Cultura
Scontri di piazza, strage di cristiani
Le proteste scoppiate dopo la distruzione di una chiesa. Spari sulla folla, decine di morti e feriti
E’ di almeno 24 morti e 200 feriti il bilancio degli scontri scoppiati ieri sera durante una manifestazione di cristiani copti nel centro del Cairo, la capitale egiziana. A fornire il bilancio è stato il ministero egiziano della Sanità. Nella notte, in alcune zone della città, è stato imposto il coprifuoco per cinque ore, che si è concluso stamani alle 7. Gli scontri sono i più violenti dalla rivolta di inizio anno che l’11 febbraio ha costretto alle dimissioni l’ex presidente Hosni Mubarak. Ieri circa duemila copti si erano riuniti per una manifestazione di protesta, nei pressi della sede della tv di Stato, contro la demolizione, a fine settembre, di una chiesa nella provincia di Aswan, nel sud dell’Egitto, ma presto sono iniziati gli scontri tra dimostranti, abitanti della zona e forze di sicurezza.
Su come siano iniziate le violenze esistono resoconti divergenti. Secondo la tv di Stato, i manifestanti hanno lanciato sassi e aperto il fuoco contro i soldati dispiegati nella zona della protesta. Stando a fonti della sicurezza, i manifestanti hanno incendiato due mezzi blindati, sei auto private e un bus. Decine di persone sarebbero state arrestate. «Ignoti hanno sparato contro i dimostranti», ha detto invece l’attivista Rami Kamel, citato dall’agenzia di stampa Dpa. Secondo alcuni testimoni citati della Dpa, inoltre, due mezzi blindati avrebbero puntato sulla folla di manifestanti e ucciso diverse persone. Durante la protesta sono state incendiate immagini del governatore di Aswan, Mustafa al-Sayed, che ha ordinato la demolizione della chiesa sostenendo fosse stata costruita illegalmente. Ieri sera i dimostranti hanno chiesto il licenziamento di al-Sayed e la ricostruzione del luogo di culto.
L’Egitto sarebbe «in pericolo» dopo gli scontri di ieri sera. Lo ha affermato il premier egiziano Essam Sharaf, che ha rivolto alla popolazione un invito alla calma attraverso un discorso trasmesso dalla tv di Stato. Sharaf ha parlato di «violenza non necessaria» e di una «cospirazione per portare il caos in Egitto». «Questi eventi ci hanno riportato indietro – ha detto – invece di andare avanti per costruire uno Stato moderno su sane basi democratiche». Sharaf ha quindi avvertito riguardo ai rischi della «sedizione tra musulmani e cristiani», parlando di un «fuoco che brucia tutto e tutti». Il premier ha poi invitato «la popolazione egiziana, musulmani e cristiani, donne e bambini, giovani e anziani a restare uniti». E sulla sua pagina Facebook, il premier ha scritto: «Quello che sta accadendo non sono scontri tra musulmani e cristiani, ma tentativi di provocare il caos».
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