Non profit

Saremo tutti più poveri?

Anche oggi prosegue la picchiata delle borse mondiali. Ieri intanto largo spazio sui quotidiani alle ripercussioni del crac sulle famiglie italiane

di Franco Bomprezzi

Allarme rosso per la finanza mondiale, per l’Europa, per le banche, e anche per i risparmi dei cittadini, nonostante i continui richiami alla fiducia. Anche oggi i giornali dedicano molte pagine alla crisi che non accenna a placarsi. Ma quali saranno le vere ricadute per tutti noi?

Cominciamo dai quotidiani economici. Il Sole 24 Ore ha mille e una notizia sulla crisi, oggi davvero interessante però in prima pagina la pubblicazione della testimonianza del numero uno della Lehman Richard Fuld davanti al Congresso Usa. Difesa assoluta da parte dell’ex Ceo, che è stato accolto da manifestanti che brandivano cartelli con su scritto “vergogna” e “avido”. «Ho sempre deciso in modo prudente e appropriato», ha detto Fuld, «semmai a sbagliare sono stati altri». Chi? Tutti: Bush, la Sec, la Fed, gli speculatori, i giornalisti… Ma lui no, che guadagnava 100 milioni di dollari l’anno e ora «non crede» che i risparmiatori traditi debbano essere risarciti con i bonus milionari pagati ai manager della banca e «si sente la coscienza a posto». Impressionante l’interrogatorio da parte dei deputati, che lo mettono davvero alle strette e lo incalzano con domande senza sconti. Un quadretto meno idilliaco del Congresso Usa viene invece da pezzo di Luigi Zingales, chiamato proprio dal Congresso per una audizione sulla crisi in Europa. Dice: «I parlamentari erano solo interessati a scaricare le colpe sul partito avversario… I democratici si dilettavano a ripetere che un consigliere di amministrazione di Lehman era cugino del presidente George Bush. I repubblicani volevano scaricare la colpa sui due giganti parastatali Fannie Mae e Freddie Mac, controllati dai democratici…», insomma tutto il mondo è paese. Sul resto del giornale, un rosario di titoli che, nazione per nazione, dipingono una situazione sull’orlo della catastrofe: Italia in recessione, Via ai piani di salvataggio ecofin, Wall street tonfo in chiusura, All’Europa servono 400 miliardi di dollari, Unicredit, Moody’s taglia il rating, Possibile G8 anticipato, A Londra è recessione…

Italia Oggi, invece, cerca di sdrammatizzare. Dedica infatti la prima pagina alla soluzione Tremonti. Nel pezzo: “Teneteli sotto il materasso”, la soluzione di Tremonti è che per far prevenire altre crisi, i soldi bisogna metterli in banche senza pc, senza bancomat e dove non si parla inglese, con un sistema cartaceo, fisico e primitivo. Tornando a un tono serio ma non ottimista, Italia Oggi prevede in linea con il Fondo monetario internazionale, che i listini delle azioni in tutti i mercati europei scenderanno per mesi. I politici europei, sostiene Italia Oggi, stanno cercando interventi ora di emergenza ora soprattutto psicologici per arginare almeno il dilagare del panico tra i piccoli risparmiatori. Per ora, i governi europei, hanno solo in mente misure tampone ma non hanno la più pallida idea di come intervenire in modo strutturale. Si sta facendo piazza pulita del passato, ma non si sa che strada nuova intraprendere per il futuro. A questo proposito, Italia Oggi afferma: se è l’America che ha acceso, è sempre lì che bisognerebbe guardare per comprendere come uscirne. E allora, consiglia Italia Oggi, finché qualche illuminato trovi soluzioni e risposte, seguite il metodo Tremonti: tenete i soldi nella sua banca ideale senza pc, inglese e bancomat. A pag. 4 in un articolo intitolato “Trichet, la Bce farà del suo meglio” emerge tutta la vaghezza del presidente della banca europea e indirettamente anche le sue colpe. A parte i soliti slogan qualunquisti e banali del tipo “abbiamo bisogno in Europa di un approccio comune per quanto riguarda le garanzie e i possibili interventi sul capitale delle istituzioni finanziarie…  ma anche questa crisi deve essere accuratamente sottoposta a indagini per trarre lezioni dall’accaduto. La Bce tiene sotto controllo la situazione  in costante contatto con la federal reserve” .

