Cultura

Scattare ma… in punta di piedi

Suggerimenti per fare foto come le vorreste

di Enrico Mascheroni

Un turismo diverso implica anche un modo diverso di fotografare? In un viaggio bisogna fotografare sempre tutto? Come fare delle belle foto che trasmettano le emozioni vissute in un viaggio senza annoiare? Lo abbiamo chiesto a Enrico Mascheroni, fotoreporter specializzato in reportage d?attualità e sociali, che d?ora in poi diventerà un compagno di viaggio di Tierra. Con la macchina fotografica al collo ha girato soprattutto i Paesi del Sud del mondo e quelli dell?Europa dell?Est. In Brasile i suoi scatti hanno denunciato il lavoro dei ?dannati dell?oro? di Serra Pelada e il rischio d?estinzione degli indios Yanomami. In Asia è stato nel ?Triangolo d?oro dell?oppio?, documentando il dramma del turismo sessuale e dei malati d?Aids, la piaga del lavoro minorile in Nepal e la terribile realtà delle mine in Cambogia. Poi i reportage dall?Africa: la rinascita del popolo ruandese dopo i genocidi tra Hutu e Tutsi, la guerra dimenticata nel Sudan e la vita negli slums costruiti sulle discariche di Nairobi. Capire e rispettare Ci troviamo in un villaggio dell?Africa o dell?in Asia, in un Paese dalla cultura molto diversa dalla nostra. Come fare delle belle foto nel rispetto delle persone che ci si trova di fronte? Prima di iniziare a scattare è indispensabile prendere un po? di tempo per osservare e capire. Ambientarsi ed entrare in relazione è importante, magari scambiando qualche parola, se si conosce la lingua. Meglio ancora quando si è accompagnati da qualcuno che conosce bene il luogo e la gente, che può indicare come avvicinarsi in modo delicato e non invadente. Naturalmente tutto dipende dalle situazioni. Se appena entrati in un villaggio in Tanzania vi trovate di fronte una festa masai in pieno svolgimento, è d?obbligo cogliere al volo l?occasione! Se decidete di fotografare soprattutto i volti, ricordatevi che non è scontato che faccia piacere. A volte lo straniero con la macchina fotografica al collo viene guardato con diffidenza. Se vi trovate fra persone che hanno una cultura diversa dalla vostra è meglio chiedere il permesso di fotografare. Un consiglio: se vi trovate in mezzo ai bambini non date caramelle a destra e manca. Oltre a essere un atteggiamento paternalistico rischia di creare dei veri e propri putiferi da cui è difficile poi uscire. Valutate sempre anche la pericolosità o meno di una situazione. Meglio rinunciare a fare gli eroi cacciatori di scoop, soprattutto in certi Paesi. Un mio amico ha passato dei brutti momenti in Etiopia solo per aver fotografato da lontano un carro armato. Poche immagini, ma buone Di ritorno dall?estate capita a tutti di incappare in interminabili serate con proiezione di diapositive. Come raccontare con efficacia un viaggio? Serate di questo tipo risultano noiose perché pretendono di raccontare tutto. Le foto non devono essere singoli appunti di viaggio ma raccontare una storia che ha un inizio e una fine. Bisogna fare una selezione in base a ciò che si vuole comunicare. Se si va, per esempio, in Bangladesh, è molto più interessante raccontare con le foto la vita di un uomo dei risciò, dalle 7 del mattino alle 7di sera, piuttosto che far vedere risaie e città senza nessun filo logico che collega le diverse immagini. Consiglio di essere molto selettivi con le proprie foto, magari scegliendole con l?aiuto di un amico che non ha partecipato al viaggio. A volte il significato di una foto è chiarissimo per chi l?ha fatta, ma non comunica niente a chi la guarda. Una foto è buona quando parla da sé, quando riesce a raccontare una situazione a chi non l?ha vissuta.


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