Welfare

Scontro Congo-Rwanda davanti alla Corte dell’Aja

Il governo di Kabila accusa la leadership ruandese di genocidio. Quest'ultima rigetta ogni addebito e mette in dubbio la competenza del Tribunale internazionale

di Benedetta Verrini

Il conflitto che da oltre tre anni sta devastando le popolazioni della regione dei Grandi Laghi è finito davanti ai giudici della Corte internazionale di giustizia dell?Aja, in Olanda. Lo riferisce l’agenzia Misna, riportando la posizione della Repubblica democratica del Congo (Rdc), che imputa al Rwanda l?aggressione armata del Paese, il genocidio di oltre 3 milioni e mezzo di congolesi, crimini contro l’umanità, sfruttamento illecito delle sue risorse quali diamanti, oro, coltan. Come prova di massacri deliberati, di atti di barbarie e di violazioni flagrante e massiccia di diritti umani, il rappresentante del governo di Joseph Kabila, ha citato l?abbattimento a Kindu il 9 ottobre 1998 di un Boeing 727 della compagnia ?Congo Airlines? (in cui morirono 40 civili) e i recenti massacri di Kisangani, definiti ?un bagno di sangue?, che hanno provocato la morte di centinaia di innocenti. Nel corso dell?udienza accordata alla delegazione congolese, il ministro dei diritti umani dell?ex Zaire, Alphonse Ntumba Luaba, ha parlato di ?pratiche criminali, uccisioni e saccheggi? che fanno parte della ?strategia di terra bruciata praticata dal Rwanda sul suolo congolese?. Il ministro ha espresso rammarico nei confronti della comunità internazionale, capace solo di esprimere condanne e scrivere risoluzioni ma che tuttavia rimangono lettera morta. Alla Corte dell?Aja Kinshasa chiede la ferma condanna dell?aggressione di tre milioni e mezzo di cittadini congolesi e di dichiarare il Rwanda colpevole di genocidio. L?altra richiesta importante, riferisce sempre Misna, riguarda l?adozione di misure ?per evitare che dei pregiudizi irreparabili siano causati ai suoi diritti e a quelli della sua popolazione dall’occupazione di una parte del suo territorio da parte di truppe rwandesi?. Il Congo ha ribadito anche una richiesta di ?immdiato embrago? contro il Rwanda non solo sulle armi in direzione di Kigali, ma anche su oro, diamanti, coltan il cui saccheggio sistematico sta continuando, come ha denunciato recentemente anche una commissione di inchiesta inviata dall?Onu. Da parte sua il Rwanda ha respinto gli addebiti mossi dal Congo. Il procuratore generale della repubblica ruandese, Gerard Gahima, ha infatti affermato che ?le dichiarazioni portate contro il mio Paese non hanno alcun fondamento” ed ha contrattaccato accusando la Repubblica democratica del Congo di offrire ?assistenza politica e militare? alle milizie estremiste hutu, responsabili del genocidio di un numero compreso tra 500 e 800mila persone in Rwanda nel 1994. In merito ai recenti massacri di Kisangani, il procuratore è arrivato a negare la presenza di truppe ruandesi in quella città, da dove ? secondo lui – i soldati del presidente Paul Kagame sarebbero assenti da due anni. Un?affermazione che tuttavia contraddice la verità dei fatti, in quanto l?intervento delle truppe di Paul Kagame è documentata anche in rapporti ufficiali delle Nazioni Unite, oltre che dalla stessa Missione Onu in Congo. Ma la difesa ruandese punta anche su aspetti giurisdizionali: la Corte dell?Aja, secondo i rappresentanti del governo di Kigali, non avrebbe competenza per occuparsi della questione che, inoltre, non farebbe parte dei trattati sottoscritti dal Rwanda. Info: www.misna.org


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