Famiglia

Sassari, e non per caso

Un anno di denunce, abusi, grida d'aiuto ovvero le carceri italiane settimana per settimana.

di Daniela Romanello

12 febbraio 1999 ?Rapporto dal pianeta proibito?, prima puntata. Abolizione dell?ergastolo, diritto all?affettività, scarcerazione dei malati di Aids e delle mamme recluse… Un?inchiesta di Vita nelle carceri italiane. Napoli, Poggioreale, dove sono ammassati 1.800 detenuti (per metà tossicodipendenti), dove bisogna fare i turni per uscire per l?ora d?aria, dove esiste la ?cella zero? dalla quale ogni giorno provengono lamenti. Secondigliano, carcere di massima sicurezza dove sono rinchiusi anche tossici e detenuti per condanne brevi, dove i malati di Aids chiedono inutilmente di essere curati. Avellino, Bellizzi Irpino. La casa circondariale dove una detenuta si è impiccata nella cella che divideva con il figlioletto di due anni. Toscana, Sollicciano. Il carcere dal quale parte una denuncia per una sospetta Tangentopoli delle mense. Venezia, La Giudecca. Il carcere dove i magistrati rifiutano i permessi alle detenute. Porto Azzurro. Il penitenziario che ha visto il suo direttore dimettersi, per fare l?avvocato dei detenuti. 19 febbraio 1999 Inchiesta carceri, seconda puntata.Spunta il partito trasversale dei politici (Giuliano Pisapia, Prc e Ernesto Caccavale, Forza Italia) che vogliono carceri più umane. E che insieme ai volontari denunciano lo strapotere di alcuni direttori e agenti. Dice Livio Ferrari, coordinatore nazionale del Seac, il coordinamento delle associazioni di volontariato penitenziario: «Rispetto alla situazione dei detenuti non c?è stato nessun miglioramento, rispetto agli agenti di polizia penitenziaria invece c?è stato un netto peggioramento. Molti soffrono patologie psichiatriche e tantissimi fanno uso di sostanze stupefacenti e di alcol. Anche nei loro confronti non c?è mai stata alcuna attenzione». 23 aprile 1999 Migliaia di carcerati condannati a morte. È la sorte dei detenuti sieropositivi, tossicodipendenti, tubercolotici: negli istituti di pena italiani non hanno diritto alla cura. Uno scandalo denunciato dalla Lila (la Lega italiana per la lotta contro l?Aids) che il Parlamento non si decide ad eliminare. Nonostante le mille promesse e i numerosi progetti di legge presentati. Nella rubrica ?Lettere dal carcere? una denuncia da Bari sottoscritta da 85 detenuti: «Molti detenuti sono colpiti da infezioni dell?apparato immunitario, eppure qui non vengono rispettate le norme più elementari di igiene». 2 luglio 1999 Diliberto, alla sbarra. Il siluramento del direttore generale Alessandro Margara, il flirt con i sindacati più corporativi degli agenti di custodia; l?istituzione dei corpi speciali. Punto per punto tutti i capi d?accusa mossi dal mondo del carcere al primo Guardasigilli di sinistra. Condannato da politici, volontari, assistenti sociali per le sue scelte di destra. E intanto i detenuti di Rebibbia scrivono alla Baraldini: «Non tornare, qui è peggio che negli Usa». 27 agosto 1999 ?Il Ministro Forcaiolo? , è il titolo di copertina di Vita. Cresce, infatti, la bufera attorno al ministro Oliviero Diliberto. Aveva promesso un programma riformatore, ma ha scelto una linea forcaiola. Lo accusano di voler sostituire lo Stato sociale con uno Stato di polizia. Di aver diffuso dati faziosi che alimentano la voglia di ?tolleranza zero?. Dice che il problema è l?impunità e non spreca una parola per come si vive nelle carceri. Volontari e operatori replicano agli allarmi lanciati: solo l?1% dei detenuti affidati ai servizi sociali evade. 