La Repubblica apre con un titolo sulla crisi (“No della Ue al fondo anticrisi”) e si dedica al tema con molte pagine e commenti fra cui uno di Zygmunt Bauman, “Il mondo drogato dalla vita a credito”. «Un quotidiano britannico ha pubblicato la storia di un cinquantunenne che ha accumulato un debito di 58mila sterline su 14 carte di credito e finanziamenti vari. Con l’impennata dei costi del carburante, dell’elettricità e del gas non riusciva più a pagare gli interessi. Deplorando, col senno di poi, la sconsideratezza che lo ha gettato in questa situazione spiacevole se la prendeva con chi gli aveva prestato il denaro: parte della colpa è anche loro, diceva, perché rendono terribilmente facile indebitarsi. (…) La carta di credito rende liberi di appagare i desideri a propria discrezione: avere le cose nel momento in cui le vuoi, non quando te le sei guadagnate e te le puoi permettere. Questa era la promessa … Non riesci a ripagare il tuo debito? Non preoccuparti: a differenza degli avidi prestatori di denaro vecchio stile, ansiosi di veder ripagate le somme prestate entro termini ben precisi e non differibili, noi prestatori di denaro moderni e disponibili non ti chiediamo indietro i nostri soldi, bensì ci offriamo di prestartene altri per pagare il vecchio debito e avere un po’ di disponibilità (cioè di debito) in più per toglierti nuovi sfizi. Siamo le banche che dicono “sì”, le banche disponibili, le banche col sorriso, come diceva una delle pubblicità più geniali. Quello che nessuno spot diceva apertamente, lasciando la verità ai cupi presagi del debitore, era che le banche prestatrici in realtà non volevano che i debitori pagassero i debiti. Se lo avessero fatto entro i termini non sarebbero stati più in debito, ma sono proprio i loro debiti (il relativo interesse mensile) che i moderni, disponibili (e geniali) prestatori di denaro hanno deciso, con successo, di riciclare come fonte prima del loro profitto costante, assicurato (e si spera garantito).
L’odierna stretta creditizia non è risultato del fallimento delle banche. Al contrario, è il frutto del tutto prevedibile, anche se nel complesso inatteso, del loro straordinario successo: successo nel trasformare una enorme maggioranza di uomini e donne, vecchi e giovani, in una genìa di debitori. Perenni debitori, perché si è fatto sì che lo status di debitore si auto-perpetui e si continuino a offrire nuovi debiti come unico modo realistico per salvarsi da quelli già contratti. Entrare in questa condizione, ultimamente, è diventato facile quanto mai prima nella storia dell’uomo: uscirne non è mai stato così difficile.(…) Oggi ci viene proposta una via d’uscita apparentemente semplice dallo shock che affligge sia i tossicodipendenti che gli spacciatori: riprendere (con auspicabile regolarità) la fornitura di droga. Andare alle radici del problema non significa risolverlo all’istante. È però l’unica soluzione che possa rivelarsi adeguata all’enormità del problema e a sopravvivere alle intense, seppur relativamente brevi , sofferenze delle crisi di astinenza».
A pagina 9 di Repubblica, il vademecum: “La crisi piomba su famiglie e aziende” a firma di Roberto Mania. L’incipit dice se non tutto, molto: «Di certo siamo già quasi tutti più poveri». E giù a esemplificare le conseguenze sull’economia reale: la minor disponibilità di denaro si tradurrà in reazioni a catena. Contraendo i consumi. Facendo sì che i beni durevoli (auto, ciclomotori, frigoriferi) siano oggetto di più attenta considerazione (Sergio Marchionne, Fiat, ha già annunciato che i target 2009 sono a rischio. Dunque ha ipotecato la cassa integrazione). Le aziende più esposte sono quelle che lavorano con gli Usa. Dunque posti di lavoro a rischio, imprese in crisi di liquidità. Di contro probabilmente si ridurrà l’inflazione (per il calo della domanda). Rosa Serrano, in taglio basso, dà conto della “Stangata sui mutui, 500 euro l’anno in più”. L’interbancario a tre mesi ha raggiunto ieri un nuovo massimo (il più alto dal 1994). Il risultato è che i mutui a tasso variabile cresceranno ancora.

