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Sbarchi record e naufragi, ma per il Governo la colpa è delle Ong
Sono oltre tremila i migranti arrivati nelle ultime 48 ore a Lampedusa tra cui sette salme dell’ultimo naufragio avvenuto in area di soccorso maltese. Il sindaco Filippo Mannino: «Il mondo intero dovrebbe essere grato per quello che fa questo piccolo quartiere di Bruxelles perso in mezzo al Mediterraneo». La nave Louise Michel sottoposta a fermo amministrativo per aver violato il decreto Piantedosi
Ci sono le salme di sette migranti morti nell’ultimo naufragio tra gli oltre tremila arrivati in 48 ore a Lampedusa. Un’ondata di arrivi che lascia presagire un boom di partenze ormai non soltanto dalla Libia, ma soprattutto dalla Tunisia dove i trafficanti di esseri umani si affidano a barchini in ferro, privi di galleggiabilità, recentemente definiti dalla Procura di Agrigento “barchini della morte”.
Al molo Favarolo, il luogo predisposto per la prima accoglienza dei migranti, gli operatori del Forum Lampedusa Solidale lavorano senza sosta. Distribuiscono coperte termiche, danno merendine e succhi di frutta ai più piccoli, Suor Ausilia, Suor Ines e Suor Paola sostengono i superstiti che piangono i loro cari: «Una donna piangeva perché aveva perso cinque persone», racconta Suor Ausilia, mentre il sindaco Filippo Mannino lancia l’ennesimo appello al governo: «La nostra isola è dimenticata, eppure continua a salvare vite umane e dare dignità all’Europa intera che continua a guardare inerme. Il mondo intero dovrebbe essere grato per quello che fa questo piccolo quartiere di Bruxelles perso in mezzo al Mediterraneo», tuona il primo cittadino.
Le sette salme arrivate a Lampedusa si aggiungono alle quattro che da oltre un mese si trovano nella piccola sala mortuaria del cimitero dell’isola, dove non c’è una cella frigo. L’hotspot in grado di contenere tra le 380 e le 400 persone si trova nuovamente in una condizione di sovraffollamento. Qui il 18 febbraio scorso una giovane ragazza della Costa D’Avorio, Fatoumata Bamba, è morta mentre chiedeva di essere curata e dopo essere stata dimessa dal poliambulatorio dell’isola. Sulla vicenda la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta, due medici risultano iscritti nel registro degli indagati.
A fronte degli arrivi “spontanei” che aumentano di ora in ora, il Governo mette in pratica il discusso decreto Piantedosi e proprio a Lampedusa ha sottoposto a fermo la nave umanitaria Louise Michel. La motivazione si legge in un comunicato della Guardia Costiera è quella di aver effettuato «soccorsi multipli». Stando all’interpretazione del decreto la nave del soccorso civile non avrebbe dunque dovuto soccorre le quattro imbarcazioni in difficoltà salvando la vita a 178 persone, ma si sarebbe dovuta fermare al primo salvataggio per poi dirigersi verso le coste italiane.
Lo stesso comunicato della Guardia Costiera aggiunge che «le continue chiamate dei mezzi arei Ong sovraccaricavano i sistemi di comunicazione del centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato».
L’ammonimento è nei confronti del velivolo Seabird della Ong Sea Watch attraverso il quale si è riusciti a documentare come una motovedetta della guardia costiera libica sparava nei confronti di un gommone carico di migranti. «Con il nostro Seabird non siamo altro che testimoni di quanto sta succedendo nel Mediterraneo e abbiamo l’obbligo di riportare ai centri di coordinamento i nostri avvistamenti, soprattutto quando ci troviamo di fronte a palesi violazioni dei diritti umani. Fatichiamo a comprendere come il nostro obbedire a un obbligo possa essere considerato un «sovraccarico dei sistemi di comunicazione», risponde Sea-Watch alla nota diffusa dalla Guardia Costiera.
Si è invece concluso a Bari lo sbarco di 190 persone soccorse dalla Geo Barents di Medici Senza Frontiere. Numeri che nonostante l’osservanza del decreto dicono ancora una volta che non c’è nessuna correlazione tra arrivi di migranti in Italia e Ong. Il governo però continua sulla sua linea, nonostante si stia assistendo a circa un naufragio alla settimana e con un deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli che afferma: «Le Ong stanno ostacolando il soccorso in mare».
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