Famiglia

Sarà lapidata oggi

Lo riferisce il Comitato internazionale contro la lapidazione

di Redazione

Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna condannata a morte in Iran per adulterio, sarà lapidata domani. Lo riferisce il Comitato internazionale contro la lapidazione in un comunicato posto sul suo sito web. “L’esecuzione è prevista per il 3 novembre” afferma l’ong nella nota. “Il regime islamico iraniano prevede di giustiziare Sakineh immediatamente” si legge nel comunicato dell’ong.

“In base alle notizie ricevute dal comitato internazionale contro le lapidazioni e dal comitato internazionale contro le esecuzioni il primo novembre, le autorità di Teheran hanno dato il via libera alle carceri di Tabriz per effettuare la lapidazione di Sakineh. E’ stato riferito che la donna sarà giustiziata mercoledì”. Teheran, attacca l’ong, “ha creato un nuovo scenario per accelerare l’esecuzione”. La stessa ong aveva reso noto l’arresto del figlio e dell’avvocato della donna, lo scorso 11 ottobre.

“Chiediamo al governo italiano e al ministro degli Esteri, Franco Frattini, di intervenire urgentemente attraverso i canali diplomatici per salvare la vita di Sakineh” dice Mina Ahadi, portavoce del Comitato internazionale contro la lapidazione.

Secondo Ahadi, infatti, “la mobilitazione della comunità internazionale non si è finora rivelata sufficiente per salvare la vita di Sakineh, quindi è ora necessario intervenire diplomaticamente, ad alto livello”. La portavoce del comitato spiega di non essere certa che l’esecuzione possa avvenire nelle prossime ore.

“La Corte Suprema ha inoltrato il dossier su Sakineh al carcere di Tabriz – afferma – questo segnale indica che l’esecuzione potrebbe avvenire entro una settimana”. La Ahadi rivela infine che sono in corso dei tentativi per far assegnare a Sakineh un avvocato d’ufficio dopo che il suo legale, Javid Houtan Kian, è stato arrestato insieme al figlio della donna, Sajjad Qaderzadeh. “Le autorità iraniane – ha concluso – hanno comunque riferito che non c’è bisogno di un avvocato che la difenda”.

Mohammad Amiry-Moghaddam, portavoce di ‘Iran Human Rights’ (Ihr), una ong che si batte contro la pena di morte nella Repubblica Islamica, dice che “da Teheran giungono segnali preoccupanti” riguardo all’esecuzione di Sakineh, “ma al momento non c’è ancora nessuna conferma ufficiale” alla notizia della possibile esecuzione domani.

Il portavoce spiega  che, in base alle notizie che giungono da fonti in Iran, l’esecuzione di Sakineh “potrebbe essere imminente”. “Per la prima volta – aggiunge – ieri le autorità hanno confermato l’arresto dell’avvocato della donna, Javid Houtan Kian, inoltre, un ufficiale del ministero degli Esteri iraniano ha ribadito che la donna è condannata a morte per l’omicidio del marito”.

Tutti questi segnali sono “inquietanti”, prosegue Amiry-Moghaddam, precisando però di non avere “nessun elemento” per confermare che l’esecuzione potrebbe essere eseguita già domani, come annunciato sul sito del Comitato internazionale contro la lapidazione.

Prosegue intanto la mobilitazione di tutte le forze politiche. I vice presidenti italiani del Parlamento europeo, Roberta Angelilli (Pdl) e Gianni Pittella (Pd) hanno chiesto a Teheran di smentire le voci sull’imminente esecuzione, in merito alla quale il ministro degli Esteri, Franco Frattini, oggi ha dichiarato che “il nostro ambasciatore non ha nessunissima conferma del fatto che domani la condanna a morte di Sakineh sarà eseguita”.

I ministri Frattini e Carfagna hanno lanciato un appello congiunto per salvare la vita della donna. ”Le notizie che da fonti non governative ci giungono da Teheran secondo cui la vita di Sakineh Ashtiani sarebbe in pericolo imminente ci colpiscono profondamente”, si legge in un comunicato congiunto dei due ministri.

“L’impegno dell’Italia, non solo del governo, ma anche del Parlamento e dell’opinione pubblica, per evitare la pena di morte – ovunque e contro chiunque essa venga decretata – in quanto punizione lesiva della dignità umana è noto a tutti. Vogliamo però ribadirlo oggi nuovamente, con forza, e siamo fiduciosi di poter trovare ascolto presso le autorità di un Paese come l’Iran che l’Italia rispetta in quanto Stato sovrano e con il quale intende intrattenere un rapporto di dialogo costruttivo”.

“Il nostro appello non è contro l’Iran, ma per la vita di Sakineh – come abbiamo manifestato sin dall’inizio della nostra campagna. Un riscontro positivo da parte iraniana a questa nostra sensibilità – concludono – aiuterebbe quella fiducia reciproca che l’Italia sta cercando di ripristinare con l’Iran malgrado il difficile momento internazionale”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA