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Sapelli: «Non di sole biciclette»
Il rischio di Pisapia è la semplificazione. Ma ragionando sul voto troverà indicazioni utili...
di Redazione
«Pisapia ha vinto perché è una persona perbene». A parte questa concessione, Giulio Sapelli, economista, docente alla Statale di Milano, ha uno sguardo disincantato sulla svolta di quella che ormai è la sua città. «Credo che quello che è accaduto a Gallarate forse è più significativo per capire il futuro».
Perché Gallarate?
Perché lì come in tutti gli altri Comuni dell’hinterland che hanno voltato le spalle a Berlusconi, c’è la gente normale, il popolo. Quello che ogni giorno va di lima. Il loro cambiamento mi sembra un fattore destinato a segnare i prossimi anni.
E Milano in cosa è diversa?
Milano è più orientata dagli spostamenti della sua borghesia. Qui sono determinanti le scelte di campo decise dai poteri che la controllano. In questo caso è stata quella fazione della borghesia che aveva usato Berlusconi per attuare la sua controrivoluzione, che in città ha avuto anche tante ripercussioni sociali, e che ora lo ha scaricato.
Di quale borghesia si tratta?
Soprattutto quella legata al potere delle banche, che hanno un orientamento culturale e politico lontano dal berlusconismo ma che lo hanno accettato perché tornava utile. Ora si può dire che il potere a Milano ha ritrovato una sua unità, alla vigilia di un appuntamento come l’Expo.
Questo non è un bene per la città?
Certamente. Ma senza irenismi. E poi molto dipenderà dalla forza che Pisapia saprà dimostrare.
Che consigli si sente di dargli?
Istintivamente gli direi di preoccuparsi meno delle biciclette e di fare attenzione a che l’apertura agli stranieri non ricada sulle spalle dei poveri e delle periferie. La “bella” borghesia milanese, quella a cui piace tanto andare in bicicletta, vive al riparo da qualsiasi straniero. Poi gli suggerirei di investire sul fatto che più mi ha sorpreso del voto.
E qual è?
La voglia di partecipazione. Era tanto che non vedevo seguire con tanta attenzione un evento elettorale.
Come se lo spiega?
Forse è la sua persona. Timida ed equilibrata. Mi ricorda qualcosa di Berlinguer. Ho la sensazione che possa diventare un sindaco molto amato. Sulla linea di quello che lui stesso ha citato, Vittorio Greppi. E anche di quello che non ha citato, Carlo Tognoli. Esprimono il lato migliore di Milano: un’antropologia positiva.
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