Welfare

Scarcerata, rischia la lapidazione in Nigeria

Kate Omoregbe è stata condannata a morte, appelli per salvarla

di Redazione

Quando il carcere è benedetto. Kate Omoregbe ha 34 anni ed è stata condannata a 4 anni per detenzione di droga. Una pena scontata completamente nel carcere di Castrovillari in Calabria e che dovrebbe terminare martedì 6 settembre, dopo che è già stata rimandata due volte per motivi burocratici. Per lei la scarcerazione significa condanna a morte. Un ossimoro firmato da un tribunale nigeriano. L’accusa è quella di adulterio, la punizione la condanna a morte per lapidazione. Una sentenza che nasce quasi dieci anni fa, quando la giovane Kate, cristiana, scappò dalla Nigeria per non sposare un uomo molto più grande di lei e per non convertirsi all’Islam, la religione del promesso sposo. In Italia, una nuova vita e la condanna. Ora da donna libera, ma clandestina sarebbe trasferita in un Cie o in una struttura equivalente, già offerta dalla regione Calabria. Aspettando l’espulsione. A meno che, sia accolta la domanda di asilo politico, presentata alla Questura di Cosenza, una possibilità ridotta dal fatto che la condanna per droga di Kate comporta automaticamente il ritiro del permesso di soggiorno e la conseguente espulsione. Intanto il web si è mobilitato per evitare che la ragazza venga rimandata in Nigeria. Appelli su Facebook, migliaia di cinguetii su twitter e una petizione sono on-line. Anche il governo italiano, dopo il silenzio iniziale si è detto pronto a lavorare per aiutare la donna. “Il caso di Kate, la giovane nigeriana che rischia la lapidazione, tira ancora una volta in ballo il rispetto dei diritti fondamentali di ciascuna persona, un principio che l’Italia non ha mai considerato una battaglia ad intermittenza. Il Governo italiano e’ dunque impegnato a salvare la vita di Kate, evitarle la pena di morte che, presumibilmente, le toccherebbe in sorte nel suo Paese di origine”. Lo hanno affermato in una nota congiunta il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il Ministro per le Pari Opportunita’, Mara Carfagna. ”L’Italia e’ da sempre in prima fila nella battaglia per la moratoria sulla pena di morte nel mondo e in quella per il rispetto dei diritti delle donne: questa battaglia, oggi, passa anche per la vicenda di Kate”, prosegue la nota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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