Cultura

Scarpe a prova di bomba

Dali Usa, unico Paese a non aver firmato il trattato contro le mine antiuomo, arriva uno stivale resistente agli ordigni. Ma protegge solo i soldati.

di Paolo Giovannelli

Date un calcio alle mine. Mentre la coordinatrice della Campagna internazionale contro le mine antiuomo, Jody Williams, rincuorata dalla recente vittoria del Nobel per la pace, invita i governi a dare un calcio ?politico? agli ordigni (e l?Italia la segue approvando la legge per la messa al bando), a Singapore c?è chi il calcio lo dà sul serio. Con un nuovissimo scarpone nato, per così dire, da una ?costola? dello Space shuttle statunitense.
Sono i tecnici della ditta militare ?Bfr Combat Boot? che hanno creato e stanno sviluppando uno scarpone antimina da aggiungere alle dotazioni dei moderni eserciti. Si tratta di un modello pronipote di quelli usati dalle truppe Usa in Vietnam che però, con la loro suola in acciaio, rendevano i movimenti dei soldati assai impacciati. Invece, lo scarpone antimina in questione è costruito con materiali in fibre di ceramica, già utilizzati sulla navetta spaziale, che lo rendono molto leggero da indossare. «Ci sono ora molte più possibilità che un combattente esca da un campo minato», dice il responsabile della Bfr, Andrew Waz. «Senza rischiare amputazioni».
La prova è presto fatta: quando la sagoma metallica di un piede umano che calza lo scarpone antimina si abbassa velocemente su un ordigno antipersona caricato con molto esplosivo, innescando lo scoppio, la suola subisce giusto qualche graffio profondo. «Sì», è ancora Waz a parlare, «una volta si perdeva il piede, forse la gamba fino al ginocchio o all?inguine. Nessun chirurgo avrebbe mai potuto salvare un arto e i tessuti dilaniati da una mina. Ora, al massimo, si può riportare una frattura ossea, facilmente sanabile in tempi rapidi».
L?industria militare, ben consapevole di quante subdole bombe sotterranee abbia disseminato nel mondo, sta dunque seriamente lavorando per salvare dalle mine il soldato supertecnologico (e quindi molto costoso) del Terzo millennio. Le statistiche già affermano che, tuttora, molto difficilmente i militari ?saltano? sugli ordigni antiuomo, che riescono quasi sempre a neutralizzare grazie ai rilevatori elettronici in dotazione a squadre speciali e agli appositi mezzi pesanti da sminamento.
Ai quali, adesso, si aggiunge lo scarpone miracolo dell?alta tecnologia. Tuttavia, il vero miracolo, d?umanità, sarebbe rappresentato da possibili applicazioni civili dello scarpone antimina, o di scarpe da esse derivate; in Asia e in Africa, i continenti ?minati? per eccellenza, salverebbero soprattutto la vita di bambini che giocano e di donne che per i lavori domestici si aggirano attorno ai villaggi, di contadini che arano i campi. Ma, per ora, in questo miracolo si può solo sperare. Almeno finché qualcuno (la principessa Diana era la persona adatta) non dimostrerà che l?affare possa valere la candela.

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