Non profit
Scudetto del cuore 2002. La Juventus. E poi gli ultimi
Le 18 squadre di serie A vagliate per le loro iniziative sociali e di solidarietà. Progetti, sponsorizzazioni, testimonial, partite benefiche.
Bene, bravi, bis. Dopo la vittoria in campionato, i bianconeri si aggiudicano anche lo scudetto del cuore. Uno scudetto che Vita assegna sulla base del numero dei progetti, sulla loro rilevanza economica e sociale, sulla loro continuità e su quanto questo impegno societario coinvolge i giocatori. E da quest?anno una novità, c?è anche il punteggio per il comportamento sul campo (ammonizioni espulsioni e falli, secondo le statistiche di Dsp). La Juventus vince il titolo, per la seconda volta consecutiva, grazie alle tante iniziative di solidarietà inserite in un progetto con ingenti budget d?intervento. Sono tre i filoni d?impegno della Juve, ciascuno dei quali è fonte di altre attività. Una reazione a catena che coinvolge direttamente centri come il Sermig o l?Associazione Gruppi di volontariato Vincenziano, fino a coinvolgere istituzioni, come la facoltà di Economia e commercio dell?Università di Torino. Il Sogno per il Gaslini ha chiamato all?impegno diretto i calciatori, che hanno fatto visite frequenti all?ospedale genovese , dato i loro volti per la realizzazione di un calendario e autografato le T-shirt con la scritta Il Sogno continua.
Al posto d?onore c?è il Lecce. La società salentina ha sostenuto una serie d?iniziative importanti, considerando che è una società ?piccola? a confronto del gigante bianconero. Con la maratona televisiva Cuore amico, su Telerama, ha raccolto fondi per finanziare delicati interventi chirurgici per una ventina di bambini. Ha partecipato all?iniziativa Special Olympics (giochi per portatori di handicap). Ha regalato 150 abbonamenti ai disabili che ne hanno fatto richiesta. Ma su tutto spicca il progetto Insieme U.s. Lecce: diamo un calcio all?emarginazione, a favore dello sport giovanile in Albania. La squadra salentina ha realizzato tre scuole calcio che accolgono gratuitamente 400 bambini con difficoltà d?ordine sociale. I tre campus hanno il fine di allontanare i bambini dalla strada e per questo sono seguiti negli studi da operatori del Cefa e dalle suore Marcelline di Lecce. Aspetto interessante è che il progetto è a tempo indeterminato e che sono stati messi a punto tre campi da calcio: gli unici in erba a disposizione in Albania sui cui rettangoli di gioco, invece, domina il fango.
Un terzo posto, con tre squadre a pari merito: Inter , Brescia e Perugia. Da quando il primario del reparto oncologico dell?ospedale Silvestrini ha confidato a Serse Cosmi che le visite sue e dei giocatori provocano sensibili miglioramenti agli ammalati, ecco che il Perugia ha realizzato una serie d?iniziative particolarmente coinvolgenti per atleti e allenatore. Il legame tra i grifoni e la città è molto forte e lo dimostrano le raccolte fondi per le strutture locali, tra le quali l?Opera don Guanella e il Centro trapianti intitolato ad Andrea Fortunato, il giovane terzino della Juve morto di leucemia sette anni fa.
Inter ancora terza
L?attivismo sociale dei nerazzurri di Moratti non è nuovo. Tra le tante iniziative spicca il rapporto privilegiato con Emergency e, soprattutto, il progetto di lunga durata Inter-campus che vede la società milanese, da anni, in prima linea nell?inserimento sociale dei ragazzi che abitano nelle aree più disagiate del mondo. Dalla Cina alla Romania, dal Camerun a Israele e Palestina, senza dimenticare il Sud America. Se il campionato ha bocciato il Verona, la squadra scaligera si è invece distinta nel campo della solidarietà a dispetto dell?approdo in serie B. Le iniziative promosse dall?Hellas sono veramente tante, in partnership con diverse associazioni nazionali e locali per campagne di sensibilizzazione e raccolte fondi a favore di ong e missioni in Africa.
In buona posizione si piazzano anche i granata. Il Torino finanzia la missione Mato Grosso di don Aldo Rabino ed è in prima linea nelle adozioni a distanza tanto che sono già 11 i giocatori ?papà a distanza? con la maglia del Toro.
Tra i giocatori, molto attivi quelli di Bologna e Parma, da segnalare anche se la classifica privilegia l?impegno delle società piuttosto che quello dei singoli. Pagliuca, Macellari, Brighi, Gamberini, Zaccardo e Castellini del Bologna sono impegnati soprattutto per la lotta all?Aids. Inoltre, la società felsinea è tra i promotori della campagna che prevede la distribuzione gratuita di defibrillatori. Cannavaro del Parma è testimonial Aido e, assieme ai compagni Di Vaio e Frey, si è impegnato per la raccolta fondi a favore di Emergency. Anche per i giocatori del Milan l?impegno più sentito è quello verso i reparti pediatrici dei maggiori ospedali milanesi. Da segnalare, Paolo Maldini testimonial Unicef e Andrej Scevchenko è attivo nei confronti degli immigrati dell?Est Europa. La società rossonera, però, che aveva buone chance grazie al fair play dei giocatori, non ha saputo imitare lo stile Juventus nella solidarietà. Povero diavolo.
a cura di A. Nembri,
P. Manzo e N. Calzaretta
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