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Saremo la testa di ponte del 5 per mille
Maurizio Savi, direttore di Airc, sulla sperimentazione firmata Tremonti: «un'occasione per mettersi in gioco». dallo speciale di VITA Magazine in edicola
Il 5 per mille ?promosso? dal più storico degli enti legati alla ricerca scientifica: Maurizio Savi, direttore generale di Airc, confessa di guardare con fiducia alla sperimentazione introdotta nella denuncia dei redditi dal ministro Tremonti.
Reduce da un convegno in cui, il 26 gennaio scorso, è stato attribuito ad Airc, insieme ad altre quattro organizzazioni, il marchio di eccellenza etica e organizzativa dell?Istituto italiano della donazione, in queste ore Savi è impegnato nella ?lettura? del nuovo provvedimento e nelle procedure di iscrizione all?apposito elenco dell?Agenzia delle Entrate. «La filosofia da cui nasce la sperimentazione del 5 per mille è senz?altro positiva», commenta, «perché segna una presa di coscienza da parte dello Stato: il terzo settore è un pilastro importante della società e del sistema di welfare e dunque, se non sostenuto, va almeno salvaguardato. Questa novità del 5 per mille, inserita nella prossima denuncia dei redditi, rafforza senza dubbio il cammino iniziato con la +Dai -Versi e dà prova di una maggiore sensibilità verso il non profit da parte del mondo politico. E mi pare un buon segno che anche un esponente dell?opposizione come Enrico Letta abbia confermato un interesse per il suo mantenimento, anche allo scadere di questo primo anno di sperimentazione».
Gli elenchi della ricerca
Se la filosofia soddisfa, in questa manciata di giorni che mancano dalla scadenza del 10 febbraio resta una certa apprensione «sulle meccaniche interne con cui il 5 per mille sarà realizzato, che appaiono alquanto farraginose, soprattutto per il settore della ricerca scientifica e sanitaria», commenta Savi.
Da un lato, infatti, le fondazioni e le associazioni che operano nel campo della ricerca scientifica, sanitaria e socio-sanitaria a norma del decreto legislativo 460 del 1997, rientrano nell?ambito della prima categoria di beneficiari, cioè il volontariato e le onlus, e pertanto sono tenute all?iscrizione nell?elenco dell?Agenzia delle Entrate.
D?altra parte, però, ci si domanda cosa conterranno gli elenchi che il Miur e il ministero della Sanità sono tenuti a pubblicare (sempre entro il 10 febbraio), individuando i beneficiari della seconda e della terza categoria, cioè ricerca scientifica e sanitaria svolta, evidentemente, da soggetti pubblici.
Tra questi dovrebbero rientrare senz?altro gli 83 atenei italiani (ma resta da capire come gli uffici della Moratti individueranno tutti gli altri «soggetti che effettuano ricerca scientifica») e, per l?ambito di competenza del ministro Storace, i 31 (in parte pubblici e in parte di diritto privato) Irccs – Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico, gli Istituti zooprofilattici e altri centri come l?Agenzia dei servizi sanitari regionali e quella sulla prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro e delle malattie professionali, l?Ispel.
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