Famiglia

Scuola/2: le private e il sostegno. Il disabile è statale?

Scatta l’obbligo di accogliere alunni disabili anche per le scuole non statali. Ma mancano fondi e insegnanti.

di Cristina Corbetta

L?anno scorso 6.200 famiglie hanno iscritto il proprio figlio disabile in una scuola non statale. Per la prima volta si può parlare di numeri reali e non di stime, grazie a un lavoro statistico del ministero, che ha contato gli alunni in situazione di handicap dall?asilo alle superiori. Pochissimi, rispetto alla scuola di stato, dove se ne contano 132mila.
Secondo l?analisi, il dato è destinato ad aumentare: “Fino all?istituzione delle scuole paritarie”, spiegano gli estensori del rapporto, “i disabili nelle scuole non statali erano concentrati in alcune scuole speciali, oppure, nel caso delle elementari parificate, erano previste sovvenzioni qualora fossero accolti alunni disabili. Oggi invece ciò è diventato uno dei requisiti essenziali per ottenere la parità”.

I fondi sulla carta
Ma sono pronte, le scuole non statali, ad accogliere disabili? La nuova legge sulla parità scolastica parla chiaro: le scuole dovranno accogliere tutti gli alunni disabili, eliminare le barriere architettoniche, dotarsi di insegnanti di sostegno e di personale ausiliario. In cambio, potranno accedere allo stanziamento di 7 miliardi annui per il sostegno.
“La legge è chiarissima”, conferma il professor Giovanni Piccardo, presidente della Federazione italiana licei linguistici e istituti scolastici non statali-Filins. “Non altrettanto certi sono invece i percorsi per accedere ai fondi. Per il momento, questi soldi sono sulla carta. Intanto lo Stato ci obbliga ad accogliere i disabili, con oneri economici molto alti, perché gli insegnanti costano”.
E allora che cosa hanno trovato le seimila famiglie che hanno iscritto il proprio figlio disabile a una scuola non statale? La risposte sono tante quante le scuole perché ciascun istituto fa quello che può. “Le scuole elementari parificate possono fare richiesta di insegnanti di sostegno in Provveditorato”, spiega don Gianluigi Panzeri, rettore del Collegio Volta di Lecco, 600 alunni dalla materna al liceo, “le medie e le superiori no. E allora si fanno i salti mortali per garantire il diritto allo studio. Noi abbiamo una bambina disabile alla materna, e il suo insegnante è pagato dalla Federazione italiana scuole materne. Alle medie c?è un ragazzino il cui insegnante di sostegno è pagato dalla famiglia. Per gli handicap fisici possiamo contare sulle assistenti del Comune. Pagare noi gli insegnanti di sostegno? È fuori discussione, il costo sarebbe troppo elevato”.

Quali risorse?
D?accordo Delio Vicentini, vicesegretario della Fism: “Le risorse per accogliere disabili non ci sono. Il settore andrebbe regolamentato inquadrandolo nei limiti della legge quadro sull?handicap. L?errore del ministero è di non considerare il diritto del disabile alla formazione a prescindere dal tipo di scuola frequentata. Se non si partirà da qui, i contributi per le nostre scuole saranno poco più che elemosina”.

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