Non profit

Sarà un sindacato, o un soggetto politico?

Martedì 11 aprile il consiglio nazionale del Forum del terzo settore decide tempi e modi dell’assemblea che dovrà decidere il futuro dell’organismo di rappresentanza del non profit

di Ettore Colombo

Il Forum del terzo settore ha aperto la sua fase congressuale ed è pronto al rinnovamento interno. Inizialmente fissata per fine aprile, l?assemblea generale che porterà al rinnovo di tutti i suoi organi probabilmente si svolgerà il 16 maggio, ma a fare chiarezza sui tempi effettivi sarà solo il consiglio nazionale convocato per l?11 aprile. In ogni caso, il ricambio è alle porte. Gli attuali due portavoce, Edoardo Patriarca e Giampiero Rasimelli, sono in scadenza, e comunque hanno da tempo declinato l?invito a un nuovo incarico. Formula a due La stessa formula della guida a due teste (dove uno dei due rappresenta l?anima più cattolica e moderata, l?altro quella più laica e di sinistra) è in discussione. Patriarca e Rasimelli, comunque, hanno già definito, all?ultimo consiglio nazionale, un primo bilancio del lavoro svolto: per loro, in questi anni, vi è stato il rafforzamento della base associativa del Forum, il dialogo interno e con le altre reti di società civile organizzata, il suo essere inteso come realtà di rappresentanza, la sua capacità di ?fare rete? (coalizione ?pro welfare? con sindacati, Comuni, Regioni, autonomie locali in testa). «A ciò non ha però corrisposto», sottolineano, «un adeguato riconoscimento da parte delle istituzioni e del governo, che ha spesso messo in discussione la rappresentanza, le politiche di welfare e il ruolo stesso del terzo settore, negando valore alla concertazione». Poche, nel giudizio di Patriarca e Rasimelli, le leggi a favore al terzo settore di iniziativa governativa: bocciato il 5 per mille, promozione per la + Dai -Versi e legge sull?impresa sociale per il loro ?iter bipartisan?. «E’ ancora presto per gettare le basi del percorso futuro», concludono i portavoce Patriarca e Rasimelli, «ma non possiamo che pensare a un rafforzamento del Progetto Forum, sulla scia del programma iniziale del 1997 e dei documenti programmatici del 2003». Il consiglio nazionale del-l?11 aprile dà il ?la? a una stagione nuova con organismi pienamente rinnovati e qualificati in coincidenza con la nuova legislatura. I quattro grandi temi individuati nell?ultima assemblea (quella del 2003) e cioè welfare, innovazione, Europa e dimensione internazionale, mantengono, per Patriarca, la loro validità ma in questi anni se ne sono aggiunti altri: fedeltà ai valori della Costituzione, sussidiarietà, laicità e pluralismo, coesione interna. Le criticità Naturalmente non mancano elementi di criticità: rapporti altalenanti con le istituzioni, forme di neocollateralismo strisciante. Sul piano interno, se Patriarca riconosce difficoltà nel mantenere una rete efficace di relazioni con le altre reti di rappresentanza e nella infrastrutturazione dei forum territoriali, tra gli elementi positivi cita l?allargamento della base sociale del Forum, il rafforzamento delle collaborazioni con Civitas, Vita, Summit Solidarietà, Caritas e Associazione ong; la nascita dell?Istituto italiano donazione e l?accordo strategico con Acri. Il dibattito sul futuro del Forum è aperto, anche con toni critici. Il presidente dell?Arci, Paolo Beni vuole «maggiore responsabilità e protagonismo» a partire dai diritti di cittadinanza e partecipazione, più relazioni con altre reti e movimenti su pace, movimenti, diritti sociali, maggiore coesione e unità interna tra le associazioni e gli organismi direttivi. Il neo presidente Acli, Andrea Olivero, chiede nuova soggettività sociale e maggiore coesione da parte delle associazioni, piccole e grandi, mentre Vilma Mazzocco (Federsolidarietà) propone un nuovo slogan «welfare, non solo welfare» con soggetti privati che s?impegnano in spazi pubblici allargati e invoca «proposte originali». Antonio Sambo (Forum del Veneto), invoca più attenzione per i Forum territoriali. Maria Guidotti (Auser) pubblica sul sito del Forum una lettera aperta in cui chiede di riflettere «su limiti e opacità della nostra azione», in nome di una maggiore carica progettuale per uscire da un regime di «relazioni sospettose» tra le varie anime (volontariato, associazionismo, cooperazione). Poi lancia una proposta: non limitarsi a fare del Forum «uno strumento con cui meglio far valere i nostri interessi, scelta legittima ma minimalista», ma diventare «laboratorio di innovazione e ampliamento della partecipazione democratica dei cittadini». Sono in molti a chiedere più soggettività politica. Come nella lettera firmata da esponenti di spicco dell?associazionismo orientato a sinistra (i presidenti di Cnca, Arci, Uisp, Intersos, Legacoop e Auser) che propongono di sciogliere definitivamente l?ambiguità: «Forum come sede istituzionale neutra o dotato di una sua autonoma soggettività politica con un progetto legato a precisi contenuti e a un?idea di welfare e di società? L?unità non basta, deve fondarsi sulla esplicita condivisione di valori comuni e su un programma di mandato». La discussione è aperta, anzi apertissima. Dieci anni di forum 1997. La prima assemblea costituente sceglie i tre portavoce, con rotazione annuale: Luigi Bobba, Franco Mazzocchi, Claudio Calvaruso. Nuccio Jovene viene nominato segretario generale 1999. Claudio Calvaruso passa ad altro incarico. Gli subentra come portavoce Edo Patriarca. Maria Guidotti viene nominata tesoriere 2000.L?assemblea nazionale, al termine dei primi tre mandati, sceglie la coabitazione di due portavoce: Edo Patriarca e Giampiero Rasimelli (4). Come segretario viene eletto Fabio Protasoni 2003.L?assemblea riconferma Patriarca e Rasimelli. Protasoni diventa tesoriere


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