Welfare

Sant’Egidio: «100 mila poveri nella capitale»

Pubblicati i risultati di uno studio sulla povertà, l'usura e la disoccupazione

di Redazione

A Roma sono presenti 6000 senza tetto di cui 1,500 alloggiano in parrocchie, associazioni di volontariato e religiose; 1200 in centri convenzionati del comune di cui 600 attivi solo durante l’emergenza freddo. Questo e’ quanto emerge dal ‘Primo rapporto sulla poverta’ a Roma e nel Lazio’ nato dalla collaborazione tra la Comunita’ di Sant’Egidio, la Camera di Commercio di Roma e che e’ parte di un progetto con il ministero del Welfare e del Lavoro. Altre 2300 persone, continua il rapporto, dormono per strada, mentre 100 persone (zingari esclusi) vivono in insediamenti spontanei nella periferia della citta’. Ma non solo.

La crisi economica pesa particolarmente sulle persone affette da disabilita’ e la famiglia e il volontariato restano le uniche forme di sostegno duraturo per i disabili.

Inoltre, negli ultimi anni c’e’ stato un aumento di gruppi di famiglie rom e sinti provenienti dai Balcani e dalla Romania, le cui necessita’ maggiori sono quelle di un possibilita’ di integrazione (scuola, casa, lavoro) e di un riconoscimento di uno spazio nella comunita’ cittadina. Roma insieme a Milano e Napoli, stando al rapporto, e’ il centro con la comunita’ piu’ grande di rom e sinti mal conosciuta, composta prevalentemente da bambini.

Infine, nel Lazio gli anziani sopra i 65 anni sono 1.123.067, pari al 19,7% della popolazione regionale. Le politiche assistenziali basate sull’approcio emergenziale sono inefficaci, mentre si avverte la necessita’ un impegno da parte dei comuni laziali perche’ migliorino la qualita’ di vita degli anziani. 

Per concludere con la situazione carceraria. Gli istituti di detenzione in crisi finanziaria e sociale ha perso a causa del sovraffollamento la sua capacita’ educativa. Anche le 14 carceri del Lazio sono sovraffollate ospitando 6.363 detenuti a fronte dei 4.661 posti. Se in alcune carceri sono occupati anche gli spazi ricreativi, continua il rapporto, altri penitenziari sono agibili, ma chiusi per mancanza di personale. Gli otre 18mila tossici presenti nelle strutture penitenziarie non sono affidati ad alcuna comunita’ terapeutica. Mentre sono presenti in Lazio 24 bambini sotto i tre anni nel carcere femminile di Rebibbia con le proprie madri, in attesa di una migliore sistemazione. Questo stato di crisi, secondo il rapporto, spiega i frequenti episodi di autolesionismo e i 4 omicidi del 2010 e quello del 2011. 

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