Cultura

Sanremo, uomini che danno calci, donne che si leggono una lettera

Ieri sera è andata in onda la più palese rappresentazione di come oggi vengano trasmessi e stereotipati i ruoli delle donne e degli uomini: Blanco che prende a calci la scenografia e i fiori, e Chiara Ferragni che sceglie la parola per comunicare con le altre donne e con la “Chiara- bambina”. Al di là delle ragioni sottese al gesto del cantante, è inequivocabile che il canale scelto da Blanco per comunicare, sia stato quello della rabbia. Perché ci importa? Perché se è vero che la nostra società ha un problema con la gestione della rabbia e dell’aggressività dei giovani e degli uomini, questo gesto non è innocuo: ai giovani e alle giovani abbiamo nuovamente dato un messaggio sbagliato. Soprattutto perché a farlo è stato un loro coetaneo

di Sabina Pignataro

Ieri sera a Sanremo è andata in onda la più palese rappresentazione di come oggi vengano trasmessi e stereotipati i ruoli delle donne e degli uomini nella società occidentale contemporanea: Blanco che prende a calci la scenografia e i fiori (anziché dire: fermi tutti, non sento la mia voce in cuffia) e Chiara Ferragni che sceglie la parola per comunicare con le altre donne e con la “Chiara- bambina”.

“Blanco ha fatto una ragazzata. Blanco ha sbagliato. Blanco lo ha fatto per marketing ed è tutto una messa in scena per far parlare di sé e aumentare l’attenzione verso il video della nuova canzone "L’isola delle rose" dove guarda caso si comporta allo stesso modo, prendendo a calci le rose. Blanco lo aveva fatto anche a Lucca quest’estate sempre in conseguenza di un problema tecnico”: sui media le interpretazioni non si contano più.

Le motivazioni non ci interessano in questo momento. Non cerchiamo giustificazioni, né attenuanti. Ci interessa invece concentrarci sul fatto che inequivocabilmente il canale scelto da Blanco per comunicare, per fare arrivare le attenzioni verso di sé, sia stato quello della rabbia. "Il medium è il messaggio scriveva Marshall McLuhan, che ha studiato per tutta la vita le dinamiche della comunicazione e la loro influenza sulla società. In pratica, il mezzo stesso di comunicazione è in sé la comunicazione, e assume maggiore importanza del messaggio che si vuole trasmettere.

Ferragni sceglie la parola, anzi la lettera introspettiva

Di contro, nel suo monologo da co-conduttrice della prima serata del Festival di Sanremo, l’imprenditrice e influencer Chiara Ferragni sceglie la parola. «Ciao bimba, ho deciso di scriverti una lettera», esordisce Ferragni nel suo monologo, svelando poi il suo destinatario, «tutto quello che faccio, lo faccio per te: per la bambina che sono stata». Anche qui non ci interessa entrare nel merito del contenuto, o rilevare la presenza sul palco dell’Ariston della presidente e delle operatrici dell’associazione D.i.Re Donne in Rete contro la violenza (di cui avevamo già rilevato l’importanza in questo articolo). Ci preme mettere in luce il carattere simbolico del mezzo scelto: la parola, appunto.

Perché ci importa tutta questa riflessione?

Perché se continuiamo a rilevare ed osservare che la nostra società ha un problema con la gestione della rabbia e dell’aggressività sia degli uomini, sia delle generazioni più giovani (maschi e femmine), beh, questo gesto non è innocuo: perpetua e amplifica uno schema contro il quale dovremmo tutti combattere.

Quello a cui abbiamo assistito ieri è stata la normalizzazione in prima serata di un atto violento. Ai giovani e alle giovani abbiamo nuovamente dato un messaggio sbagliato. Soprattutto perché a farlo è stato un loro coetaneo.



Ai bambini si chiede di fare; alle bambine di dire

Questa differenza nei comportamenti la spiega molto bene Maria Giuseppina Pacilli, docente di psicologia sociale all’Università di Perugia, nel libro “Uomini duri. Il lato oscuro della mascolinità” (Il Mulino, 2020): «Ai bambini si chiede di fare; alle bambine di dire», spiega Pacilli. «Già nell’infanzia i genitori incoraggiano le bambine a guardare dentro di sé per capire che cosa stanno provando, mentre svalutano la reazione dei bambini con esortazioni quali: “Smettila di comportarti come una femminuccia”. Persino nel gioco i bambini sono spinti ad usare la forza fisica, mentre le bambine sono incoraggiate al confronto verbale».

Ai bambini si chiede di fare; alle bambine di dire. Persino nel gioco i bambini sono spinti ad usare la forza fisica, mentre le bambine sono incoraggiate al confronto verbale

Chiara Pacilli

È ovvio che le cose sono molto più complicate di così. Ma qui lo sottolineiamo per osservare che siamo così imbevuti di questi modelli culturali che a volte non ci facciamo più caso.

E Amadeus infatti che fa? Anziché redarguire il giovane, inizialmente minimizza l'accaduto e, di fronte ad un pubblico inferocito, prova a giustifica l'ingiustificabile. Quando Amadeus chiede al ragazzo, sempre con fare amicale, ragioni del comportamento, il cantante minimizza l'accaduto: «L'audio non funzionava, volevo divertirmi lo stesso e ho pensato di distruggere tutto». Il pubblico fischia ma Amadeus prosegue: «Potete fischiare, ma Blanco tornerà sul palco a cantare».
C’è chi l’ha messa sul ridere con i meme. Anche Fiorello nel Dopofestival ci ha scherzato su prendendo a calci dei palloncini rossi: «Non sento, non sento nulla. Spacco tutto».

Non fa ridere nessuno, però. La prima serata del 73esimo Festival di Sanremo è stata seguita da 10 milioni 757 mila spettatori pari al 62,4% di share, il più alto dal 1995.

Foto da RaiPlay.it

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