Famiglia

Sclerosi Multipla, un farmaco la “congela”

È la promessa del “glatiramer acetat", un farmaco scudo di cui si è discusso oggi in un convegno a Vienna

di Redazione

Attacca le donne due volte piu’ degli uomini, arriva come un fulmine a ciel sereno tra i 20 e i 30 anni di vita, e a volte addirittura a 15. La sclerosi multipla colpisce fino a 54 mila italiani, con quasi 2 mila nuovi casi l’anno. Bloccare la malattia ai primi sintomi, ‘congelandola’ prima che evolva in patologia conclamata, e’ la nuova promessa del glatiramer acetato (Copaxone*, Sanofi-Aventis/Teva). Somministrato entro tre mesi da un primo attacco di sclerosi multipla, sottocute una volta al giorno, il farmaco dimezza rispetto al placebo il rischio di una seconda crisi e ritarda di un anno l’insorgenza di un secondo attacco, quindi la diagnosi di sclerosi clinicamente definita. L’effetto ‘scudo’ della molecola, gia’ disponibile per il trattamento della sclerosi multipla in 51 Paesi del mondo (dal 1996 in Usa e dal 2001 in Europa), e’ dimostrato dallo studio internazionale di fase III Precise. I risultati del trial – coordinato dall’Italia con il neurologo Giancarlo Comi dell’Irccs San Raffaele di Milano, e presentato a Chicago durante il convegno annuale dell’American Academy of Neurology – sono stati rilanciati oggi a Vienna in occasione di un simposio sulla sclerosi multipla promosso dalla francese Sanofi-Aventis e dall’israeliana Teva Pharmaceutical Industries, che commercializzano il farmaco il partnership. Disegnato per una durata triennale, Precise e’ stato interrotto in anticipo dopo un’analisi ad interim che mostrava per il gruppo trattato benefici evidenti rispetto al gruppo placebo; da quel momento, per ragioni etiche, tutti i pazienti hanno ricevuto glatiramer acetato. Nella lotta alla sclerosi multipla si apre dunque la prospettiva di una terapia precoce e ‘preventiva’. Dedicata in particolare ai malati con sclerosi multipla recidivante-remittente: “La forma in assoluto piu’ frequente – ricorda la neurologa spagnola Mar Tintore, del Vall d’Hebron University Hospital di Barcellona – perche’ rappresenta l’85% di tutti i casi di patologia”


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