Mondo

Save the Children, 800 metri quadri per sfidare la malnutrizione

Il padiglione sarà inaugurato domani. In posizione strategica sul Decumano ripropone uno dei tanti villaggi dell'associazione in giro per il mondo. «Il 2015 era l’anno dei Millennium goals. Obiettivi mancati. L’Expo diventa occasione per rilanciare», sottolinea Filippo Ungaro, responsabile comunicazione dell'associazione

di Giuseppe Frangi

Sono 800 metri quadri all’inizio del Decumano. Una posizione strategica, proprio vicina all’ingresso Ovest, che nei sei mesi di Expo vedrà passare milioni di persone. In sostanza un vero padiglione, tra quelli nazionali, ma affidato ad una delle maggiori organizzazioni non governative internazionali, Save the Children, a titolo completamente gratuito. La struttura ricorda uno dei tanti villaggi nel mondo in cui l'associazione opera quotidianamente, combattendo la malnutrizione e la mortalità infantile.

L'inaugurazione sarà domani alle 11.

Save the Children ha colto al volo l’occasione offerta da Expo. Un’occasione che è una sfida: quella di sensibilizzare un pubblico vasto e culturalmente trasversale a una delle tematiche che ha visto la ong più impegnata in questi ultimi anni, quella della malnutrizione infantile.

Il padiglione sarà un Villaggio esperienziale in cui i visitatori saranno coinvolti in un percorso che li porta ad avere dimensione e consapevolezza del problema. Oltre 6 milioni di bambini sotto i 5 anni continuano a morire ogni anno per cause evitabili, come un morbillo o una diarrea e per 3 milioni la principale concausa di morte è la malnutrizione, cioè la mancanza di nutrimenti essenziali alla sopravvivenza e sviluppo.

«L’Expo arriva proprio nel 2015, nell’anno in cui si dovevano raggiungere i Millenniun Goals», spiega Filippo Ungaro, responsabile comunicazione di Save the Children. «Uno di questo era la riduzione di due terzi della mortalità infantile. Naturalmente siamo molto lontani da quel traguardo. Per questo rilanciare la mobilitazione, approfittando di un’occasione come Expo, è importante. Potremo portare a bordo di questa nostra “nave” sempre più stakeholder coinvolti nell’impegno per la soluzione del problema». La “nave” di Save the Children si chiama Every one: una campagna per il contrasto alla mortalità e alla malnutrizione infantile, lanciata nel 2009, con interventi in 40 diversi Paesi del mondo a favore di madri e di bambini.

Come il percorso nel Villaggio esperienziale dimostrerà, per risolvere il dramma della malnutrizione le soluzioni ci sono e non sono neanche costose. Attraverso installazioni interattive ed esperienze sensoriali il visitatore sarà invitato a sperimentare alcune situazioni di difficoltà vissute dai bambini coinvolti nei progetti di Save the Children. Nella stanza sulla malnutrizione, attraverso un percorso narrativo-fotografico (“Storia a bivi”) sarà anche richiesto al visitatore di fare delle scelte ed essere così il motore del cambiamento – be the change – nella vita del bambino con cui ci si è gemellati. Il percorso si conclude con un video di “saluto” del bambino con cui ci si è gemellati e con la possibilità di fare una donazione a sostegno dei progetti di Save the Children.

Il progetto ha visto il coinvolgimento anche di soggetti profit che in diverse forme hanno già garantito donazioni per 1,2 milioni di euro. «A volte le aziende hanno potenzialità di intervento superiori agli stati», dice Ungaro. «Quindi il loro coinvolgimento nella soluzione di questa emergenza diventa fondamentale. Tra quelle che sono salite sulla “nave” ci sono Bulgari, Bolton Group, Pilosio, Sperlari, Elica, Meraviglia Spa, Mondelez».

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