Welfare

Scacco alla mafia in 7 mosse

Dalla Locride ai politici la proposta per un patto anti massoneria e anti ’ndrangheta: «Perché per cambiare le cose non bastano i cortei»

di Redazione

Lunedì 7 novembre a Roccella Jonica, nel cuore della Locride, si è tenuto un convegno dal titolo Etica e sviluppo locale in Calabria. L?incontro ha chiuso una tre giorni di dibattiti preparati dalla società civile locale che si erano aperti il venerdì precedente con la manifestazione anti mafia dei giovani di Locri guidati dal vescovo Giancarlo Bregantini. A Roccella, oltre agli organizzatori del consorzio sociale Goel aderente alla rete Cgm, erano presenti le anime più intraprendenti del tessuto comunitario calabrese e non solo (fra i tanti vale la pena segnalare il presidente nazionale di Cgm, Johnny Dotti) e alcuni esponenti del centrosinistra nazionale, il diessino Luciano Violante, e locale, il governatore Agazio Loiero e l?assessore regionale alla Sanità e ai servizi sociali Doris Lo Moro. Invitati, ma assenti evidentemente a causa di impegni più importanti, i rappresentanti della maggioranza fra cui il sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini. Quello che pubblichiamo di seguito è uno stralcio della relazione di Vincenzo Linarello, stretto collaboratore di Bregantini e anima del convegno. Si tratta di un vero e proprio manifesto anti mafia. Una riflessione coraggiosa che parte da una costatazione: «Cortei come quello di Locri sono significativi, ma non vanno al di là di una testimonianza simbolica. È un altro il modo per fare davvero male alla ?ndrangheta». Nella Locride molta gente è chiusa in una morsa paralizzante: come si fa a dire di no alla mafia quando devi trovare un lavoro ad ogni costo per mandare avanti la tua famiglia? Come si fa a dire di no se un tuo caro rischia di crepare in un letto d?ospedale? Come si fa a dire di no se devi assolutamente ottenere un prestito? Questo sistema non è casuale. I soggetti di questo potere sono la ?ndrangheta e le massonerie deviate. La ?ndrangheta spesso rimane l?unica fonte di appartenenza. Al contrario di ciò che si pensa non è solo il denaro che spinge ad affiliarsi, ma anche e soprattutto l?idea distorta del ?rispetto?. Sulle massonerie deviate pende l?evidente illegalità. Ma anche il mutuo-aiuto e la solidarietà esclusiva (cioè che esclude gli altri) tra i ?fratelli? nella massoneria legale, pone grossi problemi. L?omicidio di Fortugno ha un valore simbolico inquietante: si è colpito uno degli eletti per minacciare e ricattare la politica. Come se ne esce? Una via c?è: un patto etico per chi amministra questa regione. Con questi contenuti: 1- I partiti rifiutino pubblicamente persone e sostegni discussi o discutibili e accettino il sostegno delle massonerie solo se reso pubblico ed esplicito. 2 – L?azione repressiva dello Stato continui fino in fondo, ma è altrettanto necessario creare nuove occasioni di lavoro, in particolar modo promuovendo la nascita di piccole imprese. 3 – Chiediamo al governo più fondi per i servizi sociali e un intervento speciale sulla prevenzione delle devianze minorili e giovanili in tutte le aree più a rischio. Al presidente Loiero chiediamo di attivare immediatamente i Piani di zona. 4 – Le aree di collina, di montagna e le zone rurali debbono essere investite da piani di sviluppo che prevedano l?intervento privilegiato della cooperazione e dell?associazionismo imprenditoriale. 5 – Non è più tollerabile la mancata attuazione della legge regionale sulla cooperazione sociale. 6 – La sanità sia restituita al controllo pubblico, ridimensionando lo strapotere dei privati a favore del privato sociale. 7 – Chiediamo di valorizzare la cooperazione sociale di tipo B che rappresenta una vera risposta al bisogno di sviluppo. Questa modalità di impresa è infatti una palestra di partecipazione e di cittadinanza attiva, una scuola di alta imprenditorialità e uno spazio di integrazione e solidarietà capace di includere persone che altrimenti verrebbero escluse dal mercato del lavoro, alimentando il disagio da cui attinge la ?ndrangheta.


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