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Saremo piazze urlatrici di pace

La seconda parte della rubrica "Polvere" a cura di Erri De Luca.

di Erri De Luca

“Moriamo/ moriamo terribilmente presto/ e terribilmente male/ in questa città”, scriveva dieci anni fa il poeta Izet Sarajlic nella sua Sarajevo del 1993, città assediata e chiusa.
Si muore di nuovo maledettamente male in altre città prese d?assalto. La storia, un cane che torna sul suo vomito, va a ripetersi tra l?Eufrate e il Tigri. Gli ospedali si affollano di feriti che non possono essere curati. Ogni giorno sono abbattute madri.
Quanto dovrà essere meravigliosa la vittoria per stare a contrappeso di questo?
Terra di Babilonia e Ninive, quanti baci in ginocchio alla mano che ti avrà portato questa sua imperatrice libertà? Amo i tuoi mercati che riaprono all?alba dopo i bombardamenti, amo il rumore della saracinesca sollevata che dà torto alla guerra. Amo il fornaio che attizza il forno mentre il suolo traballa di esplosioni e la notte è sventrata dagli incendi.
In mille città del mondo imiteremo il grido dei tuoi venditori di almanacchi e di aquiloni, sabato saremo piazze urlatrici, insieme a te, di pace.

Nessuno ti regala niente, noi sì

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