Politica

Sapelli: «Si vada alle urne per sottrarci alle ingerenze franco cinesi»

L’economista auspica le elezioni: «il burattinaio di questa campagna d’Italia è Romano Prodi. Si modifichi la legge elettorale obbligando Salvini a governare con altri. E Silvio Berlusconi convinca il leader della Lega ad entrare nel Partito Popolare Europeo»

di Lorenzo Maria Alvaro

«È stato un gioco di ombre cinesi. Prodi ha lanciato l’ultima battaglia per la campagna d'Italia, la conquista franco-cinese dell’Italia. E i nostri governanti non sanno cosa rispondere». Così l’economista Giulio Sapelli definisce la crisi che ha portato alla caduta del Governo giallo verde andata in scena ieri al Senato.

«Sono così disperato che leggo anche la Repubblica», scherza corrosivo Sapelli, «e come dice Paolo Cirino Pomicino ieri abbiamo assistito a una cosa tra paesani. Con questo avvocaticchio che attacca il proprio ministro degli Interni. Avrebbe dovuto, quanto meno, prima dimettersi».

Per Sapelli il suicidio salviniano «è il suicidio dell’unico partito di massa in Italia che non riesce ad identificare il proprio ruolo e il proprio destino e pensa di governare con una politica di medio raggio. Non capiscono quali sono i loro compiti di lungo periodo, difendere quel che rimane dell’Italia, cioè l’Ilva le piccole imprese le reti di comunicazione. Basta pensare che sono loro ad aver chiamato al Governo uno come Michele Geraci per capire come le cose non abbiano funzionato».

Adesso è tutto nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Un uomo di fede atlantica indubitabile visto che era Ministro della Difesa ai tempi della Bosnia», sottolinea il professore, «spero che se lo ricordi. Una crisi così fatta male fa capire che anche gli Stati Uniti sono in grande difficoltà. L’unica soluzione è andare al voto. Consegnare il Paese a un governo Pd- 5s vorrebbe dire consegnare il Paese a Francia e Cina e perdere le nostre industrie di base ed essere completamente liquidati. L'unico argine sono le elezioni. Se non si vota il distacco tra paese reale e paese legale sarà immenso. Il trasformismo, che è quello che sta succedendo, è vincente sul breve periodo. È duro per me paragonare Matteo Renzi ad Agostino Depretis, ma è quello che sta succedendo. Adesso che la Germania si ferma avremmo bisogno di una politica diversa».

A riprova di tutto questo per il professore c’è un dato: «Non c’è un uomo o una donna con un certo profilo di potere in Italia che non sia Légion d'honneur. Potremmo fare un elenco infinito a cominciare dai vertici delle istituzioni economiche. Abbiamo anche un ex segretario della presidenza del Consiglio che adesso fa il consulente al governo francese. L’onorevole Sandro Gozi. Per carità, non c’è nulla di male. Disvela però la porosità dello Stato italiano e del cosmopolitismo delle sue classe dominanti. Come diceva Gramsci nelle sue note sul Risorgimento. Un cosmopolitismo che non vuol dire apertura al mondo ma servilismo e subalternità».

A chi si inquieta all’idea che si vada alle urne e che Matteo Salvini governi da solo dopo la crisi che ha causato Sapelli predica calma: «Per evitare che Salvini governi da solo, prima delle elezioni basterebbe fare un decreto legge che modifichi leggermente il Rosatellum togliendo la parte uninominale in senso proporzionale obbligando così Salvini a governare con altri. In ogni caso io credo che le Istituzioni educhino e che, nonostante la debolezza Usa il dipartimento di Stato si faccia sentire», ride.

In conclusione Sapelli rispolvera anche Silvio Berlusconi. Il vecchio leader «potrebbe avere un ruolo per aiutare la Lega ad avere più lucidità e far capire a Matteo Salvini che il futuro del partito leghista è nel Partito Popolare Europea non certo tra i sovranisti. Il futuro della Lega non è Le Pen ma Merkel. Chiunque abbia un’idea politica sa che lì la Lega troverebbe un punto di riferimento».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.