Non profit

Scommessa sociale per la Rai Servizio pubblico?

Il ministro Gasparri ha lanciato una discussione pubblica sul prossimo Contratto di servizio tra Rai e stato. Ecco cosa ha chiesto il Terzo Settore

di Barbara Fabiani

A sei mesi dalla scadenza del contratto di servizio Rai, si apre il dibattito sui contenuti del prossimo accordo. Lo prevede il regolamento del contratto 1999-2002, che scade il prossimo dicembre. E che i termini per avviare la discussione siano stati rispettati è di per sé la prima notizia. Non era mai successo prima. Ed è una novità anche che la discussione coinvolga non solo i soliti volti noti televisivi e i partiti, ma tutte le forze sociali, dalle università alla Chiesa, dai sindacati ai corpi intermedi. Al tavolo, quindi, anche alcuni rappresentanti del Terzo settore, come Edo Patriarca, del Forum permanente del Terzo settore, e Ilaria Borletti, del Summit della solidarietà.
«La comunicazione sociale rientra nella definizione dei diritti di terza e quarta generazione», ha esordito Patriarca. «Il diritto d?accesso alle informazioni ma anche il diritto d?utilizzare la comunicazione per far crescere la società civile. Su questi temi è già stata avviata un?ottima esperienza di collaborazione tra Rai e Terzo settore nell?ambito della sede permanente di confronto con il Segretariato sociale, a Torino», ha continuato il portavoce del Forum, chiedendo come prima cosa il rafforzamento del Segretariato sociale.
Entrando nello specifico delle innovazioni proposte, si è ipotizzato l?avvio d?una struttura di produzione per il sociale e un laboratorio di progettazione che metta assieme le competenze giornalistiche Rai con quelle maturate dal Terzo settore nella conoscenza delle problematiche sociali. Auspicata, ancora una volta, una formazione specialistica per i giornalisti, e la possibilità per le associazioni d?interloquire con le redazioni dei programmi e dei telegiornali.
«Vorremmo raccontare un?Italia che non è solo quella dell?economia e degli indici di borsa o delle politiche di Palazzo», ha aggiunto Patriarca. «Ma quell?Italia che è fatta di una società civile impegnata e che sa raccontare la realtà per com?è». Gli esperti avvisano di tenere d?occhio alcuni indicatori per capire se, nel contratto di servizio Rai per il triennio 2003-2006, la sensibilità verso il sociale si sarà fatta più concreta. La prima è un uso strategico degli strumenti multimediali della Rai che permetta agli utenti, specie giovani e categorie deboli, d?appropriarsi dell?uso delle nuove tecnologie. Un compito d?alfabetizzazione digitale in una società dove l?esclusione si misura anche in questi termini. E, nel concreto, contano anche le risorse di budget assegnate alle produzioni con contenuti sociali.

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