempo pieno, dopo l’introduzione del maestro unico.

Piccolo richiamo in prima al maestro unico della Gelmini sul Manifesto, bocciato da Bossi e una intera pagina (la 5) dedicata dal manifesto all’inizio dell’anno scolastico dal titolo “Silvio ferma Bossi e difende la Gelmini”. Nell’articolo si dà conto della posizione di Bossi in un comizio a Torino e si osserva che il leader della Lega ha posto anche in dubbio il “curriculum di Mariastella” «Per capire cosa serve alla scuola devi averci vissuto dentro, essere stato insegnante, aver sentito l’odore della polvere», Insomma, conclude Andrea Gangemi che firma l’articolo, interpretando il Bossi-pensiero «Gelmini sarebbe una incapace». Poi si getta nella dietrologia politica e dando retta ad alcuni rumors Bossi teme la Gelmini come concorrente del Carroccio alla poltrona del Pirellone.
Tornando alla scuola in un articolo sempre di Gangemi sull’idea di far diventare i precari guide turistiche. «Hai studiato una vita per insegnare, ma alla fine potresti fare la guida turistica. I 115mila docenti precari, 16 per cento del totale secondo l’ultima indagine Uil, e il personale Ata, stiano tranquilli: «Stiamo studiando nuove figure professionali per tutti i precari insieme a Bondi, Brunetta, Brambilla e Sacconi, sia dentro che fuori la scuola». Lo dice il ministro dell’Istruzione anche se l’ipotesi, ammette Gangemi, arriva dallo staff ministeriale
In un box il taglio di mille insegnanti per disabili in Sicilia, a fronte dell’aumento degli studenti con disabilità che sono passati dai 20.359 dello scorso anno scolastico ai 25.938 attuali, prova di una maggiore consapevolezza dei loro diritti, come scrive in una lettere al ministro, al presidente della Regione e ai sindacati del coordinamento H, Salvatore Crispi che protesta per il taglio di 996 insegnanti specializzati.



E inoltre sui quotidiani di oggi:

BADANTI
Corriere della Sera – Il focus alle pagine 10/11 è dedicato alle badanti e ai permessi che non arrivano. Sono passati otto mesi da quando sono state presentate le 740mila richieste di regolamentazione. Ad oggi i nulla osta approvati sono stati appena 76.869.

EXPO
Corriere della Sera – A pag 2 del Corriere Milano, il richiamo del cardinale Tettamanzi: «Basta giochi di potere, va ritrovato lo spirito iniziale, non siano dimenticati i problemi di questa città». E annuncia: «Anche la Chiesa avrebbe una parola da dire sull’Expo. Forse lo farò a Sant’Ambrogio nel prossimo messaggio alla città».
La Stampa – Una pagina intera per le osservazioni dell’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi sull’Expo: «Si pensa toppo a come dividere il potere» e poco ai contenuti (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”, ma di questo bellissimo tema qualcuno se ne sta occupando? si è chiesto di recente Tettamanzi). L’Expo secondo il vescovo è un occasione «se permette a Milano di essere sempre più città dell’incontro. Tra religioni e culture differenti, tra collocazioni sociali diverse, tra età della vita distanti». La città dovrebbe farsi promotrice «di quel rinnovamento necessario in una società multireligiosa, multiculturale e multietnica».


PAPA E POLITICA
Avvenire – Primo Piano (5 pagine) dedicato alla visita del Papa a Cagliari, inserendo anche il discorso completo  le risposte dei politici cattolici all’invito del pontefice a trovare una nuova generazione di politici con competenza e rigore morale. Poi pagine sulla nuova nomina di Betori a arcivescovo di Firenze, uno speciale sulle scuole, i master e i finanziamenti agevolati e uno sul nuovo volume di Gilles Kepel e Enzo Bianchi «Dentro il fondamentalismo», sul ruolo delle fedi per nella lotta contro la violenza religiosa.


EUTANASIA
Avvenire: Zapatero ha annunciato una legge sull’eutanasia entro 4 anni. E il giornale dei vescovi attacca l’esecutivo di Madrid, riportando le critiche dei porporati spagnoli e un editoriale di Luigi Geninazzi che attacca soprattutto il ministro della sanità, Bernat Soria, il quale ha affermato (parole di Soria) «presto verranno tolti gli ostacoli giuridici che impediscono il suicidio assistito. In Questo modo un cittadino avrà il diritto di mettere fine alla propria vita anche se non si trova in una situazione terminale». Per Geninazzi il governo, stretto nella crisi economica, «incapace di garantire una vita più decente promette a tutti una “buona morte”.

