Cultura

Scooperation: le notizie “in off” della cooperazione

La rubrica della Cooperazione Internazionale, ogni venerdì in versione esclusivamente online

di Paolo Manzo

Come previsto un mese fa… … da Scooperation è una donna, per la prima volta, il sostituto di Alain Giorgio Maria Economides alla Direzione generale Cooperazione allo sviluppo. Venerdì 13 giugno infatti il Consiglio dei Ministri ha deciso che il posto di Economides sarà occupato dal ministro plenipotenziario Elisabetta Belloni, sino a quel momento direttrice dell’Unità di crisi della Farnesina. Finalmente pari opportunità e, naturalmente, in bocca al lupo. “L?attenzione ai paesi più poveri… … e il rilancio della cooperazione allo sviluppo devono divenire prioritari nella politica estera dell?Italia. Il prossimo anno il nostro paese ospitera il G8 e il Governo italiano non puo presentarsi inadempiente rispetto agli impegni assunti a livello internazionale”. Arturo Alberti, presidente di LINK 2007, l?associazione per la cooperazione allo sviluppo che raggruppa undici importanti Ong italiane. Avsi, Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Medici con l?Africa Cuamm, Gvc, Icu, Intersos, Lvia, Movimondo, ha inviato al ministro degli Esteri Franco Frattini e ai presidenti delle Commissioni Esteri del Senato Lanberto Dini e della Camera Stefano Stefani un documento di proposta per rilanciare, da subito, la cooperazione allo sviluppo. “Nei recenti anni passati è andato consolidandosi un generale consenso delle forze politiche su alcune linee che possono permettere un rilancio della cooperazione. Ci sono ormai tutte le premesse perché durante questa legislatura sia approvata la riforma della legge del 1987: vent?anni, in cui il mondo e cambiato”. Basandosi sugli elementi di consenso politico, che vengono elencati e riproposti per la riforma, le Ong di LINK 2007 chiedono che, pur con l?avvio del lavoro di riforma della legge, il Governo emani un Decreto Legge per garantire alla Cooperazione allo sviluppo una chiara direzione politica e gli strumenti necessari per essere attuata dignitosamente. In particolare, si propone: 1) una programmazione coerente degli interventi, con priorità definite e con chiari e verificabili obiettivi; 2) una flessibilità nella gestione delle risorse, attraverso lo strumento della contabilità speciale, pur nella severità della gestione e del controllo; 3) l?adeguamento dell?organico della Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo; 4) l?istituzione di una consulta per la cooperazione che rafforzi la sussidiarietà e valorizzi quanto il sistema Italia, ed in particolare il mondo non governativo, sta producendo in azioni, idee e proposte concrete. LINK 2007 chiede inoltre l?aumento delle risorse finanziarie – obbligatorio, non solo per ragioni di giustizia ma anche per il ruolo internazionale che l?Italia deve meritarsi – a partire dalla prossima legge di bilancio, cioè da subito, secondo gli impegni assunti in sede europea e comunque in misura percentuale non inferiore alle annunciate previsioni per le spese militari. La Farnesina formerà… … 10 videogiornalisti universitari libanesi. Il corso di ”Capacity building course: Audiovisual and New Media” che la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) ha promosso si terrà a Beirut dal 23 giugno al 2 luglio, sono iscritti dieci giovani di diverse confessioni religiose selezionati dalle organizzazioni Al-Jana di Beirut, Yasour e Sour City di Tiro in diverse regioni del Paese. Il programma, condotto da giornalisti dell’Agi e cine-operatori di Sole e Luna Doc Fest, prevede la preparazione di un reportage sulla realtà socio-culturale in Libano. Gli studenti completeranno la formazione in Italia, a Palermo, dal 20 al 27 luglio partecipando alle attività Festival internazionale di documentari su Mediterraneo e Islam, insieme con colleghi della facolta’ di Lettere-Dams dell’ateneo palermitano. Il reportage sul Libano sarà proiettato durante la manifestazione. Manodopera a basso prezzo? Archiviata l’inchiesta della Procura di Roma… … sul progetto di cooperazione ambientale tra l’Italia ed il Kenya per la bonifica della discarica di Dandora e che avrebbe dovuto esser finanziato con una cifra di poco superiore ai 700mila euro. Lo stanziamento in seguito alle denunce di alcuni missionari