Leggi

Scippati 160 milioni? Adolfo Urso spiega. Una legge figlia dell’Ulivo

"La modifica della legge sui residui crea occupazione nel sud del mondo. Ma nel 2004 torneremo all’antico".

di Paolo Manzo

Il problema dei residui per la cooperazione internazionale è annoso. Perché è già poco quanto lo Stato destina all?aiuto pubblico allo sviluppo (lo 0,19% sul Pil nel 2002), perché il ministero degli Esteri non riesce a erogare tutto lo 0,19% stanziato, originando i residui e, dulcis in fundo, perché nel 2003 questi ?residui? sono stati tolti alla cooperazione internazionale a favore dell?internazionalizzazione delle imprese. Il problema lo aveva sollevato il presidente dell?Associazione ong italiane, Sergio Marelli, sulle nostre pagine, facendo esplicito riferimento al ministero dell?Economia, responsabile a suo avviso di una vera e propria ?legge scippo?. Adolfo Urso, viceministro delle Attività produttive e promotore dell?emendamento criticatissimo dalle ong italiane, ci tiene però a precisare a Vita: “La legge in questione non è di Urso, l?ha fatta l?Ulivo durante la scorsa legislatura e ce la siamo ritrovata”. Già, ma qualcosa voi l?avrete pur modificato, vero? “Sì, la legge era di durata triennale, scadeva nel 2002 e prevedeva che il 20% dei residui annuali per la cooperazione allo sviluppo potessero essere devoluti ad altre amministrazioni, tra cui Economia, Beni culturali, Commercio con l?estero e Farnesina. Io ho chiesto una proroga di un anno, che è stata concessa dal Parlamento, per cui, sino a un massimo del 20%, nel 2003 i residui non sono più andati a tutte le amministrazioni, bensì ai fondi rotativi per l?internazionalizzazione delle imprese nei Paesi in via di sviluppo, fondi che gestisce solo il ministero dell?Economia”. Va bene, ministro, ma possiamo quantificare l?importo di questo 20% che, comunque, non andrà più alla cooperazione internazionale via Farnesina? “In realtà non è risultato nemmeno il 20, ma il 15%, che corrisponde a 160 milioni di euro, cui bisogna aggiungerne altri 60 ricevuti dall?effettività della legge nel triennio 1999-2002. In totale, quindi, 220 milioni, con cui abbiamo creato quattro fondi per le piccole e medie imprese italiane che investono nei Paesi in via di sviluppo. Il primo fondo, di 77 milioni, è rivolto a chi vuole aprire attività produttive negli Stati di area Meda, ossia tutti i Paesi del sud del Mediterraneo meno la Libia, cui bisogna aggiungere l?Iraq e l?Africa. Il secondo è di 50 milioni ed è rivolto alla Cina. Il terzo, sempre di 50 milioni, è per i Balcani, mentre il quarto si rivolge a Ucraina, Russia e Moldavia e impiega i fondi restanti”. Va bene ministro, è stato chiaro, ma resta un fatto: chi assicura le ong italiane che il prossimo anno non si ripeterà lo ?scippo dei residui?? “Ci siamo intesi con il ministero degli Esteri, e abbiamo interpretato la legge come utilizzabile solo quest?anno”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA