Volontariato

Sardegna Solidale, volontari mobilitati dopo il no all’accreditamento

La decisione dell’Organismo Nazionale di Controllo mette in agitazione tutto il volontariato dell’isola e interrompe le attività già programmate. Quello sardo è l’unico dei 49 centri di servizio italiani a cui è successo questo. Inviate lettere ai rappresentanti delle istituzioni isolane, ma anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Papa Francesco. Per la Conferenza episcopale sarda un fatto “incomprensibile”

di Antonietta Nembri

“Il Centro di Servizio per il Volontariato Sardegna Solidale vive in questi giorni momenti di grande sconforto e di profonda amarezza” scrive in una nota del 3 agosto la Conferenza episcopale sarda. I vescovi dell’isola “a nome delle nostre Diocesi, destinatarie di questa rete solidale che attraversa luoghi noti e altri meno conosciuti” chiedono, “con rispetto ma con il coraggio e il vigore che nasce dal nostro annuncio del Vangelo, un ripensamento della decisione adottata, che riteniamo non solo incomprensibile ma anche ingenerosa per tutti coloro che si impegnano – particolarmente in questa fase storica – a trovare soluzioni di unità e di fraternità per la nostra gente”. A provocare questa ferma presa di posizione la decisione presa lo scorso 29 luglio dall'Organismo Nazionale di Controllo (Onc) presieduto da Francesco Profumo di non accreditare il Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale, determinando così l’interruzione della sua attività. Quello isolano è l’unico centro sui 49 operanti in tutt’Italia a cui l’Onc ha negato l’accreditamento

Per Sardegna Solidale – si legge in una nota dello stesso Csv sardo – si tratta "di una decisione gravissima, supportata da motivazioni inconsistenti e pretestuose, che mette in agitazione tutto il volontariato isolano e interrompe le attività già programmate. Il volontariato sardo si mobilita già da oggi è chiede il sostegno delle istituzioni per risolvere questa delicata e gravissima situazione".

Da qui la decisione presa dall’intera presidenza di Sardegna Solidale di scrivere oltre che al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e a quello del Consiglio regionale Michele Pais, anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Papa Francesco, che il 30 novembre del 2018 concesse una storica udienza speciale in Vaticano ai volontari provenienti dall’isola per celebrare i vent’anni di Sardegna Solidale.
Nella lettera al capo dello Stato, ricostruendo i passaggi che hanno portato al mancato accreditamento, Sardegna Solidale, scrive: «A Padova abbiamo ascoltato attentamente il suo intervento su “l’Italia che ricuce” nella quale ci riconosciamo e alla quale rivendichiamo di appartenere. La delibera adottata dall’Onc rischia di mandare in frantumi ciò che è stato costruito con fatica e successo in tutti questi anni. Siamo certi che con il Suo autorevole intervento si possa fare ancora molto e salvare una situazione apparentemente compromessa che rischia di degenerare in manifestazioni di piazza eclatanti e clamorose».

Nella lettera al Santo Padre, Sardegna Solidale ricorda invece proprio le parole che Papa Francesco rivolse ai volontari sardi nel corso dell’udienza speciale di due anni fa: “La vostra realtà associativa raccoglie numerose organizzazioni di volontariato, svolgendo un considerevole servizio di aggregazione e di cooperazione, volto a rendere più qualificato ed efficace l’impegno in favore di quanti versano in condizioni precarie. Vi incoraggio a proseguire con spirito di intesa e di unità; potrete così diffondere più capillarmente la cultura della solidarietà”.

L’accreditamento dei Csv italiani era un passaggio atteso, in virtù della entrata in vigore della nuova legge di riforma del Terzo Settore. A gestire la transizione dal vecchio al nuovo sistema è l’Onc, l’Organismo Nazionale di Controllo, chiamato a vigilare sull’attività dei Centri di servizio per il volontariato e composto da tredici membri: sette designati dall’Acri (l’associazione che riunisce le fondazioni bancarie e che esprime anche il presidente), due dal Csvnet, due dal Forum del Terzo Settore, uno a testa dalla Conferenza Stato-Regioni e dal ministero del Lavoro e Welfare. presidente dell’Onc è Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo.