24 settembre 1999 ?Proposta per il Giubileo 2000 ? In una lunga intervista a Vita, Adriano Sofri racconta di una lettera inviata al Papa per il Giubileo e lancia per l?anno santo tre proposte. Un atto di perdono e di amnistia dopo 10 anni per i piccoli reati, la riforma del Codice penale e Cusani Commissario per le carceri. 1 ottobre 1999 Dal carcere di Novara ci scrivono: «Abbiamo fatto un mese di sciopero. Eppure un ora dopo vengo sequestrato da una banda di agenti di custodia comandati da un appuntato Rambo e mi dicono ?Qui abbiamo spezzato anche i più duri…le consiglio di cambiare?». 12 novembre 1999 Parma, ecco come si vive nel reparto fantasma dei detenuti disabili fisici che l?amministrazione cerca di nascondere a giornalisti e parlamentari. Nel ?97, alcuni paraplegici ?ospiti? presentano un esposto alla Procura denunciando le condizioni disumane di vita nelle celle: non hanno abiti appropriati; i servizi igienici sono inadeguati; non vedono educatori né psicologi e quindi non riescono ad ottenere permessi; la struttura è piena di barriere architettoniche. Nel ?98, il reparto viene dichiarato inagibile e l?allora direttore generale Margara, si impegna a chiudere la sezione e a ristrutturarla ma tutto si arena. E dopo oltre un anno i detenuti annunciano lo sciopero della fame. Alla giornalista di Vita viene negato il permesso di entrata; l?ex presidente della commissione Giustizia, Pisapia, che si presenta allora alla porta senza preavviso riuscendo ad entrare, dice : «La situazione dei detenuti è veramente disumana». 18 febbraio 2000 La prigione che nessuno racconta, buco nero di politica e informazione. La cronista di Vita entra nei penitenziari più duri e dimenticati del Paese e traccia un incredibile campionario di abusi, violenze e arbitrii che sembrano non interessare Diliberto né il direttore del Dap Giancarlo Caselli che, nel frattempo, ha sostituito Margara. Intanto dietro le sbarre si muore, e non soltanto per ?suicidio?. 3 marzo 2000 «Se muoio fatemi fare l?autopsia». Sono le ultime parole scritte in un fax spedito il 15 gennaio dal supercarcere di Parma da Antonio Fabiani, provato dallo sciopero della fame e della sete. Una settimana dopo viene trovato impiccato alle sbarre. Ma era costretto su una sedia a rotelle dopo una operazione alle ginocchia compiuta in un centro clinico penitenziario non attrezzato. Una morte piena di ombre, comunicata in ritardo e in maniera contraddittoria. 31 marzo 2000 Reggio Calabria. Due anni fa un detenuto morì in seguito a un brutale pestaggio. Ora il pubblico ministero Taglialatela ha chiesto il rinvio a giudizio per venti agenti, il direttore e il vicedirettore. L?imputazione: omicidio volontario e favoreggiamento. Un?inchiesta difficile, in un clima di omertà. Ma le morti ?strane? sono molte di più. Nel ?98 sono stati registrati 6.342 atti di autolesionismo, 923 tentati suicidi, 6.228 scioperi della fame e oltre 11 mila proteste. E in soli due mesi, a Roma, sono state denunciate ben tre morti misteriose. 16 marzo 2000 Il ministro della Giustiza ancora nell?occhio del ciclone. Si è ?dimenticato? nel cassetto una importante delega governativa che prevedeva, per reati di piccola entità, la sostituzione della pena detentiva con pene alternative. Avrebbe potuto cioè trovare sanzioni diverse dal carcere (previsto dall?ordinamento del 1930) per ben 300 reati di minima gravità, condannandone così gli autori a lavori socialmente utili. Camera e Senato avevano già approvato a larga maggioranza, ma la delega è scaduta senza essere stata esercitata. Perché?


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