Famiglia
Save the Children: 72 milioni i minori senza istruzione
La denuncia dell'Ong alla vigilia della celebrazione della Giornata Mondiale dell'Infanzia
di Chiara Sirna
“Moltissimi bambini subiscono ancora gravi violazioni e in 36 milioni non hanno accesso all’istruzione, in Paesi in guerra”. E’ quanto mette in risalto ‘Save the Children’, alla vigilia della celebrazione della ‘Giornata mondiale dell’infanzia’ in ricordo della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza firmata il 20 novembre di 18 anni fa.
“La ‘Giornata’ riveste per noi un significato particolare perche’ ‘Save the Children’ e’ stata l’antesignana di quella che sarebbe diventata la Convenzione delle Nazioni Unite”, commenta Valerio Neri, direttore generale di ‘Save the Children’ Italia. “Sono ancora 72 milioni le bambine e gli adolescenti esclusi dall’istruzione nel mondo -si sottolinea – E la meta’ vive nei 28 Paesi ancora afflitti o reduci da guerre: quelle nazioni che, pur avendo maggior bisogno di supporto, ricevono minore attenzione e appena un quinto della quota globale di aiuti all’educazione da parte dei grandi donatori.
In Paesi come il Congo, il Sudan, l’Eritrea, la Costa d’Avorio, meta’ dei bambini non ha la possibilita’ di andare a scuola. In Pakistan si registra qualche progresso, ma con ben 6 milioni di bambini esclusi dall’istruzione, e’ il secondo Paese al mondo per numero di minori che non vanno a scuola”. ‘Save the Children’ ha lanciato nel settembre 2006 la campagna internazionale ”Riscriviamo il Futuro”, con l’obiettivo di garantire educazione a 8 milioni di minori in nazioni affllitte da guerre: nel corso di questo primo anno sono stati 3,4 milioni i bambini in piu’ di 20 paesi che hanno potuto andare a scuola e ricevere un’istruzione.
L’organizzazione inoltre continua a fare pressione e attivita’ di sensibilizzazione sui governi e le istituzioni internazionali. Al riguardo, ha lanciato una petizione con raccolta di firme destinate al ministro degli Esteri Massimo D’Alema, affinche’ il diritto all’istruzione per i bambini in Paesi in conflitto sia una priorita’ dell’agenda politica italiana”.
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