Commissione Ue
Scandalo “fondi green”? Tanto rumore (sovranista) per nulla
I fondi alla lobby verde di Bruxelles non nascondono scandali né segreti. L'inchiesta del giornale olandese De Telegraaf, ripresa dall'Ansa e da molti media italiani, parla soprattutto del programma Life, dedicato a natura, ambiente e clima, che richiede accurata rendicontazione. E si riferisce al denaro destinato all'European environmental bureau - Eeb, la rete europea delle associazioni ambientaliste. «La Commissione ascolta le voci della società europea, degli ambientalisti, dell'industria, dell'agricoltura. Finanzia noi come gli altri e ci consente di fare azioni di advocacy, ossia di essere portavoce delle richieste dei gruppi che rappresentiamo», dice Davide Sabbadin di Eeb
Qual è il grande segreto sui fondi green di Bruxelles? Al centro di un’inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf, pubblicata il 22 gennaio, ci sarebbe uno «scandalo» legato a finanziamenti «occulti» elargiti dall’Unione europea alle associazioni ambientaliste. Miliardi di euro sarebbero stati spesi per «promuovere i piani verdi dell’ex commissario Ue Frans Timmermans», l’europarlamentare olandese considerato il padre del Green Deal. Il giornale dei Paesi Bassi, però, sul punto non ha sentito le ong. Non si sono fatti attendere i commenti dei partiti sovranisti europei e di Coldiretti, che chiedono di fare luce sulle presunte «illegalità». Un gruppo di eurodeputati di Fratelli d’Italia, capitanati da Stefano Cavedagna, chiedono a gran voce «una commissione di inchiesta su una vicenda che getta un’ombra pesante sulle istituzioni europee».
Tutto trasparente e rendicontato
«I fondi di cui si parla sono in gran parte relativi ai progetti Life, il programma europeo dedicato a natura, ambiente e clima», commenta Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu. «E non esiste qualcosa di più pubblico, monitorato, trasparente, rigorosamente rendicontato dello strumento Life, che dal 1992 ha finanziato oltre 5.500 progetti in tutta Europa, messi in atto da Stati, regioni, province, comuni, associazioni, società, piccole aziende, scienziati, università. Iniziative che hanno letteralmente salvato gran parte della natura europea. Cosa c’entra la segretezza?». De Telegraaf fa inoltre riferimento a un progetto «occulto» di 700mila euro, «per orientare il dibattito sull’agricoltura», affidato all’European environmental bureau – Eeb, la rete europea delle associazioni ambientaliste. «Si tratta di nient’altro che di un Operating grant, una tipologia di progetto che la Commissione europea promuove da sempre a favore delle sue politiche e che viene sottoposta, anch’essa, a regolare e precisa rendicontazione. Questi sarebbero i “fondi segreti” per la lobby verde», precisa ancora Selvaggi.
«Le ong sono case di cristallo. Pubblichiamo tutti i finanziamenti che riceviamo e ogni anno siamo sottoposti ad audit. Non si capisce di che scandalo si parli. L’unica novità degli ultimi cinque anni è che, per la prima volta, noi ambientalisti siamo stati in sintonia con le politiche Ue del Green deal», dice Davide Sabbadin, che lavora proprio per l’Eeb a Bruxelles, e continua: «La Commissione Ue ha come missione quella di ascoltare le voci di tutti i componenti della società europea, degli ambientalisti così come dell’industria e dell’agricoltura. Finanzia noi come gli altri e ci consente di fare azioni di advocacy, ossia di essere portavoce delle richieste dei gruppi che rappresentiamo. È il mondo del profit che usa la parola lobby, legata al guadagno economico solo di alcuni. Per noi il fine è il bene comune».
Contro la Nature restoration law
L’agenzia Ansa riporta le parole del quotidiano olandese: «Alle organizzazioni sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri», in particolare per una campagna a favore della discussa Nature restoration law, la legge sul ripristino della natura (su VITA abbiamo seguito tutti i passaggi della difficile approvazione). «La Commissione sta cooperando con la Corte dei conti nel suo audit in corso sulla trasparenza del finanziamento fornito alle ong. Aspettiamo con impazienza le conclusioni e le raccomandazioni, che ci aspettiamo di ricevere nella prima metà del 2025», ha detto il commissario al Bilancio Piotr Serafin.
Dove vanno i fondi Ue
«La Commissione Ue ha, nelle politiche ambientali, una delle sue ragioni di fondo», dice ancora Selvaggi. «È così dal 1970, quando l’allora Comunità economica europea – Cee creò un’Unità per i problemi ambientali e il gruppo di lavoro presieduto da Altiero Spinelli. Poi, nel 1972, affermò la necessità di una politica ambientale comunitaria che regolasse l’economia». Il direttore della Lipu mette a confronto l’1,3 miliardi di euro per le attività di lobbying dell’industria nel 2023 contro l’intero budget delle organizzazioni ambientaliste: 45 milioni, di cui solo una parte è dedicata al lobbying. «Consideriamo anche la distribuzione delle risorse europee. Il budget 2024 è stato di 189,3 miliardi di euro. All’ambiente e al clima sono andati 4,2 miliardi. Al programma Life sono andati 0,7 miliardi. Al settore agricolo sono andati 53,8 miliardi». Per Selvaggi, «il discorso non riguarda un improvviso (ed evidentemente infondato) bisogno di trasparenza, ma la paura che le politiche ambientali proseguano e gli interessi collettivi danneggino quelli privati».
La foto in apertura è di Mel su Unsplash
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