CARCERE
La Repubblica – Il quotidiano diretto da Ezio Mauro torna su braccialetti e prigioni. “Cinque anni a chi sfugge al braccialetto”: ne parla a pagina 4 Liana Milella, spiegando che la sanzione sarebbe un contentino per la Lega. C’è anche la testimonianza di un detenuto che l’ha provato: “Un incubo quelle irruzioni ho preferito tornare in cella”: il sistema non ancora perfezionato scattava quando andava in bagno o sul balcone, anche di notte. Ecco spiegato il titolo e la conclusione: «è chiaro – dice il nostro – che è meglio scontar la pena a casa. Purché abbiano perfezionato il sistema».

THYSSEN
la Repubblica– Nella pagina spettacoli, Maurizio Crosetti fa la cronaca della proiezione del film di Calopresti: “Thyssen il giorno di lacrime e rabbia per quei sette morti sul lavoro”. Molta commozione ovviamente. Si parla soprattutto della telefonata di richiesta d’aiuto fatta da una delle vittime. Il sonoro era nel film. Poi è stato tolto perché troppo duro. Il film esce venerdì.

8 SETTEMBRE
Il manifesto – La copertina è dedicata all’intervento di La Russa. In prima vecchio manifesto delle brigate nere e il titolo “Legami di sangue” con questo richiamo «Rendiamo omaggio ai soldati di Salò che difesero la patria». Dopo le «revisioni» di Alemanno è il ministro La Russa a rivendicare le radici della destra italiana. E lo fa l’8 settembre, a Porta san Paolo, di fronte al Presidente Napolitano e contro la sua difesa della Resistenza. Sempre in prima Marco Revelli con il titolo “Perché stupirsi?” scrive: “Ignazio La Russa è un fascista (può sembrare anacronistico, ma è così). Era fascista trent’anni fa, quando bazzicava piazza San Babila. Ha continuato a essere fascista per tutto il tempo in cui ha ricoperto alte cariche di un partito, il Msi, che aveva nel proprio simbolo il saluto al duce…(…) È fascista culturalmente. Politicamente. Anche antropologicamente, lasciatemelo dire, tanto da sembrare una caricatura del fascista… (….)I «regimi» nascono, e soprattutto si manifestano anche così: non solo con i fatti, ma con le parole. E se dei fatti (e misfatti) di questo governo le vittime sono gli «ultimi», quelli su cui è facile maramaldeggiare (i migranti, i rom, i precari, i senza voce…) delle parole vittima sono i «primi»: i fondatori di questa Repubblica che si appanna e svanisce». Ben due le pagine dedicate al tema con il titolo «Fiuggi addio. Tutti a Salò»

MUTUI
Il manifesto – Piccolo richiamo in prima con un corsivo di Galapagos sul capitalismo sfrenato salvato dallo stato e poi quasi due pagine dedicate al salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac dal titolo dominante “Salvagente pubblico”. Era dalla grande crisi del ’29 che lo stato non interveniva così massicciamente per evitare il tracollo del sistema finanziario privato. Nella patria del liberismo sfrenato lo stato nazionalizza Fannie Mae e Freddie Mac, due società finanziarie che hanno in mano 5.200 miliardi di mutui che scottano. Si osserva anche in un articolo che l’euforia è più europea mentre Wall streeet è scettica

RICERCA
La Stampa – “I big dei farmaci alleati del diabete. Bloccano la ricerca: guadagnano di più con le cure“: il quotidiano di Torino intervista Camillo Ricordi, italiano che negli Usa dirige il prestigioso Diabetes Research Institute di Miami, sulla ricerca nel campo delle staminali. E il professore nel corso dell’intervista afferma che le multinazionali del farmaco investono poco o niente nella ricerca per vincere il diabete. Pochi giorni fa due Big Pharma hanno comunicato il loro mancato interesse in questo campo. Il motivo? Si tratta di “financial marketing consideration”, alle multinazionali conviene di più continuare ad avere persone malate e investire in nuovi farmaci che eliminare il problema. E’ un problema che riguarda anche le cure per il cancro, aggiunge il professore, «ecco perché sarebbe meglio che non fosse lasciato tutto in mano ai privati».


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