Sostenibilità
Scorie? L’aut-aut di Bruxelles
Obbligo di deposito definitivi e niente "export". Un'altra tegola sull'atomo all'italiana
di Redazione
La Commissione europea ha proposto nuove norme di sicurezza per lo smaltimento del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi prodotti dalle centrali nucleari e nell’ambito della medicina e della ricerca. La direttiva presentata chiede agli Stati membri di mettere a punto programmi nazionali indicanti quando, dove e con che modalità intendano costruire e gestire depositi per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti, tali da garantire i più elevati standard di sicurezza. La direttiva rende vincolanti in Ue le norme di sicurezza concordate a livello internazionale e prevede sanzioni in caso di loro violazione.
“Il problema della sicurezza riguarda tutti i cittadini e tutti i Paesi dell’Ue, siano essi a favore o contro l’energia nucleare – ha sottolineato il commissario all’Energia, Gunther Oettinger – Dobbiamo assicurare di applicare le norme di sicurezza più rigorose esistenti al mondo per proteggere i cittadini, l’acqua e il suolo dalla contaminazione nucleare. La sicurezza non conosce confini. Un incidente che avviene in un Paese può avere effetti devastanti anche in altri”.
L’Europa interviene quindi sul nodo mai risolto dei depositi definitivi (che ancora nessuno ha), con la proposta del il commissario Ue all’Energia Guenther Oettinger: «La proposta prevede che entro il 2015 tutti gli stati membri notifichino alla Commissione i rispettivi programmi nazionali, calendarizzati, per la costruzione di depositi definitivi per lo stoccaggio dei residui nucleari. Bruxelles potrà chiedere di modificarli, se lo ritenesse opportuno. I centri di stoccaggio potranno essere utilizzati da due o più Stati di comune accordo. La popolazione dovrà essere informata e associata al processo decisionale. Le licenze di costruzione saranno date da Autorità indipendenti con il compito di verificare il rispetto delle norme di sicurezza fissate dall’Aiea (Agenzia internazionale dell’energia atomica), che diventeranno giuridicamente vincolanti. Non sarà più consentita “l’opzione a basso costo e a bassi standard di sicurezza”, cioè l’export delle scorie verso i paesi terzi. “Tutte dovranno essere stoccate nel territorio comunitario e tutti i paesi Ue dovranno assumersene la responsabilità” ha insistito il commissario all’Energia. Per il futuro comunque, sottolinea Oettinger, chi farà nuove centrali dovrà anche costruire contestualmente il deposito permanente per le scorie».
Una tegola sul nucleare italiano, visto che il deposito nazionale non c’è, non è nemmeno ipotizzato, dopo il tentativo fallito di Scanzano Ionico.
L’esecutivo europeo infine ricorda che, a più di 50 anni dall’entrata in funzione del primo reattore nucleare (nel 1956 a Calder Hall, Regno Unito), non esistono ancora depositi per lo stoccaggio definitivo.
Ogni anno sono prodotti nell’Ue 7.000 metri cubi di scorie ad alta attività radioattiva, che per la maggior parte sono conservate in depositi provvisori: se da un lato questi sono necessari per ridurre la temperatura degli elementi combustibili e diminuire l’intensità delle radiazioni, dall’altro non possono costituire una soluzione di lungo termine perché hanno bisogno di manutenzione e sorveglianza continue. Inoltre questi depositi, per il fatto di essere in genere ubicati in superficie o appena al di sotto, sono esposti al rischio di incidenti come disastri aerei, incendi e terremoti.
Gli scienziati e gli organismi internazionali, quali l’Aiea, concordano dunque sul fatto che lo stoccaggio in formazioni geologiche profonde costituisca la soluzione più appropriata per lo smaltimento di lungo termine delle scorie nucleari ad alta attività radioattiva. Nello specifico, la direttiva presentata a Bruxelles stabilisce che, entro quattro anni dall’adozione del testo, gli Stati membri sono tenuti a elaborare programmi nazionali comprendenti piani per la costruzione e la gestione di impianti di smaltimento, un calendario preciso per la loro realizzazione, le tappe fondamentali e le attività necessarie per applicare il tipo di smaltimento previsto, la valutazione dei costi e i sistemi di finanziamento prescelti.
I programmi nazionali dovranno essere notificati e la Commissione potrà chiedere agli Stati membri di modificarli. Due o più Stati membri potranno decidere di utilizzare un deposito per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti ubicato sul territorio di uno di essi. Inoltre, non sarà consentito esportare scorie nucleari destinate allo smaltimento definitivo verso Paesi non Ue e l’opinione pubblica dovrà essere informata dagli Stati membri e coinvolta nel processo decisionale relativo alla gestione delle scorie nucleari.
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