Italian Fundraising Award

Da 159mila euro a 2,6 milioni in meno di 20 anni: Sara Turetta fundraiser dell’anno

La fondatrice e presidente della Fondazione Save the Dogs and other Animals, ha vinto la XIII edizione del premio ideato dal Festival del Fundraising. «È la prima volta che si riconosce il lavoro di chi ha scelto la tutela e protezione degli animali»

di Antonietta Nembri

Per lei quello che riceverà ufficialmente sul palco del Festival del Fundraising il prossimo 4 giugno è «un premio al lavoro del gruppo». Lei è Sara Turetta, fondatrice e presidente della Fondazione Save the Dogs and other Animals vincitrice della XIII edizione del Fundraising Award. E spiega: «Nella nostra organizzazione oggi la raccolta fondi ha un peso importante in termini di risorse umane soprattutto nella sede italiana».

Save the Dogs nasce nel 2002 con l’obiettivo di cambiare il destino dei cani randagi in Romania per iniziativa proprio di Sara Turetta che ha mosso i suoi primi passi nel raccogliere fondi «raccontando quello che facevo in Romania».

La scoperta del fundraising

Nei primi anni duemila, infatti, era la stessa Turetta a comunicare «con la comunità dei donatori, cercavo di farli partecipi, mi sforzavo di tenere i rapporti con i grandi donatori ogni volta che dalla Romania tornavo a Milano» ricorda.
Il passare degli anni ha però chiesto non solo di conoscere l’anima della fondazione che è comunque qualcosa che conta, ma di crescere.
«E in effetti il fundraising come disciplina strutturata l’ho scoperta nel 2006 grazie a un’associazione animalista britannica e da lì ci siamo sviluppati in varie direzioni anche perché» precisa, «ho capito che non bastava comunicare quello che facevamo per avere donatori, ma occorreva imparare delle tecniche che non snaturano le organizzazioni, ma che sappiano coinvolgere le persone». 

Da alcuni anni Turetta si occupa personalmente non solo di scrivere progetti e Grant rivolti a organizzazioni straniere, ma si è assunta il compito di cercare grandi donatori che sappiano fare la differenza, senza dimenticare i piccoli. «Una delle campagne che portiamo avanti da anni è in occasione del mio compleanno a febbraio che vede coinvolte tutte le nostre community ed è una di quelle che hanno più successo», osserva.

Risultati in crescita

Fiducia e trasparenza sono da sempre «le chiavi del successo mostrando sempre quello che è stato realizzato».
E i risultati in crescita danno a ragione a Turetta, basti considerare che nel 2005 l’organizzazione chiudeva il bilancio con 159mila euro, mentre lo scorso anno si sono toccati i 2,6 milioni di euro. A crescere è stata anche la struttura impegnata nel fundraising, coordinata da Laura Salvatore «con noi da quattro anni arrivando da grandi organizzazioni internazionali e da cui ho imparato molto», continua la presidente.

Per essere sempre più sostenibili la differenziazione dei sostenitori è importante e infatti se il 41% dei fondi raccolti arriva da individui, il 35% da partner e associazioni, il 22 da fondazioni mentre il 2% è donato da aziende «per questo stiamo cercando un corporate fundraiser».

L’impegno per la trasparenza

Per la fondatrice una delle caratteristiche che distingue Save the dogs nel mondo delle organizzazioni animaliste è proprio l’impegno alla trasparenza, «pubblichiamo il nostro bilancio in modo molto chiaro e trasparente e credo sia un’attività anche educativa nel nostro mondo di tutela degli animali caratterizzato da donatori molto emotivi e un po’ naïve e non mi riferisco alle gattare con i banchetti di torte, ma a quelle organizzazioni che si muovono con poca trasparenza e che non hanno ancora compreso la necessità di una modalità più professionale di raccolta fondi. Spero che con il nostro comportamento siamo stati in grado di generare un circolo virtuoso». 

Impegno e attività che hanno portato alla fondatrice anche diversi riconoscimenti come la nomina a Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia nel 2012, «una responsabilità e allo stesso tempo una soddisfazione» osserva Turetta che spiega come questo suo impegno per gli animali in Romania abbia anche delle ricadute sociali. «Noi ci concepiamo come attivisti sociali e infatti cerchiamo sempre di costruire delle sinergie con realtà umanitarie e culturali. Non volgiamo chiuderci in una riserva, ma puntiamo a dialogare con il resto del Terzo settore». 

La prima volta del premio per chi tutela gli animali

E il premio per lei è un po’ un segnale. «È la prima volta che questo riconoscimento premia chi ha scelto la tutela degli animali come mission. Ci stiamo professionalizzando ma è anche il segno di come tutto sia connesso: l’ambiente, gli animali, l’uomo. Se una parte soffre anche le altre componenti stanno soffrendo. Per questo noi lavoriamo per una società migliore e il progetto “Amici di strada” va in questa direzione. Ci occupiamo delle persone e dei loro pet», precisa.

La fondazione ha come due polmoni, uno in Italia con base a Milano e uno in Romania e dallo scorso anno anche dal lato romeno «siamo riusciti a ottenere dei contributi in pet-food grazie anche a una fiscalità favorevole e per questo stiamo lavorando per costruire un team di fundraiser locali. La sfida è riuscire ad aumentare le entrate dalla Romania che a oggi sono all’8%» conclude Turetta.

In apertura Sara Turetta, foto da Ufficio stampa


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