Non profit

Scuola? Belle intenzioni ma pochi spiccioli e risorse

L'autonomia scolastica rischia di rimanere sulla carta, se non arrivano i fondi necessari per renderla effettiva

di Luigi Mariani

Ho letto sull?ultimo numero di ?Vita? il servizio sulla scuola. Vorrei sapere qualche cosa di più sul tema dell?autonomia. Anche perché nella mia scuola il budget per l?autonomia è di lire, udite udite, 3 milioni. Paolo C., Roma Risponde Luigi Mariani La legge che ha avviato, dopo lunghe diatribe, il processo dell?autonomia per le scuole è la n. 59 del marzo 1997, una delle cosiddette ?Bassanini?. Sulla cui base sono stati emanati decreti, direttive e circolari che la rendono operativa da questo anno scolastico. D?ora in poi, i singoli Istituti potranno adattare l?organizzazione scolastica alle proprie esigenze e modificare la didattica secondo un proprio piano formativo. Per esempio, dal punto di vista organizzativo, potranno intervenire sul calendario scolastico, sulla durata delle ore di lezione, sull?utilizzo dei docenti; per la didattica potranno modificare metodi, tempi e strumenti dell?insegnamento. Il tutto rispettando alcune direttive di base – come il numero di giorni di lezione o i programmi nazionali – uguali per tutti. In sostanza, si dovrebbe passare da una scuola identica in tutti i luoghi e in tutte le circostanze – salvo le varie sperimentazioni – a scuole che propongono percorsi formativi diversificati e modellati sulle necessità di alunni e territorio. Ogni Istituto si dovrebbe presentare, tra qualche anno, con un suo volto ben definito. Per introdurre le innovazioni non serviranno più autorizzazioni: ogni scuola può elaborare un proprio piano in uno o più settori e metterlo in pratica. Le proposte possono essere avanzate anche da genitori e studenti, fermo restando le competenze del Consiglio dei docenti e del Consiglio di istituto. Possono essere elaborate anche in collaborazione con gli Enti locali. Sicuramente è una novità di rilievo per la scuola, organizzata finora in maniera del tutto centralistica. Una novità che deve comunque ancora essere giocata. I primi tentativi non saranno facili. Gli strumenti sono ancora da approntare: dalla formazione degli insegnanti alla disponibilità delle risorse, troppo poche. Anche dal punto di vista finanziario non bastano certo i 500 miliardi stanziati, che sono, è vero, qualche milioncino per ogni scuola. Ma il segnale è certamente positivo e potrà con tempo e calma, produrre buoni risultati. A patto che sia accompagnato dalla riforma.


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