comboniani era stato bloccato nel maggio 2007 dal ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Nel fascicolo del procuratore aggiunto Maria Cordova erano indagati per truffa il direttore generale del ministero dell’Ambiente, Corrado Clini ed i soci dell’Eurafrica, Tiziana Perroni Vittorio Travaglini, Renzo Bernardi e Bruno Calzia. Nella richiesta di archiviazione si motiva l’istanza spiegando: “A seguito degli approfondimenti investigativi disposti e dall’interrogatorio di alcuni indagati non sono emersi elementi concreti in ordine ai reati prospettati”. Tanto rumore per nulla? Palestinesi ed Israeliani… … insieme in uno stesso tavolo a parlare di cooperazione internazionale. Questo il primo risultato raggiunto dall’incontro organizzato dal 7 al 10 giugno dal comitato CRI Roma sul tema della Cooperazione nell’Area Mediterranea che ha visto la partecipazione di rappresentanti di Egitto, Palestina, Israele, Giordania e Italia, oltre che della segreteria mediterranea di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa di Barcellona e della Federazione. ”E’ la prima volta che un Comitato territoriale della CRI promuove una iniziativa del genere”, ha detto il presidente nazionale CRI, Massimo Barra. Speriamo sia la prima di una lunga serie, c’è bisogno di pace da quelle parti e la cooperazione internazionale può servire più dei missili. Benché il diritto al cibo abbia riacquistato… … un “ruolo centrale” nell’agenda internazionale, “l’Italia non ha fatto pienamente la sua parte, e le conclusioni del vertice Fao sono frutto della mancata volontà dei governi di tutelare veramente le popolazioni povere e vulnerabili”. Così Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid. La decisione di istituire una task force delle Nazioni Unite per affrontare la crisi dei prezzi del cibo, secondo ActionAid “indebolisce di fatto la Fao, che ha come specifica missione affrontare le problematiche legate allo sviluppo agricolo e alla fame”. L’Italia “avrebbe dovuto prendere impegni concreti”. Pessimismo cosmico o sano realismo? Il 21% delle imprese italiane “fa ricorso al lavoro immigrato… …perché i cittadini stranieri sanno lavorare, perché sono disponibili per lavori su cui è difficile trovare manodopera italiana, perché costano meno. La loro presenza è ormai considerata strutturale”. Il dato è emerso dal Rapporto sui diritti globali 2008, curato da Cgil, Arci, ActionAid, Antigone, Cnca, Forum Ambientalista, Gruppo Abele e Legambiente. Buona parte delle imprese italiane, nel 2007, sempre secondo il Rapporto, “sembra godere di buona salute”: fatturati e utili “delle maggiori aziende hanno viaggiato a un ritmo cinese, superiore del 10% rispetto all’anno precedente”. Ma il 2007 ha anche “condotto la crisi del sistema sicurezza in una situazione avviata verso il punto di non ritorno, se non si interviene, innestando controtendenze efficaci. “Le strutture cardine del sistema sicurezza italiano” spiega il Rapporto, “hanno mostrato tutta la loro interna corrosione: si viaggia a un ritmo di ben oltre 1.000 morti sul lavoro e più di 900.000 infortuni all’anno”. I salari italiani, tuttavia, “sono piegati dall’inflazione, tornata a crescere in maniera forte nell’ultima parte del 2007 e in maniera impetuosa nella prima parte del 2008. Da gennaio 2007 a gennaio 2008 l’aumento dei salari su base annua è stato del 2,5%, un punto in meno dell’inflazione. I salari italiani si trovano al 23esimo posto su trenta Paesi Ocse, solo nel 2004 erano in 19esima posizione. La retribuzione media di un lavoratore italiano senza carichi di famiglia, in termini di parità del potere di acquisto, è di 19.861 dollari (13.000 euro, mille al mese) contro la media dell’Europa dei 15 di 26.434 dollari e dei paesi Ocse di 24.660 dollari. I cinque top manager più pagati nel corso del 2007 hanno incassato stock option escluse, 102 milioni di euro; considerando i primi 50 top manager si arriva a un incasso complessivo superiore a 300 milioni di euro. Con una media di 6 milioni di euro a testa, questi signori guadagnano una cifra superiore 400 volte a un salario operaio. Supergulp! Non è cooperazione internazionale in senso stretto ma Scooperation è rimasta basita nel leggere questi numeri che dovrebbero far arrossire chi di dovere…


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