Politica
Sapelli: «Scontro istituzionale Mattarella-Di Maio? Il vero nodo è politico»
L’economista, che era stato nella rosa dei nomi papabili per l’incarico di formare un Governo, commenta la fumata nera che, a sorpresa, ha fatto saltare il varo dell’esecutivo giallo-verde. «Non mi avventurerei in discussioni costituzionali, non è il momento ed è pericoloso. Lo scontro istituzionale sul nome di Savona prima e la scelta di Cottarelli poi, sono gravi errori politici. Come lo sono le urla sguaiate in piazza sulle istituzioni»
Giuseppe Conte nella serata di ieri ha rimesso il mandato. Niente Governo Lega-M5S. A stretto giro è statao il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a spiegare il motivo per cui, all'ultimo, è saltato tutto. Riassumendo il motivo ha un nome e un cognome: Paolo Savona. È sulla figura dell'economista italiano, accademico e già in forza a Banca d'Italia e Confindustria, euroscettico, che il banco è saltato. Le reazioni alla scelta di Mattarella di non firmare l'incarico sono state veementi da parte dei leader Matteo Salvini e Luigi di Maio che hanno immediatamente invocato le piazze e annunciato (fronte M5S) la messa in stato di accusa del PdR per “attentato alla Costituzione”. Nel contempo è inziato un feroce dibattito costituzionale sull'eccezione di costituzionalità sollevata da Mattarella sul nome di Paolo Savona. Vita.it ha intervistato Giulio Sapelli, uno dei nomi in rosa, insieme a quello di Giuseppe Conte, per ricevere l'incarico di formare un Governo. L'intervista
Prof. la sua candidatura è tramontata perché lei ha chiarito di voler avere voce in capitolo sui nomi dei ministri e aver proposto il nome di Siniscalco per l’Economia. È stata una mossa strategica perché aveva capito che la questione dei nomi della squadra di Governa era un terreno scivoloso?
Per ora preferirei non rispondere. Non è questo il momento di parlare di certe cose
Ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sollevato una sorta di eccezione di costituzionalità sul nome del ministro dell’Economia Paolo Savona. Una scelta abbastanza irrituale e su cui si sta aprendo un forte dibattito costituzionale. Lei che ne pensa?
È una questione molto delicata. E anche molto tecnica. Ma prima di lanciarsi in dibattitti costituzionali, che possono anche essere molto pericolosi, io mi concentrerei sulla questione politica. La scelta di arrivare alla rottura sul Governo è un gravissimo errore, un gravissimo errore politico.
Secondo lei non si sarebbe dovuti arrivare al muro contro muro sul nome di Paolo Savona?
Sarebbe da ricordare che Paolo Savona è un economista, politico e accademico di primo piano, Un uomo che ha sempre dimostrato di essere indiscutibilmente fedele alle istituzioni. Non è certo un nome che giustifichi l’allarmismo e l’irrigidimento che si è invece generato. E poi c’è la questione Cottarelli…
Nel senso che lei non lo ritiene la persona giusta?
Non è questione di nomi. Rimane anche qui una questione politica. È un altro errore politico gravissimo. Suona e verrà percepito come una ripicca politica. Benzina sul fuoco. Sarebbe stato più rituale e rispettoso delle prassi dare l’incarico alla seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Intanto stano ai toni di Matteo Salvini e, soprattutto, di Luigi Di Maio sembra scontato che si sia tornati in campagna elettorale e si debba tornare quanto prima alle urne…
E questo è l’ennesimo errore politico. Ora è il momento della calma. Non bisogna assolutamente soffiare sul fuoco e aizzare gli animi. Gridare frasi scomposte sulle istituzioni, in piazza, è pericoloso e irresponsabile. Ora bisogna sedersi a un tavolo e ragionare. È il momento di mediare. Invito tutti ad abbassare i toni.
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