Sostenibilità

Sciopero generale: lettera di Cittadinanza attiva ai sindacati

Siamo solidali con voi per l'art. 18 ma critichiamo arretratezza dei contenuti della vostra piattaforma e le modalità dello scipero, contro i cittadini

di Redazione

Con una lettera aperta agli aderenti, al governo e ai sindacati, la Segreteria nazionale di Cittadinanzattiva esprime piena solidarietà ai Sindacati per l’inaccettabile chiusura del Governo nei confronti di un adeguato dialogo con le parti sociali su argomenti comunque assai delicati, come appunto l’articolo 18. Essa dichiara altresì di non poter aderire ufficialmente allo sciopero generale del 16 aprile per due ordini di motivi: l’arretratezza dei contenuti della piattaforma presentata e le modalità di realizzazione dello sciopero che penalizzano fortemente i cittadini utenti. Il governo vuole ridurre gli spazi di democrazia. In questi mesi il governo ha mortificato più volte il modello del dialogo sociale tra istituzioni e parti sociali – modello di derivazione europea – con espressioni di questo tenore: ‘siamo legittimati dal voto, la nostra maggioranza è netta, se ne riparla alle prossime elezioni’. Noi siamo contrari a questa logica maggioritaria che non lascia spazi ad un sistema allargato di governo del paese in cui siano riconosciuti poteri e responsabilità dei cittadini al di là del momento del voto. Lo abbiamo potuto verificare in questi mesi anche per quanto riguarda lo scarso confronto con il mondo delle organizzazioni civiche sulle politiche di tutela dei consumatori. Utilizzare l’articolo 18 per chiudere il dialogo con il sindacato, oggi, non promette nulla di buono, per il futuro, circa il rapporto con le organizzazioni dei cittadini e dei consumatori. Queste sarebbero state per noi ragioni sufficienti per sostenere la protesta dei sindacati. Però, pur sentendoci vicini ai tanti che hanno scelto di manifestare, abbiamo scelto di non aderire come organizzazione allo sciopero generale del 16 aprile. Riteniamo, infatti, che i sindacati abbiano caricato oltremodo la potenza simbolica dell’articolo 18 trasformandolo in una questione di sopravvivenza dello Statuto dei lavoratori che ritieniamo invece che possa essere riformato e soprattutto reso più attento alle nuove istanze dei cittadini. Ci pare, poi, rispetto al merito della questione lavoro, che i sindacati non siano ancora in grado di formulare una proposta realmente innovativa per favorire e tutelare l’occupazione giovanile e per tenere debitamente conto delle nuove e più articolate forme di lavoro emerse nella società italiana da ormai un decennio. Il che non stupisce se si pensa che la base degli iscritti è costituita di occupati garantiti e di pensionati. Estendere le tutele tradizionali ai nuovi lavori non basta. Come non basta battersi per le retribuzioni degli insegnanti e la scuola statale, senza fare alcun cenno ai diritti degli utenti reali della scuola, cioè gli studenti. Riteniamo inoltre inaccettabile il tipo di protesta adottata: da anni, come organizzazione di cittadini e utenti, siamo impegnati per l’affermazione di forme alternative di sciopero che non compromettano il buon funzionamento dei servizi di pubblica utilità (da quelli sanitari, alla scuola, ai trasporti). Non è solo una questione di metodo: interrompere per un giorno intero in tutto il territorio nazionale quei servizi significa quasi sempre, infatti, compromettere l’esercizio quotidiano di diritti fondamentali da parte dei cittadini. Purtroppo, dopo anni, sopravvivono forme di protesta vecchie che violano diritti acquisiti, illudendosi che sia sufficiente assicurare i servizi minimi. Cittadinanzattiva onlus ? Ufficio stampa


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