Non profit

Sclerosi multipla, al via i test per il metodo Zamboni

di Sara De Carli

Vasco Errani e la giunta dell’Emilia Romagna hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo: il 6 febbraio hanno deliberato un finanziamento di 2,742 milioni di euro per la «totale copertura delle spese» di “Brave Dreams”, uno studio sull’efficacia e la sicurezza dell’intervento di angioplastica venosa sui pazienti con sclerosi multipla messo a punto dal professor Paolo Zamboni. «È una sperimentazione indispensabile», ha detto l’assessore alla Salute, Carlo Lusenti, «vista la grande incertezza a livello internazionale circa l’utilità clinica dell’intervento, per rispondere in modo serio alle aspettative dei pazienti».
Il “caso Zamboni” nasce nel 2008, con uno studio che intravede una correlazione tra una nuova patologia venosa, l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), e la sclerosi multipla: da qui l’idea di sottoporre i malati a un intervento di disostruzione delle vene extracraniche. Subito il mondo scientifico si spacca sia sulla correlazione sia sull’intervento, e i pazienti pure. Ora la svolta: “Brave Dreams” arruolerà 679 pazienti, fra i 18 e i 65 anni, che verranno sottoposti all’intervento. I centri partecipanti sono 19, in nove regioni italiane, coordinati dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara. Anche l’ultimo atto della vicenda, però, è avvolto dalle polemiche. Il finanziamento della sperimentazione è arrivato infatti nel bel mezzo di una campagna di raccolta fondi dell’associazione “CCSVI nella sclerosi multipla”, quindici giorni di sms solidali a sostegno di “Brave Dreams”, con testimonial come Andrea Bocelli e Giorgio Panariello. Sia Lusenti sia l’ospedale di Ferrara, annunciando il finanziamento di “Brave Dreams”, hanno dichiarato «inutili sul piano economico» e finanche «dannose per i pazienti» le raccolte fondi in essere, chiedendone «la sospensione» e dichiarando che «non saranno più accettate donazioni».
Sul sito dell’associazione il contatore della campagna, iniziata un anno fa, prima di questa ultima tornata di sms contava 62mila euro, di cui 50mila già consegnati all’ospedale di Ferrara che, ci dice l’ufficio stampa dell’associazione, «li ha ricevuti volentieri». «La campagna sms solidali non si fermerà», prosegue l’associazione, «vi sono vincoli contrattuali e comunque non è molto sensato prendere una decisione così importante sulla base di un comunicato stampa, senza prima aver visto la delibera regionale. I soldi che raccoglieremo saranno ancora destinati a “Brave Dreams” o progetti correlati allo studio e alla ricerca su CCSVI e sclerosi multipla. Non un centesimo sarà sprecato».


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