Non profit

Scacco alla Rete in sette mosse

Invitante, utile e piacevole, sempre aggiornato e di facile consultazione. E con sempre qualcosa in più. Le regole d’oro per progettare un sito che faccia conoscere chi siete e che cosa fate.

di Redazione

Nella prima parte dellíarticolo abbiamo fornito alcuni spunti di riflessione sulla ratio che anima la decisione sull?attivazione e le caratteristiche delle pagine web. Ora vediamo come risolvere concretamente le sette questioni su cui ci siamo interrogati, attraverso la presentazione di altrettanti punti chiave per costruire un sito Internet efficace.
Vi sono anche alcuni suggerimenti tecnici. Partiamo dal presupposto di non scrivere un trattato di programmazione, ma, dove ci è sembrato indispensabile, abbiamo tentato di dare un?idea di come ottenere un certo risultato. Nella parte che segue abbiamo cercato di sintetizzare i punti chiave per costruire un sito web efficace.

  1. Visivamente invitante
    Di tutti, questo è l?elemento più soggettivo. Tuttavia, pur nel rispetto dei gusti estetici individuali, non si dovrà dimenticare che alcuni navigatori dispongono di connessioni piuttosto lente, che in ogni caso le immagini richiedono tempo per essere scaricate e risulta quindi preferibile utilizzare accorgimenti grafici che decorino il sito senza rallentarne la fruizione. Di seguito si riportano due indicazioni utili in riferimento a quanto detto. Non tutte le non profit potranno realizzare un sito in maniera del tutto autonoma, ed è probabile (e consigliabile) che qualche esperto esterno si occupi quantomeno della parte di programmazione della pagina web.
  2. Utile o comunque piacevole
    Per essere considerato tale, un sito tipicamente deve svolgere una particolare funzione o essere provvisto di determinati contenuti che riteniamo importanti. Apportare valore aggiunto significa innanzitutto mantenere una forte credibilità e attualità. A tal fine occorre accettare correzioni ed aggiornamenti dai visitatori ed essere pronti a riconoscere problemi ed errori qualora si verifichino.
    Il valore aggiunto trasmesso deve essere percepito dai visitatori come superiore o almeno pari a quello dei siti di categoria. Una non profit dovrà quindi cercare di differenziare e migliorare rispetto a quelle che operano nello stesso settore, funzioni e contenuti del proprio sito. Come regola generale, è più facile essere utili a un determinato target di visitatori che a tutta l?audience indifferenziata di Internet.
  3. Sempre aggiornato
    Tra tutte le sfide che Internet ha lanciato agli altri media, velocità e aggiornamento sono quelle in cui vanta un indiscusso primato, e se la prima è rallentata dai limiti dei mezzi tecnici, si può intervenire più facilmente per garantire la seconda. Naturalmente il significato di aggiornamento va contestualizzato a seconda dell?attività della non profit. Successivamente vedremo cosa può voler dire. Un consiglio è quello di essere onesti nell?inserire la data dell?ultimo aggiornamento, talvolta la data dichiarata è in palese contraddizione con l?arretratezza dei contenuti. Quindi niente trucchi.
  4. Essere facile da trovare
    È importante che l?indirizzo Internet sia immediato e ovvio. Quando un soggetto interessato a venire in contatto con l?organizzazione ?ci sta cercando?, ormai uno dei metodi considerati efficaci e rapidi è quello di inserire il nome in un motore di ricerca, oppure fare dei tentativi digitando autonomamente un potenziale indirizzo. Schematizzando:

    1. l?indirizzo deve essere più immediato e semplice possibile;
    2. bisogna individuare i siti affini o complementari e chiedere di essere registrati nella pagina diffusa comunemente dei link;
    3. bisogna registrarsi presso motori di ricerca (come Yahoo, Lycos, Altavista, Arianna).
  5. Consultazione intuitiva
    Perchè un sito sia davvero utile, oltre ai contenuti e alle funzioni, l?attenzione del progettista (chi definisce il concept, o struttura, e il design) si deve concentrare sull?orientamento del visitatore all?interno del sito, permettendogli costantemente di sapere dove si trova, dove può andare e come tornare indietro.
    Per quanto riguarda le icone di navigazione, la maggior parte di esse è immediatamente intelleggibile e non genera malintesi. Un errore frequente è la scarsa riconoscibilità di un?icona come hyperlink o di una parola come hypertesto. Quindi è consigliabile aggiungere ?clicca qui? senza paura di essere pleonastici: utilizzando un nuovo strumento non c?è mai niente di troppo scontato!
    La stessa cosa vale per le mappe: chiarite che si tratta di un hyperlink e ricordatevi sempre di un?alternativa (link in testo) all?immagine.
    Attenzione anche al pericolo opposto, ossia che una parola/frase sottolineata, un?icona, o una mappa diano al visitatore l?impressione di ?essere cliccabili?, mentre non lo sono. Infine, a meno che non si abbia il totale controllo sul browser che i visitatori utilizzeranno, come nel caso di intranet interno all?organizzazione, èutile testare spesso il sito utilizzando differenti browser, e differenti versioni degli stessi (es. la prima e l?ultima versione di Netscape, la prima e l?ultima versione di Microsoft Internet Explorer).
    Infatti colori, dimensioni della schermata, tempi di scaricamento spesso variano al variare del browser, ed esserne consapevoli può indurre a riconsiderare alcune decisioni come la necessità di ricorrere a fotografie o immagini.
  6. Coinvolgere il visitatore
    Significa avviare un vero e proprio dialogo, utilizzando appieno le opportunità offerte da Internet. Ogni sforzo in questa direzione deve tener presente che la propensione del visitatore a ?scoprirsi? fornendo i propri dati, aumenta proporzionalmente alla significatività e allíutilità del sito. Coinvolgere il visitatore è un processo che si articola in due fasi:
    il primo step consiste nel far sentire a casa il navigatore, invogliandolo ad inserirsi in un ambiente utile, piacevole, amichevole. Il primo obiettivo è proprio farlo tornare a visitare la nostra pagina web. Il secondo step è finalizzato alla costituzione di una lista di utenti. L?obiettivo, ora, è identificare il visitatore conoscendone almeno il nome e l?e-mail. Per ottenere questi dati occorre stabilire un vero e proprio rapporto fiduciario e promettere un ritorno: ad es. l?invio periodico di un calendario degli eventi e di un notiziario. In ogni richiesta di dati personali bisogna considerare che esiste il timore che il proprio nominativo e i dati comunicati finiscano su una lista che può essere scambiata o venduta. A tale riguardo devono essere offerte, e poi mantenute, garanzie di riservatezza. Molti siti richiedono ai propri visitatori di registrarsi, e ci sono buone argomentazioni sia a favore che contro. Oltre alla registrazione formale, strumenti efficaci per raccogliere informazioni da parte dell?utenza sono:

    1. Il forum di discussione, ovvero un?area organizzata per argomenti dove ognuno può manifestare la propria opinione e confrontarsi con altri.
    2. Survey, censimenti e questionari, ovvero dei moduli on-line per la raccolta di informazioni che possono anche essere anonime.
  7. Dare risposta al visitatore
    Prima ancora di ottimizzare le modalità di risposta, bisogna preoccuparsi che le domande giungano! Per raggiungere questo scopo si deve rendere il più semplice possibile l?invio di e-mail da parte del visitatore al webmaster. Inoltre si deve invitare l?utente a fornire un feedback, richiedendo apertamente suggerimenti e osservazioni per migliorare il sito, ovvero per offrire un servizio che si aggiusta alle esigenze dei visitatori. È vero che, una volta stimolato l?intervento attivo degli utenti se ne deve necessariamente tener conto, ma ciò non significa apportare tutte le modifiche richieste: si tratta piuttosto di uno strumento che i progettatori e i curatori di un sito hanno a disposizione per limarlo e adattarlo, ove opportuno, ai desiderata dei visitatori.

2. Continua

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