Welfare

Sapelli: «Gli scontri di ieri sono solo un incidente. Parliamo di lavoro»

L'economista minimizza la portata degli eventi di ieri a Roma, quando la polizia ha caricato la manifestazione guidata da Landini, «basta col rumore assordante di gente che non capisce niente e cerca solo lo contro». E riporta al centro il lavoro, «se non ci sono più investimenti privati, se ne facciano di pubblici, anche inutili»

di Lorenzo Alvaro

All'indomani degli scontri in piazza Indipendenza a Roma, con le cariche della polizia contro il corteo dei lavoratori Ast, guidato dal leader della Fiom, Maurizio Landini, la notizia campeggia su tutte le prime pagine dei giornali. C'è chi chiede le dimissioni del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, chi pensa, come la Camusso, ad una responsabilità diretta di Matteo Renzi e il premier che decide di incontrare in fretta e furia i lavoratori. In tutto questo a passare in secondo piano è il lavoro, e una disoccupazione ormai endemica e inarrestabile. Ne abbiamo parlato con l'economista Giulio Sapelli.

Partiamo dai fatti di ieri, che idea si è fatto degli scontri?
Non dobbiamo enfatizzare quello che è successo. Purtroppo le forze di polizia sono sottoposte a molte pressioni e hanno perso la testa. È stato un incidente, seppur bruttissimo. Non vedo un rapporto tra la polemica di Renzi con i sindacati e quello che avvenuto. Purtroppo viviamo in un Paese in cui abbiamo una classe giornalistica senza vergogna…

Però il problema, il lavoro, continua ad esserci. È una realtà oggettiva, o no?
Certo. Non si può continuare ad avere un tasso di disoccupazione così elevato. Bisogna far ripartire il sistema. E si può fare in due mosse: la prima è agire sulla creazione di lavoro. Se non ci sono più investimenti privati ci vogliono quelli pubblici

Che tipo di investimenti ha in mente?
Qualunque. Mettiamo le persona e a fare anche buchi inutili. Basta che li paghiamo. Bisogna tornare a spendere, anche a costo di sforare budget e imposizioni europee

La seconda mossa?
Risolviamo la legge 300, lo Statuto dei lavoratori, che non serve a nulla. Sono un vecchio uomo Cisl, di sinistra, sia chiaro. Ma se togliamo l'art. 18 non è vero che gli imprenditori licenzieranno tutti. Non è così. Questo è un modo di pensare, un'impostazione, profondamente sbagliata. Per evitare questo tipo di "ritorsioni” dovrebbero esserci i sindacati. Un sindacato non è altro che un'auto organizzazione di lavoratori che difendono i propri diritti. Non è compito dell'imprenditore insomma

Anche lei bastona i sindacati insomma…
No, attenzione. Evitiamo sempre di fare polemiche stupide anti-sindacali. La burocrazia c'è sempre stata. Pensare, come succede oggi, che i sindacati siano la casta quando siamo pieno di top manager con stipendi miliardari fa ridere. Dobbiamo smetterla col rumore assordante di gente che non capisce niente ed è in malafede, cerca solo lo scontro. Cerchiamo piuttosto di risolvere i problemi


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