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Sarkozy firma una legge a metà del guado

Caso Francia.Dopo sette anni regolamenta la materia,come vuole una direttiva Europea.

di Joshua Massarenti

Sette anni. Tanto è durato il vuoto giuridico in cui la Francia ha galleggiato prima di adottare una legge che regolamenti l?importazione e la diffusione degli organismi geneticamente modificati. Al termine di un dibattito parlamentare ricco di colpi di scena, la maggioranza di centrodestra di Nicolas Sarkozy ha deciso di mettersi in linea con la Direttiva europea del 2001. Nota per l?assenza di vincoli comunitari, la direttiva chiedeva ai singoli Stati di definire per conto proprio le regole per l?utilizzo di sementi ogm, per ricostruire la tracciabilità dei prodotti ogm diffusi sul mercato, per garantire la coesistenza delle colture ogm con quelle convenzionali, nonché gli eventuali indennizzi in caso di contaminazione delle coltivazioni.

Il percorso legislativo del testo francese riflette una classe politica condizionata dalle enormi pressioni esercitate da un lato dalle multinazionali e dall?altro da una società civile sul piede di guerra, capeggiata da figure inossidabili come José Bové e Nicolas Hulot. Al di là delle misure ad effetto – come l?istituzione di un Alto consiglio delle biotecnologie, incaricato di informare il governo sui rischi che comportano gli ogm sottoposti ad autorizzazione o la condanna a due anni di carcere per chi distrugge i campi dedicati a titolo sperimentale a coltivazioni ogm – la legge sembra vittima dello scontro tra i sostenitori degli ogm e chi vi si oppone.

La libertà di consumare e produrre con o senza ogm apre di fatto uno spazio ai colossi dell?agroalimentare, ma con criteri che non soddisfano nessuno. Prova ne è la soglia minima fissata dal governo per definire un prodotto ?ogm free?: la legge lascia all?Alto consiglio delle biotecnologie il compito di pronunciarsi sui singoli prodotti e si limita a fissare una soglia generale dello 0,9% che, pur essendo linea con il regolamento adottato da Bruxelles nel 2003, non accontenta né gli ambientalisti (fermi nel voler abbassare la soglia a 0,1%), né tantomento l?industria agroalimentare. Quest?ultima però può consolarsi con il fatto che in caso di contaminazione, gli agricoltori contaminati dagli ogm di altri campi potranno rivalersi soltanto a chi i campi li coltiva e non ai distributori di semi.

Per il mondo associativo questa è l?ennesima prova del tradimento di Sarkozy. Celebrato per la sua scelta, a gennaio 2008, di imporre una moratoria sulla coltura e la commercializzazione del mais transgenico MON 810 prodotto dalla Monsanto, il presidente francese sembra ora essere rimasto intrappolato nell?ennesimo braccio di ferro che contrappone la sua maggioranza parlamentare (favorevole agli ogm) e l?opinione pubblica (contraria per il 67% alla diffusione degli ogm in territorio francese).


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