Welfare

Sartori, quanta confusione

Mujahed Issam, portavoce della comunità islamica di Brescia, risponde all'editorialista del Corriere

di Martino Pillitteri

Domani alla Camera si discute ilddl sulla concessione della cittadinanzaitaliana agli immigrati e alle seconde generazioni. Nel dibattito, che in queste settimane è stato principalmente alimentato dal presidente della Camera Gianfranco Fini (che da firmatario della legge Bossi -Fini è diventato paladino dei diritti degli immigrati) si è inserito anche il politologo Giovanni Sartori, che domenica ha firmato un editoriale per il Corriere della Sera dove giudica l’Islam un «invasivo monotei­smo teocratico che dopo un lungo ristagno si è ri­svegliato e si sta vieppiù infiammando. Illudersi di integrarlo «italianizzan­dolo » è un rischio da gi­ganteschi sprovveduti, un rischio da non rischia­re».
Al Professor Sartori ha risposto il portavoce della comunità islamica di Brescia Mujahed Issam, con questa lettera che pubblichiamo per intero.  Una lettera il cui contenuto è coerente con l’intervista che il dottor Mujahed aveva rilasciato a Vita in occasione del referendum in Svizzera sui minareti.

Perché questa aggressione alla seconda generazione!?
Anni fa alcuni giornalisti ed alcuni scrittori parlavano della prima generazione degli immigrati  considerandola una generazione poco integrata, generazione che non sa parlare bene la lingua italiana, generazione che non ha avuto istruzione nelle scuole italiane ecc. quindi questa  generazione non sarà mai pronta all’integrazione.
Oggi si comincia a parlare della seconda e della terza generazione, in modo molto preoccupante, e gli stessi che anni fa dicevano che sarà più facile per loro l’integrazione, oggi si parlano dell’impossibilità  della loro integrazione  e l’ultimo esempio quello che ha scritto Giovanni Sartori nel suo articolo  domenica 20.12.2009  al Corriere della Sera.
Questa aggressione da parte di alcuni scrittori ed alcuni giornalisti  (grazie a Dio sono molto pochi) come l’ultimo esempio portato nel articolo  citato sopra  di  Giovanni Sartori,  fa preoccupare tanto  perché è una nuova sinfonia  che vuol dire che i musulmani anche se sono nati qui, istruiti qui non sono  compatibili con la società italiana, allora non è questione  di cultura né questione di lingua ma questione di religione.
In questo articolo ho voluto discutere quello che ha scritto Giovanni Sartori, che da lui  nonmi sarei mai aspettato un articolo di questo tipo e con il rispetto che porto per quelli  che hanno certa età, consentitemi di dire alcuni cose importante su quello che ha scritto.
L’articolo è pieno di contraddizioni e di confusione soprattutto la sua conclusione che tocca in primo luogo la seconda generazione  musulmana che si sente pienamente parte integrante di questo paese; una generazione che porta in equilibrio la sua appartenenza religiosa e la sua identità culturale italiana.
Non immaginavo che un scrittore con una esperienza alle spalle scrivesse un articolo così debole nel  suo contenuto e nella sua conclusione.
Lo scrittore inizia a parlare dell’immigrazione  e della legge sulla cittadinanza dicendo che la Lega è sempre stata avversa all’immigrazione, e tutti noi sappiamo che la Lega non ha mai dichiarato la sua contrarietà all’immigrazione caso mai era e lo è ancora, come tanti, contro l’immigrazione clandestina.
Poi  divide l’Italia in due fronti, una fronte accogliente (Chiesa e sinistra)  ed un fronte senza definizione molto preciso  se non un fronte che secondo lui è unito per interessi  politici  e questa divisone dell’Italia nessun italiano la può  accettare.
Di colpo Giovanni  Sartori salta dall’immigrazione all’Islam  e la sua incompatibilità con il sistema politico non islamico e ha dimenticato che l’Islam  ci obbliga come musulmani a rispettare le regole e la costituzione del paese non musulmano quando ci troviamo sul suo suolo.
Gli esempi storici che ha portato Sartori, a parte il loro contesto storico che  è da discutere più profondamente e non così in modo superficiale addirittura con altri eventi storici, non corrispondono e non possono essere portati per spiegare  un fenomeno come l’integrazione  oggi ove prevale la globalizzazione.

Poi la conclusione  quando considera  i musulmani di terza  generazione, in Francia ed in Inghilterra,  infervorati e incattiviti, tesi  dalla quale si capisce il suo avvertimento agli elettori di stare attenti alla seconda generazione dei musulmani in Italia invece di mettere in discussione le politiche sbagliate di alcuni paesi sul tema dell’integrazione ed avvertire l’Italia, come stanno facendo Fini e tanti altri, di  prendere in considerazione il futuro del nostro paese facendo politiche costruttive per evitare qualsiasi conflitto sociale.
Poi cosa significa dopo aver parlato di immigrati all’inizio dividerli in due alla fine, dopo aver  diviso l’italiani.
Concludo dicendo che oggi sono più convinto che la nostra seconda generazione ha superato la crisi di identità  che a tanti pari che non piace.

Dr.Mujahed Issam


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