Cultura

Scende in campo il cardinale Ruini: Iraq, no alla guerra

Al consiglio permanente della Cei, il cardinale ha detto: "La guerra preventiva avrebbe inaccettabili costi umani e gravissimi effetti destabilizzanti sull'intera aerea medio-orientale"

di Redazione

”Vigilanza piu’ attenta e rigorosa” e ”arma della dissuasione” in ambito Onu, ma non una ”guerra preventiva” contro l’Iraq, che dovrebbe rispondere con ”realismo e disponibilita’ a trovare e rispettare delle intese”. La crisi irachena e’ stata esaminata dal cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei, nella parte della sua prolusione ai lavori del Consiglio permanente della Cei dedicata alla situazione internazionale. Una situazione che, a giudizio del presidente della Cei, continua a subire il cambiamento mondiale seguito agli attentati dell’11 settembre, ma nella quale ”sembra incrinata da crescenti smagliature” quella rete di solidarieta’ internazionale che si era formata dopo l’11 settembre. Preoccupano anche il proseguire dell’aspro conflitto arabo-israeliano, con ”gli effetti dirompenti” che esso ha ”sulla percezione che le popolazioni islamiche hanno del mondo occidentale”, le difficolta’ dei Paesi poveri evidenziate nei vertici Fao ed Onu, la tutela dell’ambiente ed anche le espulsioni di sacerdoti cattolici dalla Russia. ”Quella vastissima rete di solidarieta’ internazionale che si era rapidamente formata dopo l’11 settembre – ha osservato il card. Ruini – sembra incrinata da crescenti smagliature, anzitutto in quel suo primo e tradizionale punto di forza che e’ lo stretto legame tra gli Stati Uniti d’America e l’Europa occidentale: i contrasti di origine economica, o su temi di diritto internazionale, si sommano a una divergenza assai pericolosa sul modo di garantire la sicurezza e combattere il terrorismo. In proposito, e con speciale attenzione all’ atteggiamento da tenere verso l’Iraq, e’ senza dubbio necessaria la vigilanza piu’ attenta e rigorosa, per prevenire il rischio di nuove e maggiori tragedie, i cui sviluppi sarebbero poi ben difficili da controllare. Ma cio’ non significa – ha affermato il presidente della Cei – che possa essere intrapresa la strada di una guerra preventiva, che avrebbe inaccettabili costi umani e gravissimi effetti destabilizzanti sull’intera area medio- orientale, e probabilmente su tutti i rapporti internazionali. L’arma della dissuasione, esercitata nell’ambito dell’ONU con la piu’ forte determinazione e con il sincero e solidale impegno di tutti i Paesi capaci di esercitare un’influenza concreta, puo’ rappresentare, anche in questa difficile situazione, un’ alternativa in grado di garantire la sicurezza e la pace. Da parte sua anche il Governo iracheno dovra’ evidentemente dar prova di realismo e di disponibilita’ a trovare e rispettare delle intese”. Altro, ”gravissimo e purtroppo ormai antico motivo di preoccupazione”, e’ rappresentato per il card. Ruini dalle difficolta’ in cui si dibattono i Paesi poveri e ”la scarsa solidarieta’ nei loro confronti da parte delle nazioni piu’ sviluppate”, mentre il vertice mondiale sull’alimentazione promosso dalla FAO a giugno e quello dell’ONU sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, ”hanno confermato quanto sia arduo giungere in proposito a decisioni condivise e concrete”. Pur tenendo conto delle responsabilita’ degli stessi Paesi poveri, come la corruzione e gli sprechi ”tutto cio’ non giustifica le chiusure egoistiche e la poca lungimiranza di chi non comprende che, in un mondo sempre piu’ ‘piccolo’ e interdipendente, la prosperita’ e la sicurezza non si possono costruire e conservare da soli”. Il vertice di Johannesburg ha poi evidenziato come la lotta alle poverta’ sia intrecciata con la salvaguardia del creato: ”si tratta di un’unica sfida, non eludibile, che grava sulla presente generazione e che non puo’ essere affrontata se non in una prospettiva di pace”. Non si tratta di rifiutare il progresso scientifico e tecnologico, ”finendo in utopie impotenti e paralizzanti. Occorre piuttosto orientare le grandi risorse economiche e tecnologiche di cui oggi l’umanita’ dispone, e il loro stesso sviluppo, nella direzione del bene integrale della famiglia umana, di oggi e di domani, che evidentemente richiede il rispetto e la tutela dell’ambiente entro cui l’uomo vive”. Il card. Ruini ha infine chiesto ”con la piu’ grande energia” la revoca dei provvedimenti di espulsione dalla Russia di un vescovo e quattro sacerdoti, ”provvedimenti del tutto ingiustificati, che ledono gravemente la liberta’ religiosa”.”

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