Sostenibilità

Scandalo emissioni, Legambiente: e se ci nascondessero qualcosa?

I dubbi dell'associazione riguardano la veridicità dei dati diffusi dalle case automobilistiche, non solo Volkswagen, e l'aumento esponenziale dei motori Diesel che ha riguardato soprattutto l'Italia: anche la diminuzione degli inquinanti nell'aria potrebbe non corrispondere al vero

di Gabriella Meroni

Si allargano le preoccupazioni per lo scandalo emissioni che ha travolto la Volkswagen e che pare potrebbe allargarsi ad altre case automobilistiche. A esprimere dubbi sulla versione finora raccontata dai media e dalle aziende è Legambiente, che osserva come “lo scandalo dei test truccati dalla Volkswagen su alcuni suoi motori diesel apre scenari non soltanto economici".

L’impatto sulla salute delle emissioni prodotte dai motori diesel – continua Legambiente – è infatti noto e, da tempo, sotto osservazione, anche perchè in Europa, secondo i dati di Transport & Environment, più della metà delle nuove auto sono diesel. Dal 2009, anno in cui secondo l’accusa Volkswagen iniziò a manipolari i suoi test, sono stati venduti in Europa oltre 40 milioni di auto diesel, un sesto di tutte le auto attualmente in circolazione. Le emissioni dei motori diesel sono da molti anni ormai considerate tra gli inquinanti di maggior impatto sulla salute delle persone, tanto che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità le ha classificate come cancerogene per l’uomo (gruppo 1 IARC).

"Altre case automobilistiche potrebbero aver manipolato i propri test o sottostimato le emissioni dei veicoli, come già riportato da Transport & Environment negli anni scorsi", osserva Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente. "E se queste manipolazioni, perpetrate nel tempo, interessassero non solo gli Stati Uniti ma anche altri mercati, come l’Europa, dove il numero delle auto diesel vendute negli ultimi anni è nettamente superiore, le ripercussioni sulla salute e sull’ambiente potrebbero essere ben maggiori di quanto stimato finora”. “In Italia, le immatricolazioni diesel annuali nell’ultimo periodo hanno sempre superato quelle a benzina -aggiunge Zampetti -. Il miglioramento delle performance dei motori non sempre ha portato anche ai risultati attesi in termini di miglioramento della qualità dell’aria. I dati sul miglioramento dei motori e sulla riduzione di fattori di emissione per alcuni inquinanti introdotti dalle direttive vanno, infatti, comunque incrociati con l’incremento notevole di veicoli diesel e di grossa cilindrata degli ultimi anni. La vera tutela della salute, dell’ambiente e del clima passa attraverso politiche di mobilità che, potenziando seriamente il trasporto pubblico, consentano di ridurre il numero di auto circolanti”.

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