Il Giornale apre con un titolo che è tutto un programma “Resistere, resistere, resistere” e l’occhiello “Si muove  anche l’Europa: i conti correnti sono al sicuro. Le azioni? Bisogna stare calmi e non svendere”.  L’argomento tiene le prime otto pagine del quotidiano.  In primo piano la telefonata di Bush  a Berlusconi, Sarkozy e Brown  per  un G7  straordinario. Negli States infatti è allarme perché “si teme il contagio  dell’economia reale” Gian Battista Bozzo spiega che ora i commercianti americani temono di non avere più prestiti  che sono il “sangue che scorre nelle vene dell’economia reale” . Da te settimane infatti il commercio è in stallo. Ieri  la Federal Reserve e il Tesoro  sono intervenuti annunciando la creazione di un fondo per l’acquisto dei commercial papers, il debito a breve termine che le imprese adoperano per le operazioni quotidiane”. “Così  per la prima volta la banca  centrale americana finanzia  direttamente le imprese, ma in ultima analisi sono i contribuenti che pagano poichè il fondo  fa parte del pacchetto Paulson”. Ma Bozzo conclude” pare che anche questo impulso non riesca a minare il pessimismo che pervade l’America a  poche settimane dal voto”. L’italianissimo Geronimo provoca: “Chiudiamo le borse per 7 gg”. Nicola Porro analizza la situazione facendo  un parallelo con il caso mucca pazza: ” un gran trambusto, il panico  per un contagio collettivo rivelatosi falso”. Da citare il pezzo di Mario Cervi ”  soldi  non sono niente ha ammonito il Papa. è vero vanno, vengono poi resta solo un Profumo”. Tremonti in versione provinciale – o padana-leghista – dice: “Da noi si dice  piuttosto che niente è meglio piuttosto” ( teribbbile!). La battuta  commenta i Lavori all’Ecofin dove la Ue ha trovato un accordo che soddisfa a metà il ministro.  Si tratta del via libera agli aiuti di Stato dopo però valutazione di Bruxelles.  pag. 6 e 7 sui consigli per non farsi prendere dal panico. Oggi è la volta di  5 manager di società di gestione.

Da segnalare su Avvenire, un boxino a pag. 5 che mette in luce i primi effetti dell’aria di crisi sui consumi delle famiglie. Un’indagine di Findomestic segnala che il 77% degli italiani non prevede di aumentare nei prossimi 12 mesi la spesa per beni e servizi. In flessione l’acquisto di auto, elettrodomestici, tv e hi-fi, video, mobili, motocicli. E naturalmente case e ristrutturazioni. Il rapporto segnala che la maggioranza degli italiani “prevede per il futuro una situazione in peggioramento sempre più accentuato per il quarto mese consecutivo dopo un periodo di moderato ottimismo”. Invece a pag. 6 la nostra Alessandra Marseglia racconta i riflessi della crisi americana sul non profit a stelle e strisce “che ha nelle Corporate Foundations alcuni tra i suoi più generosi contribuenti”. Due conti in tasca: Wachovia, la quarta merchant bank americana, costretta ad accettare la fusione con Wells Fargo per non fallire, dava al non profit 97 miliardi di dollari (dati 2006). Poi “la statalizzazione della Freddie Mac priverà il settore di altri 20 milioni di dollari, il fallimento della Lehman Brothers di 27 milioni e quello della Washington Mutual di 44 milioni, mettendo in forse anche gli 80 milioni della Jp Morgan Chase che l’ha assorbita”. Quindi terzo settore in crisi d’ossigeno, per mancanza di donazioni private, ma anche per la quasi scontata chiusura dei rubinetti del governo federale (ogni anno il Tesoro versava al non profit 100 miliardi di dollari). A pag. 16 l’allarme della Fao. Jack Diouf, presentando ieri il rapporto annuale ha detto: “Le grosse perdite sui mercati finanziari hanno spostato l’attenzione dei mass media rispetto al problema della fame nel mondo”.

La Stampa apre sull’invito di “Bush: un G8 d’emergenza”, a sottolineare la gravità della situazione. Molte pagine e finalmente alla 6 il dossier: “Come sopravvivere”. Titolo impegnativo cui non corrispondono, però, i buoni consigli elargiti da Daniela Daniele, Fabio Poletti e Sandra Riccio: sono suggerimenti improntati al buon senso ma il giornale non si sbilancia in previsioni sulle ricadute nella vita quotidiana. In compenso, doppia pagina sul calcio: “Anche il pallone si sgonfia” ovvero gli effetti della crisi sui club. Intervista a Lotito, presidente Lazio: i club investano negli stadi, ovvero non dipendano più solo dalla fortuna dei calciatori…

