Cultura
Scola: «Non c’è economia senza relazione»
Così l'arcivescovo davanti agli imprenditori
Si è svolto il 4 ottobre a Rho, nella sede degli Oblati Missionari, il terzo incontro del cardinale Scola, neoarcivescovo di Milano, con le realtà sociali della città. Questa volta è toccato a una vasta platea di manager, economisti, imprenditori e dirigenti, tutti riuniti ad ascoltare le parole non scontate di un oastiore che fin dall’insediamento in Duomo ha scongiurato» i milanesi di «sostenerlo nel cammino».
Ha parlato di economia, il cardinale, e di crisi (ma ha preferito parlare di «un periodo di travaglio»), esordendo con una domanda: «L’uomo del terzo millennio è davanti a un bivio: vuole essere un esperimento di se stesso», oppure, secondo la lezione di Pascal, «un io-in-relazione»?». Interrogativo pesante, sottolinea il cardinale, in un’epoca in cui sembra vincere l’individualismo più sfrenato, conseguenza principale della «perdita del senso della relazione», insieme a un’eccessiva concentrazione sul presente a scapito di uno sguardo verso il futuro (Scola ha esplicitamente citato «l’egoismo avido» denunciato da Benedetto XVI). È qui che il cristianesimo, ha detto ancora Scola, scardina tutto, perché esso «è la religione di un Dio incarnato, che si fa compagno del destino quotidiano dell’uomo», quindi non lo lascia solo neppure nella fatica e nel lavoro. Ma non si può parlare di lavoro, impresa ed economia «prescindendo dalla relazione». E ancora: «Il lavoro è una realtà inseparabile dalla dimensione degli affetti e trae equilibrio dal riposo».
Un messaggio chiaro per una città che ha spesso fatto dell’attività frenetica quasi una religione, ma che ultimamente è caduta vittima anche di un altro rischio, quello di un’economia sganciata dalla realtà che si affida soprattutto ai numeri, dimenticando le persone. «Adam Smith» ha richiamato il cardinale, «parla della necessità di intelligenza e libertà per rendere possibili gli scambi. E perché gli scambi avvengano è necessario ritrovare la fiducia, ripartendo dalla ricchezza della società civile». Scola ha anche richiamato il mondo dell’imprenditoria e della finanza milanese a farsi carico dei bisogni dei più deboli, proprio in forza della potenza della «relazione» (la parola più citata di tutto l’intervento): è necessario, per il cardinale, «rimettere in circolo relazioni buone, da cui possano nascere pratiche virtuose» perché «il mercato non è un moloch e non va trattato come un fatto di natura immodificabile». Per lavorare in questa direzione – ha concluso – la Chiesa ambrosiana «è apertissima e disponibilissima a dialogare con tutti». Anche in questo senso «Family 2012 sarà una grande occasione per far conoscere Milano e imparare Milano».
All’incontro hanno presenziato i numeri uno di istituzioni bancarie, finanziarie ed economiche della città, quali Giovanni Bazoli (presidente di Intesa San Paolo), Mario Boselli (Camera della Moda), Giovanni De Censi (Credito Valtellinese), Federico Falck (Acciaierie Falck), Aldo Fumagalli (Credito Artigiano), Alberto Meomartini (Assolombarda), Mario Monti (Università Bocconi), Corrado Passera (Intesa San Paolo), Alberto Quadrio Curzio (Università Cattolica), Luigi Roth (Terna), Lanfranco Senn (Università Bocconi) e Giuseppe Vegas (Consob).
Il “viaggio” di Angelo Scola a Milano non è finito: giovedì 6 ottobre, dalle 18 alle 20, presso l’Angelicum si svolgerà l’appuntamento dedicato a “La politica e le istituzioni”, durante il quale il cardinale incontrerà politici e amministratori. Interverranno tra gli altri il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, l’onorevole Savino Pezzotta, il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà.
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