Salute
Sant’Egidio: contro i tagli più assistenza domiciliare
Lo ha auspicato il portavoce Mario Marazziti
di Redazione
«Sappiamo che c’è la crisi e che i tagli sono necessari per contenere la spesa pubblica. Ma per evitare che continuino a incidere sulle fasce più deboli della popolazione, chiediamo di poter estendere il nostro programma di assistenza agli anziani in tutta Roma e in altre grandi città». La proposta arriva dal portavoce della Comunità di Sant’Egidio, Mario Marazziti, oggi a Roma in un incontro con la stampa. Destinatari della richiesta, il governo e gli enti locali: «con 40 milioni di euro», sottolinea Marazziti, «possiamo garantire l’assistenza domiciliare a tutti gli anziani over 75 in Italia. Così si ridurrebbero i costi della sanità pubblica». «Dal 2008 al 2011 i fondi statali di carattere sociale sono diminuiti dell’800%. Da quest’anno», osserva il portavoce della comunità, «è stato azzerato, ad esempio, il fondo per la non autosufficienza. Accettiamo la dura realtà della crisi, ma se non cambiamo il modo di spendere, peggiorerà la qualità della vita e si scaricherà tutto il peso del welfare sul vero ammortizzatore sociale, cioè la famiglia. Tutti questi tagli si trasformano in costi sociali e drammi a livello individuale». L’attenzione di Sant’Egidio si rivolge ai futuri provvedimenti legislativi. «Le prossime leggi finanziarie», auspica Marazziti, «dovrebbero proporre un diverso modello di spesa e vita sociale. Siano rigorose, ma aiutino il Paese a ridefinire la capacità di investire in spesa sociale, domiciliarità e a cambiare il modello di spesa sociale».
Oltre quattromila anziani romani over 75 sono assistiti oggi dagli operatori del programma ‘“Viva gli anziani!” che la Comunità di Sant’Egidio porta avanti dal 2004. «Ormai la fase di sperimentazione è finita, ora vorremmo estendere il nostro servizio», spiega all’Adnkronos Giancarlo Penza, responsabile del servizio anziani della comunità. I quartieri monitorati sono Trastevere, Testaccio e, da quest’anno, anche l’Esquilino. Nei prossimi mesi dovrebbe partire un programma simile nel quartiere Sanità a Napoli. I finanziamenti arrivano da Regione Lazio e Comune di Roma e, a livello nazionale, dal ministero della Salute. «Con queste risorse», continua Penza, «riusciamo non solo a coprire i costi, ma anche a far risparmiare migliaia di euro al sistema di welfare. Nelle zone in cui operiamo, ad esempio, il numero di ricoveri nelle residenze sanitarie assistenziali è inferiore al numero dei posti letto previsti per la popolazione anziana, che costano ciascuno cento euro al giorno». «La speranza è partire nelle grandi città, o estendere l’attività in altri quartieri romani, come servizio adottato dall’amministrazione pubblica, da una Asl o direttamente dal Comune», conclude Penza.
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