Formazione

Sarà la mia battaglia

di Redazione

Cristina De Luca, senatore in quota Alleanza per l’Italia, dal 2006 al 2008 nell’ultimo governo Prodi, è stata sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali con delega al servizio civile.
Appoggia il Manifesto lanciato da Vita?
Senza esitazioni. È chiaro che un servizio civile universale andrebbe ripensato da capo, ovvero lasciando da parte quello attuale. Ad esempio, potrebbe durare sei mesi, e dovrebbe attingere molto dalla visione che hanno del servizio sia gli enti che in questi anni hanno fatto partire i ragazzi, sia gli stessi giovani. Detto questo, però, il punto di partenza attuale deve essere un altro: ridare dignità all’Scn.
Come?
Dandogli più stabilità possibile. Non solo mettendoci le risorse che mancano, ma anche rilanciando il suo valore aggiunto, quello di un’esperienza senza eguali che anche in tempi di rigore come questo va incentivata. Sono preoccupata perché invece sembra che la crisi attuale giustifichi il far passare in secondo piano l’Scn. Non stiamo parlando di una nicchia, sono centinaia di migliaia i giovani partiti in un decennio. Da parlamentare mi attiverò con ogni mezzo per ridare al servizio civile il ruolo che merita.


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