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Sanzioni ” intelligenti” contro l’Iraq: la proposta britannica
Si chiede all'Onu di inasprire i controlli sulle tecnologie militari e di allentare quelli sulle merci civili. Ma a Palazzo di Vetro l'idea non piace
di Redazione
“Sanzioni intelligenti” contro l’Iraq. È la proposta della Gran Bretagna al Consiglio di sicurezza dell’Onu, con l’appoggio degli Stati Uniti, e si tratta di un piano per allentare le sanzioni sulle merci civili inasprendo invece i controlli sulle tecnologie militari. Ma Cina e Russia frenano e sembra poco probabile che il Consiglio riesca a far passare la proposta entro il 4 giugno, data di scadenza del programma semestrale “petrolio in cambio di cibo”. In base a questo piano Baghdad può vendere quantità limitate di petrolio e con i proventi, sotto il controllo dell’Onu, acquistare generi alimentari, medicinali e altri beni che possano alleviare le conseguenze dell’embargo sulla popolazione.
“Abbiamo inviato la risoluzione perché venga studiata. Abbiamo bisogno di più tempo perché venga adottata una risoluzione”, ha detto Shen. Lo riferisce la CnnItalia. Da tempo all’interno del Consiglio di sicurezza c’è divergenza sull’embargo all’Iraq. A sostenere pienamente le sanzioni economiche ci sono Washington e Londra, mentre gli altri membri permanenti del Consiglio – Russia, Cina e Francia – sono favorevoli all’allentamento o all’abolizione dell’embargo.
L’Iraq ha chiesto più volte il ritiro delle sanzioni. Lunedì Saddam Hussein ha respinto la proposta britannica, criticandola aspramente: “Respingiamo quelle che definiscono ‘sanzioni intelligenti’, sono più stupide di quelle che le hanno precedute”, ha detto il dittatore irakeno. Aggiungendo che le sanzioni appena proposte non sono che un tentativo di Washington per impedire i commerci con l’Iraq. E Baghdad ha minacciato di sospendere il programma delle Nazioni Unite “petrolio in cambio di cibo” se gli Stati Uniti interferiranno sul suo ripristino, una volta scaduto il semestre.
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