In una nota si ricostruiscono i passaggi che hanno portato alla decisione di fine luglio. Si ricorda che, come tutti i Csv italiani, anche Sardegna Solidale il 15 luglio dello scorso anno aveva presentato una manifestazione di interesse per poter proseguire la propria attività. Tramite il suo segretario generale, l’Onc, nel corso di questi dodici mesi, aveva chiesto documenti integrativi che sono stati prontamente forniti.
Ma per quale motivo allora l’Onc ha negato l’accreditamento a Sardegna Solidale?
“Tutto verte sull’individuazione dell’organismo titolare del Csv istituito nell’isola sulla base del decreto ministeriale dell’ottobre 1997 – spiega la nota -. Per Sardegna Solidale il titolare era (ed è) il Comitato promotore del Csv Sardegna Solidale, presieduto da don Angelo Pittau e recentemente trasformato in centro di Servizio Sardegna Solidale Odv. Di diverso parere invece l’Onc, che ha dunque negato l’accreditamento”.

Ora, come scritto da Sardegna Solidale anche al presidente Mattarella, “per noi è di grande importanza che il presidente e i membri dell’Onc sappiano cosa e come hanno deliberato e che decidano, magari, di convocarci in audizione. Siamo certi – carte alla mano – che potrebbero rivedere la loro decisione e che potrebbero evitare anni di conflitti giudiziari e dispendio di risorse che meritano migliore e più utile destinazione”.

Nessun rappresentante di Sardegna Solidale è infatti mai stato convocato né audito dall’Onc, viene sottolineato nella nota in cui si ricorda che quella attuale è “la terza volta, nella sua ventennale storia, che Sardegna Solidale si trova sotto attacco. La prima nel 1998, quando dovette resistere davanti al Tar contro il ricorso presentato dal gruppo di associazioni che contestavano la legittimità della vittoria del bando per la gestione del Csv da parte delle sigle riunitesi intorno al Comitato promotore Sardegna Solidale. La seconda nel 2005 quando nel mese di dicembre, nel corso della votazione per l’approvazione della legge 23 sul “Sistema integrato di servizi alla persona”, il Consiglio regionale votò a sorpresa un articolo con il quale disponeva la cancellazione di Sardegna Solidale e metteva a bando quattro nuovi Csv, di cui tre territoriali (sud, centro e nord Sardegna) e uno tematico sulla povertà. Era un tentativo di lottizzazione contro il quale il volontariato sardo insorse unitariamente. Una lotta che si trasferì nelle aule di giustizia amministrativa e che si concluse vittoriosamente per Sardegna Solidale nel 2009. Ora contro questo nuovo attacco il volontariato sardo si è nuovamente mobilitato”.

Le organizzazioni di volontariato operanti in Sardegna sono oltre 1.700 circa: dieci ogni diecimila abitanti, con una crescita rispetto ad una precedente rilevazione del 2008. Anche i dati che riguardano i volontari, occasionali e attivi, dal 1999 al 2016 risultano tutti in crescita. I numeri sono contenuti in: “Il volontariato in Sardegna. Organizzazioni di volontariato nella rilevazione campionaria: identità e processi 2016” a cura di Renato Frisanco e pubblicata nel febbraio 2017 da Sardegna Solidale. Secondo la pubblicazione il numero delle associazioni attive sull’isola è passato dalle 1.200 del 1999 alle oltre 1.700 di oggi. Il numero dei volontari è cresciuto da 30mila nel 1999 a 45mila nel 2016, mentre quello dei volontari occasionali è raddoppiato dai 40mila nel 1999 agli 80mila del 2016.
Numeri che certificano la bontà dell’azione di Sardegna Solidale, la cui esistenza stessa oggi è messa a rischio dalla decisione dell’Onc.

In apertura photo by Joel Muniz on Unsplash

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