Formazione
Scrittori romeni: la sorpresa del Salone di Torino
Expoloit di nuovi autori alla kermesse libraria
di Redazione
Scherzando, ma non troppo, i romeni la considerano la principale tra le loro città «fuori dai confini della Romania». Di certo, Torino è una città-laboratorio, non solo sul terreno dell’integrazione, ma anche su quello dello scambio tra culture. A Torino c’è un consolato generale rumeno e operano decine di mediatori culturali che hanno permesso di affrontare la sfida della forte immigrazione conseguente alla caduta del regime di Nicolae Ceausescu.
Sempre a Torino si pubblica un settimanale in lingua e il Comune ha messo a disposizione un portale che traduce in romeno le informazioni sulla vita pubblica della città, oltre che un tg quotidiano. La città, poi, intrattiene rapporti proficui di scambio con la Romania, soprattutto grazie all’università che, nella sua facoltà di Lingue e letterature straniere, nel 1863 ha ospitato la prima cattedra di lingua romena in Italia.
Non è dunque un caso che la Romania sia oramai da molti anni presente, con un proprio stand, al Salone del Libro di Torino. Quest’anno l’Istituto romeno di cultura umanistica di Venezia e il Centro nazionale del libro dell’Istituto culturale romeno di Bucarest hanno organizzato un “altro” programma, dedicato alla letteratura romena dei nostri giorni, con la presenza di più di 50 tra ricercatori e scrittori che cominciano a farsi conoscere anche nel nostro Paese. Gabriela Adamesteanu, Vasile Ernu, Florina Ilis, Nora Iuga, Florin Lazarescu, Rasvan Popescu, Adina Rosetti, Doina Rusti, sono solo alcuni degli autori ospitati nei 72 mq di uno stand apprezzatissimo, anche dal punto di vista estetico, grazie alle fotografie di Mircea Struteanu. Il 2011 verrà d’altronde ricordato come l’anno in cui i nuovi scrittori romeni hanno finalmente rotto l’ultimo confine, arrivando in Italia con una serie impressionante di titoli. Si va da La sessantenne e il giovane di Nora Iuga alle Relazioni morbose di Cecilia Stefanescu, editi dalla giovane casa editrice fiorentina Nikita, da L’incontro di Gabriela Adamesteanu (Nottetempo) alla Casta dei suicidi di Lucian Dan Teodorovici (Aisara). Dal classico Norman Manea col suo Rifugio magico (Il Saggiatore), fino alle proposte della catanese Bonanno (Rasvan Popescu, Doina Rusti). Ma questo, ci racconta Dana Bleoca, dell’Istituto culturale di Bucarest, è solo l’inizio. Il 2012, infatti, vedrà la Romania ospite d’onore al Salone. Un’occasione in più per «ribadire un legame antico con Torino e l’Italia, nel segno di quel “piccolo, grande mondo” chiamato “libro”».
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