Cultura

Scommetto tutto sugli asset intangibili

Cioè le informazioni, le idee e la conoscenza che possono venire dai dipendenti. La pensa così Marco Bolgiani di Eptaconsors

di Francesco Maggio

Negli anni 80 il valore di mercato di un?azienda corrispondeva per il 65 per cento agli asset tangibili, ossia a macchinari, stabilimenti, immobili, eccetera, e solo per il 35 agli asset intangibili. In sostanza, al capitale umano. Attualmente tale percentuale si è capovolta ed è stato calcolato che il peso di questi ultimi è salito a ben l?85 per cento. Basti pensare che nel 1997 il valore di Borsa della Microsoft era superiore a quello di Boeing, McDonald?s, Texaco, Time-Warner e Anheuser-Bush messe insieme, sebbene gli asset tradizionali e tangibili di bilancio non superassero il 7 per cento di tale importo». Marco Bolgiani, amministratore delegato del gruppo Eptaconsors, leader in diversi comparti del settore finanziario (asset management, private equity, intermediazione mobiliare, trading on line), preferisce partire dalle cifre, da fredde ma eloquenti percentuali. «Il capitale umano», afferma, «è un fatto concreto, non un?elaborazione teorica. In alcuni segmenti del settore finanziario, poi, ciò è tanto più avvertito in quanto l?attività principale trova il proprio fondamento nell?acquisizione, nella creazione e nell?elaborazione di elementi intangibili quali le informazioni, le analisi, le ricerche, la conoscenza». Vita: Ma come il capitale umano contribuisce a creare valore? Marco Bolgiani: Sono la velocità e il dinamismo del mercato a darci prova di come oggi siano le idee ad alimentare i successi e gli insuccessi e a guidare lo sviluppo economico. Sulla base della convinzione che «ideas are capital», per un?impresa come Eptaconsors creare valore investendo nel proprio capitale umano significa incoraggiare e premiare la propositività, mettere i mezzi aziendali al servizio di idee di valore provenienti dalle proprie risorse, favorire la creazione e la condivisione di un bacino di conoscenze, esperienze e competenze in grado di produrre benefici diretti sulla clientela. Vita: Per questo avete deciso di redigere il ?bilancio dei valori intangibili?? Bolgiani: Eptaconsors opera in diversi comparti della finanza con il dichiarato scopo di fare della condivisione della conoscenza il nucleo della propria attività. Coerentemente con la filosofia aziendale di brain company, vale a dire di impresa il cui fine è rappresentato dalla costruzione di valore attraverso il coinvolgimento di ciascuna risorsa umana, abbiamo cercato di rendere riconoscibile questa nostra mission con il progetto del bilancio dei valori intangibili. Un progetto che ha visto nel 2000 il proprio anno zero e che si propone di costituire uno strumento di riferimento autorevole per i diretti referenti del gruppo: azionisti, clienti, dipendenti, fornitori, stampa, associazioni di categoria, autorità e per tutti gli altri attori del panorama economico e finanziario. Vita: E come hanno reagito gli stakeholders alla presentazione del bilancio? Bolgiani: È stato accolto con attenzione, interesse ed entusiasmo e ha ricevuto, inoltre, una segnalazione per l?ultima edizione dell?Oscar di bilancio e della comunicazione finanziaria, unica società finanziaria non quotata ad avere ottenuto un simile riconoscimento. Chi è e che cosa fa Marco Bolgiani, 44 anni, coniugato, è laureato in Economia e commercio presso l?università Luigi Bocconi. Entrato in Eptaconsors nel 1985, dal 1993 è amministratore delegato del gruppo che ha sede a Milano, conta oltre 300 dipendenti e ha chiuso l?esercizio 2000 con circa 500 milioni di euro di ricavi lordi e un utile, al netto delle imposte, di 110 (+320 per cento rispetto al 1999). www.eptaconsors.it


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