Il Corriere della Sera titola “Supervertice sulla crisi”, governo a consulto con Bankitalia, Confindustria, Mediobanca e istituti di credito. L’idea è quella di un taglio concordato dei tassi tra i banchieri centrali. I servizi vanno da pag 2 a pag 6. Pochi passaggi e nessun titolo sulle ricadute sulla vita reale dell persone. Via Solferino però punta dritta sulle polemiche politiche (Berlusconi vs Veltroni e Bersani vs Tremonti). Il titolare dell’Economia che ha organizzato il supervertice di oggi però vede nero: «Bisogna prepararsi alla fase due, il peggio deve ancora arrivare». Il punto però è che nessuno sa prevedere quale sarà l’impatto del crac finanziario sul paese. L’azzurro Cantoni, ex presidente Bnl: «L’unico dato certo è che questa crisi inciderà notevolmente sul Pil dei prossimi anni». Intanto, nota il Pd Enrico Letta «c’è stata una flessione del 20% nelle vendite di benzina». Da parte loro i governi stanno predisponendo in ordine sparso delle bozze di piani di salvataggio. La Ue ha alzato la quota minima di garanzia dei depositi bancari a 50mila euro (l?italia era già a 103mila). La Gran Bretagna ha preparato un piano di salvataggio delle banche. Madrid ha invece annunciato un fondo da 30 miliardi per il sistema finanziario. La Federal Reserve infine ha deciso di prestare soldi direttamente alle aziende.

“Niente ferma la paura” titola il manifesto, che in appoggio fa il punto sui costi della crisi per le famiglie sulla base di uno studio di Federconsumatori e Adusbef. Il costo stimato per ogni famiglia italiana è di 1672 euro annui. Le ricadute dirette saranno pari a 420 euro per gli investimenti in borsa con perdite sui titolo venduti dal 30 al 35%. Le perdite legate all’acquisto di prodotti finanziari tossici ammonteranno invece a 6 miliardi di euro, 280 euro a famiglia. Per quanto riguarda gli effetti indiretti, legate alle dinamiche recessive e all’aumento del costo del denaro, si prevede un calo del Pil di almeno un punto percentuale, con una ricaduta complessiva di circa 15 miliardi di euro, pari a una perdita di ricchezza di 652 euro per ogni nucleo famigliare. Infine il nuovo incremento dell’euribor costerà 40 euro all’anno ad ognuna delle 3,2 milioni di famiglie che hanno contratto mutui a tasso variabile. I maggiori tassi sui prestiti costeranno invece 160 euro in più a famiglia. Gli effetti della crisi sull’inflazione saranno pari a 0,4 punti percentuali, una spesa aggiuntiva in beni di 120 euro a famiglia.

E inoltre sui quotidiani di oggi:

Soggiorno a punti
La Stampa – Un vero cammeo di Gramellini in prima. “Da quando ho saputo che la Lega vuole assegnare permessi di soggiorno a punti, mi sono preoccupato, non per loro, ma per me. Nella proposta si parte da un gruzzolo di 10 punti, concedibili a chi abbia manifestato un buon livello di integrazione sociale e una discreta conoscenza della lingua italiana. Ogni violazione determinerà una riduzione di punti fino all’azzeramento e alla revoca del permesso. (…) Non vorrei che qualcuno decidesse di estenderla agli italiani. Il mio livello di integrazione sociale è pessimo, come quello della maggioranza degli italiani, e peggiora di giorno in giorno (….) La discreta conoscenza della lingua italiana rappresenta un altro problema…Se passasse la cittadinanza a punti, in breve ci sarebbero sessanta milioni di apolidi e una penisola deserta”.

 

Acqua del rubinetto

La Repubblica – Nella prima d’economia, Lucio Cillis si occupa di “Acqua, in sei anni un aumento del 32%”. Sulla base del rapporto di Cittadinanzattiva. Aumenti molto eterogenei illustrati da tabelle e schemi. Milano è la città in cui l’acqua costa meno.

Scuola
Il Giornale –  pag. 9. Primo sì della Camera alla riforma Gelmini che preferisce parlare di manutenzione. « più che una riforma  la mia credo sia manutenzione della scuola – riporta nel pezzo Francesca Angeli-. Recupero dal passato principi  attualissimi  guardando però al futuro. Vogliamo colmare alcuni gap, come quello delle lingue straniere»

Cristiani in India
Corriere della Sera – Il vaticanista del Corriere Luigi Accattoli a pag 16 riprende l’Osservatore romano che oggi riferendosi alle violenze contro i cristiani in India parla di «grave persecuzione» e riporta in prima pagina uno dei due interventi sinodali con il titolo “La Parola di Dio sostegno per i cristiani perseguitati in India». Secondo il quotidiano vaticano l’ondata di violenze che si è scatenata negli ultimi due mesi «finora ha provocato circa 80 morti e migliaia di profughi» (gli sfollati secondo radio Vativana sarebbero «almeno 30mila»). La denuncia più importante in sinodo è venuta dal cardinale indiano Varkey Vithayathil.

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