Fondazione Telethon

Screening genomico alla nascita? Ancora prematuro

Presentati i risultati di uno studio tutto lombardo volto ad analizzare utilità, fattibilità e implicazioni dello screening genomico alla nascita. Soluzione bocciata, ancora troppe le cose che non si sanno sul legame tra varianti geniche e malattie. Sulla raccolta e l'interpretazione dei dati genetici c'è il sì della popolazione

di Nicla Panciera

Pensare allo screening genomico neonatale per individuare malattie genetiche rare alla nascita, prima della comparsa dei sintomi, è prematuro per ragioni legate all’insufficiente conoscenza del significato clinico di alcune varianti che potrebbero essere individuate. A dirlo un lavoro, il Progetto RINGS – sequenziamento del genoma del neonato: fattibilità ed implicazioni cliniche, etiche, psicologiche ed economiche, coordinato da Fondazione Telethon, realizzato in partnership con la Federazione Italiana Malattie Rare Uniamo e ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, commissionato da Regione Lombardia. Scopo del progetto era quello di fornire indicazioni rispetto all’introduzione nel sistema sanitario regionale delle tecnologie di Whole Genome Sequencing (Wgs) – la determinazione dell’intera sequenza, o quasi, del Dna di un individuo – per identificare alla nascita malattie genetiche a esordio infantile.

Lo studio Rings ha valutato gli impatti, la sostenibilità e la realizzabilità di uno screening genomico neonatale guardando a vari elementi, come la rilevanza clinica dello screening genetico neonatale, l’impatto organizzativo sulle strutture sanitarie, l’impatto economico sul sistema sanitario regionale oltre ai risvolti etici, psicologici e sociali per le famiglie coinvolte. Attraverso un percorso aperto e partecipato sono state, inoltre, considerate la percezione pubblica dei cittadini lombardi, tematiche di governance e regolazione e le implicazioni legali relative alla sicurezza e alla privacy dei dati raccolti.

L’opportunità di utilizzare la lettura completa del genoma di un neonato, resa progressivamente più rapida e meno costosa dagli avanzamenti delle tecnologie, per individuare precocemente un numero ancora maggiore di malattie genetiche è oggetto di dibattito internazionale. L’analisi italiana ha concluso che la mancanza di conoscenze sul reale significato clinico delle varianti genetiche individuabili rende prematuro il ricorso al Wgs come strumento di screening e lo stesso dicasi per l’eventuale selezione di un determinato pannello di geni da considerare. Inoltre, quanto al test, rimane il tema della reale capacità predittiva dello sviluppo di una malattia e quindi dell’opportunità di comunicarne i risultati ai genitori.

Il sequenziamento dell’intero genoma rimane particolarmente utile in ambito diagnostico, sia come strumento diagnostico di secondo livello per neonati con sintomi patologici alla nascita compatibili con alterazioni genetiche o screening metabolico alterato, sia per neonati che presentano quadri clinici complessi non diagnosticabili con altre tecnologie.


Buone notizie sul fronte della società: i cittadini lombardi partecipanti alla consultazione pubblica sui temi del progetto hanno espresso valutazioni positive in termini di curiosità e fiducia nella possibilità di conoscere le caratteristiche genetiche delle persone attraverso l’analisi del Dna per la grande speranza e fiducia riposta nella scienza medica e in particolare nella genetica.

«Abbiamo partecipato come partner clinico a questo progetto mettendo a frutto la nostra esperienza nell’analisi del genoma nel percorso diagnostico-genetico dei bambini affetti da malattia genetica rara», afferma Maria Iascone, responsabile del Laboratorio di Genetica medica della Asst Papa Giovanni XXIII. «Nonostante le scarse evidenze sulla fattibilità di uno screening genetico di massa, dallo studio Rings emerge l’indicazione sull’opportunità di avvalersi più spesso del sequenziamento dell’intero genoma su pazienti con malattia già conclamata. Questo in futuro permetterà di risparmiare a molti pazienti e ai loro caregiver lunghe ed estenuanti odissee diagnostiche».

Esiste già uno screening per identificare precocemente alcune malattie genetiche rare: in Italia lo screening neonatale esteso è obbligatorio e gratuito in tutti i punti nascita e consente di ricercare già nelle prime ore di vita di un bambino la possibile presenza di 49 malattie genetiche rare di tipo metabolico per le quali sono disponibili interventi terapeutici. Che cosa saremmo capaci di scoprire dall’intero genoma e quando dipende tutto dalla ricerca e da quanto il paese saprà supportarla.

«Con il sequenziamento del genoma neonatale siamo oggi in grado di anticipare l’individuazione di un ampio spettro di malattie genetiche rare e quindi di intervenire precocemente e in modo mirato» ha dichiarato Francesca Pasinelli, consigliere delegato di Fondazione Telethon «Il Progetto Ringsè stato impostato come processo aperto e partecipativo per approfondire tutte le implicazioni di un potenziale screening neonatale di massa. Fondazione Telethon ritiene sia necessario avere un dialogo costante con tutti i portatori di interesse dalle istituzioni regionali e nazionali e internazionali, medici, ricercatori e famiglie perché questa tematica è di importanza vitale e ha effetti di lungo periodo sulla medicina preventiva pubblica, sul sistema sanitario e sulla salute delle prossime generazioni».

Foto di Sangharsh Lohakare su Unsplash

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